Un rinvio di una settimana per la
liberalizzazione delle norme
sull’edilizia dopo il vertice del Premier
Silvio
Berlusconi al Quirinale.
Il Presidente del Consiglio ha illustrato al Presidente della
Repubblica
Giorgio Napolitano una bozza di decreto legge che
si compone di 6 articoli ed in verità il Capo dello Stato non si è
espresso negativamente sulla possibilità di un decreto d’urgenza e
non è entrato nel merito dell’articolato ma si è limitato ad alcune
osservazioni di carattere istituzionale.
Una
prima osservazione è legata al problema
dell’
autonomia delle Regioni e delle province autonome ed è,
quindi, necessario un approfondimento con i soggetti interessati:
il Presidente della Repubblica sembra che voglia che siano messe
nero su bianco, nel decreto,
prerogative e competenze delle
Regioni per evitare abusi nella gestione delle norme
straordinarie per l'edilizia, materia di natura costituzionale
“concorrente” ed il decreto dovrà contenere indicazioni di massima
che poi le Regioni saranno libere o meno di adottare.
Una seconda osservazione è legata, poi, al
necessario raccordo
tra le misure straordinarie che vuole varare il Governo e le
ricadute delle stesse sul
testo unico dell’edilizia.
Ovviamente, non è possibile ipotizzare che il testo unico
dell’edilizia (DPR n. 380/2001) possa essere modificato con un
decreto legge che dovrà, dunque, avere un limite temporale mentre
la modifica strutturale del testo unico dovrà avvenire,
contestualmente o in un secondo tempo, soltanto con un disegno di
legge.
E’ certo, dunque, che il
varo definitivo del piano casa
slitterà alla
prossima settimana e lo stesso dovrebbe essere
formato, come ha anticipato Berlusconi da “un decreto legge o
un'aggregazione a un decreto già in corso” per le misure più
urgenti e “poi da una legge delega”.
Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio
Paolo
Bonaiuti, in un’intervista a Sky sul piano casa, ha precisato
che “non c'è uno slittamento, ma venerdì il presidente del
Consiglio sarà impegnato nel vertice europeo di Bruxelles, quindi è
legittimo pensare che si andrà alla prossima settimana”.
Il Governo, dunque, dopo l’incontro tra Berlusconi e Napolitano
decide per uno slittamento, anche in considerazione del fatto che
soltanto la prossima settimana alla vigilia del Consiglio dei
Ministri del 27 marzo sarà possibile esporre il Piano alle Regioni,
principali attori delle fasi successive al varo delle norme di
rilancio edilizio.
Riassumendo, quindi, sembrerebbe che le misure del Piano casa,
relative alla liberalizzazione delle norme sull’edilizia, che il
Governo ha deciso di varare per stimolare il settore dell’edilizia
sarebbero racchiuse in un
decreto legge di 6 articoli che
non conterrebbe le norme sulla semplificazione degli
interventi.
Si va, dune verso la soluzione del decreto legge ridotto rispetto
alla originaria versione che conterrebbe:
- la possibilità di ampliamento sino ad un massimo del 20% degli
edifici sia residenziali che produttivi (per quelli residenziali il
20% si riferisce alla cubatura mentre per quelli produttivi alla
superficie);
- la possibilità di demolizione degli edifici anteriori al 1989
con la ricostruzione degli stessi con una cubatura incrementata del
30%.
Sembra, comunque, che gli ampliamenti devono essere fatti in
aderenza con l’edificio esistente e che sia gli amplianti
che le ricostruzioni vanno richiesti con un permesso di
costruire.
Molte delle semplificazioni, poi, sull’attività edilizia che
rientravano sull’originario piano straordinario e che
apporterebbero modifiche sostanziali al testo unico dell’edilizia
dovrebbero confluire in un disegno di legge.
PARTECIPA ANCHE TU AL SONDAGGIO SUL PIANO
CASA
CLICCA QUI
© Riproduzione riservata