Durante il Consiglio dei Ministri di venerdì scorso il Presidente
Silvio Berlusconi ha esposto
le linee guida di
un’iniziativa legislativa, attualmente allo studio del Governo,
finalizzata ad un
rilancio dell’attività edilizia e del tessuto
urbanistico, nonché ad un incisivo
miglioramento e
rinnovamento del patrimonio edilizio non rispondente ai più
aggiornati criteri tecnologici ed energetici.
L’esame dell’iniziativa, al quale hanno partecipato tutti i
Ministri esprimendo consenso e suggerendo proposte, è sollecitato
anche dall’esigenza di dare impulso al sistema economico. La
discussione proseguirà nella prossima riunione del Consiglio.
Silvio Berlusconi ha precisato che vuole un decreto legge entro
una-due settimane perché, ha spiegato in Consiglio dei ministri,
“
siamo inondati di fax e messaggi di cittadini che chiedono
informazioni e vogliono partire coi lavori “ e, dunque, si va
verso uno slittamento di una/due settimana che sarà utilizzata per
arrivare a un testo condiviso da tutta la maggioranza, prima fra
tutte la Lega Nord, che con il suo leader,
Umberto Bossi,
aveva espresso la necessità non soltanto “di capire bene cosa ha in
mente Berlusconi” ma, anche di tutelare il territorio.
Nelle bozze circolate successivamente al Consiglio dei Ministri
sono previste
facilitazioni per tutti gli interventi edilizi
ed è confermata la volontà di arrivare ad una abolire del permesso
di costruire per con una “certificazione di conformità” rilasciata
dal progettista; si tratta, in definitiva di una asseverazione
giurata del rispetto degli strumenti urbanistici e delle norme
igienico sanitarie. Vengono, altresì, confermate la
liberalizzazione, in casi più numerosi di quelli attuali,
dell’attività edilizia del tutto libera da qualsiasi dichiarazione
e certificazione comprendendo, anche, “opere interrate nei limiti
del 20% del volume del fabbricato” con la possibilità, dunque, di
costruire cantine e garage senza alcuna autorizzazione.
Il piano casa ed in particolare la liberalizzazione delle norme
sull’edilizia ha ricevuto apprezzamenti anche dai ministri della
Lega. Ma ieri sera il capogruppo alla Camera,
Roberto Cota,
ha detto che il sì del Carroccio ci sarà solo se sulle nuove case
popolari verrà data priorità agli italiani.
Alle nuove norme, che dovrebbero abolire il permesso di costruire
(sostituito da un'autocertificazione del progettista) e consentire
l'ampliamento del 20% del volume delle case (compresi garage o
dependance) e la possibilità di abbattere e ricostruire più grandi
del 30-35% immobili edificati prima del 1989, il governo assegna
una forte valenza anticrisi.
In verità la strada del decreto-legge sembra difficilmente
percorribile per la parte relativa all’incremento della cubatura
mentre per quanto concerne la semplificazione dell’attività
edilizia con la revisione di tutta la normativa sul permesso di
costruire, sull'abusivismo e sugli interventi edilizi in aree
vincolate sembra che sia possibile, successivamente ad una verifica
dei presupposti d’urgenza ed all’ottenimento di un preventivo
parere positivo da parte del Presidente della Repubblica.
Sul problema relativo alla possibilità di emanare un decreto-legge
è intervenuto il ministro dei Rapporti con le Regioni,
Raffaele
Fitto che, pur riconoscendo che “sulle cubature, la competenza
è regionale” ha lasciato aperto uno spiraglio a una soluzione più
operativa precisando che “Lo strumento verrà deciso in seguito ma
insieme con le Regioni con le quali immaginiamo un percorso
condiviso” e per questo motivo Fitto vuole convocare “già la
prossima settimana” una conferenza Stato-Regioni che si esprimerà
sul testo del Governo.
Sul problema della liberalizzazione delle norme sull’edilizia
segnaliamo l’intervento congiunyo dell’
Ance e di
Legambiente che “condividono la necessità di riqualificare e
rinnovare il patrimonio edilizio individuando provvedimenti
immediati ed efficaci anche per la loro possibile funzione
anticongiunturale.
A tal fine ritengono opportuno che questa azione debba avvenire
nell’ambito di una politica industriale del settore delle
costruzioni che migliori la qualità del prodotto, sostenga la
professionalità e la competenza degli attori del processo, stimoli
l’interesse e la sensibilità dei consumatori verso prodotti di
qualità.
ANCE e Legambiente ritengono fondamentale che il provvedimento che
il Governo si appresta a varare in materia di Edilizia promuova
interventi che contribuiscano a rendere più moderno, efficiente e
di qualità il patrimonio edilizio italiano.
Per questo suggeriscono che gli aumenti di cubatura previsti siano
legati ad obiettivi di risparmio e di riqualificazione energetica
anche, dove tecnicamente possibile, attraverso l’uso di energie da
fonte rinnovabile.”
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