Il Sondaggio lanciato dalla nostra redazione sulle modifiche
introdotte dallo schema di decreto legislativo approvato venerdì
scorso dal Consiglio dei Ministri ed in cui la domanda proposta era
la seguente: “Il governo intende modificare il regime sanzionatorio
previsto dal dlgs 81/2008 allineandolo a quello previsto dal dlgs
626/1994 con un aumento del 50% rispetto a quest'ultimo. Ritieni
corretta la scelta del governo?” ha dato, sino a stamattina i
seguenti risultati:
- il 47% ritiene che la scelta del governo sia corretta;
- il 52% ritiene che non sia corretta;
- l’1% non sa esprimete un giudizio.
La sostanziale parità tra i due giudizi è causata dal fatto che
molti sono perfettamente d’accordo sull’abbassamento delle sanzioni
contenute nelle modifiche ma, in linea di massima, molti commenti
lamentano il proliferare delle leggi e la mancanza di una seria
prevenzione ed un’altrettanta seria formazione.
Eugenio dice “Non serve aumentare le multe, servono invece
prevenzione, formazione e controlli. Troppo facile addossare ai
committenti e ai datori di lavoro ogni colpa”.
Viene anche evidenziato come i notevoli ribassi con cui vengono
aggiudicate le gare mal si coniugano con la sicurezza e
Nunzio afferma che “La sicurezza, oltre alla formazione
aziendale, che alcune imprese considerano pura burocrazia, parte
anche dall'analisi delle offerte. Non è possibile che vi siano sul
mercato imprese che per pochi spiccioli riescano a garantire in
lavoro di qualità e in sicurezza.”
Giuseppe Carlo aggiunge poi “Sono certo che non sia
l'inasprimento delle sanzioni a risolvere i problemi della
sicurezza. occorre invece una maggiore sensibilizzazione dei
lavoratori con una formazione costante e reale e non solo formale e
documentale. Per garantire la sicurezza è necessaria una fattiva
collaborazione del committente oltre che del datore di lavoro. E
dove il committente sia un privato senza ovvie capacità
organizzative vi sia una delega formale ad una figura (quale
potrebbe essere il responsabile dei lavori) per garantire che sia
rispettate le norme.”
Altro interessante commento quello di
Mario che dice
“Occorre passare dalla sicurezza “burocratica” alla sicurezza
“reale”. Le centinaia di pagine in corpo 6 prodotte dai computers
non le legge nessuno. Gli ispettori alla prima visita dovrebbero
elencare per iscritto eventuali adempimenti da fare entro un
termine certo. In caso di mancata osservanza alle visite successive
multe pesanti a chi è responsabile del mancato adempimento, operai
compresi se non indossano i DPI (cosa normalissima....) E non
sarebbe male organizzare come si faceva un tempo, dei "cantieri
scuola" per addestrare il personale.”
Ricordiamo che le principali modifiche che sono contenute nello
schema di decreto legislativo approvato dal Consiglio dei Ministri
di venerdì scorso riguardano:
- l'inserimento all'interno del documento di valutazione dei
rischi di una sezione dedicata ai lavoratori precari, innovazione
coerente con le modifiche introdotte dalla Legge Biagi;
- la certificazione della qualità organizzativa adottata che
sposti l'approccio dalle regole agli obiettivi, dal profilo formale
e formalistico a quello dei risultati, con una seria collaborazione
con le parti sociali, dettata dall'obiettivo di condividere i modi
sostanziali di come si fa sicurezza;
- il potenziamento dell'attività dell'INAIL, finalizzata in
particolare alla riabilitazione e al reinserimento dei lavoratori
vittime degli infortuni sul lavoro;
- gli organi di vigilanza, con disposizioni che rendono più
robusta la collaborazione, tale da consentire un più robusto
intervento dei corpi ispettivi centrali;
- il regime sanzionatorio.
Il ministro del Welfare,
Maurizio Sacconi nel corso della
conferenza stampa, svoltasi al termine del Consiglio dei Ministri
di venerdì scorso, ha ricordato che, dopo la prima lettura nel Cdm,
il testo andrà alla Conferenza Stato-Regioni e poi alle commissioni
parlamentari competenti per poi tornare in Consiglio dei ministri
per il varo definitivo. «È un testo aperto - ha sottolineato il
ministro - se pensiamo alla rilevanza che hanno i pareri della
Conferenza Stato-Regioni e delle Commissioni parlamentari».
Ha, anche precisato che l'iter sarà arricchito con la consultazione
delle parti sociali.
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