SI CON RISERVA DELLE REGIONI AL RILANCIO DELL’EDILIZIA

31/03/2009

Il Presidente Vasco Errani ha convocato una seduta straordinaria della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, per oggi 31 marzo 2009 alle ore 10.00 presso la Segreteria della Conferenza - Via Parigi, 11 – Roma, con il seguente ordine del giorno:
1) Esame questioni relative alle misure urgenti per il rilancio dell’economia attraverso la ripresa delle attività imprenditoriali edili e lo stesso argomento sarà oggetto di disamina nella successiva seduta straordinaria della Conferenza Unificata.
Vasco Errani in una recente intervista rilancia il Piano dell’edilizia precisando che “Le Regioni, tutte, sono disponibili a rilanciare l'edilizia. Ma lavorando su innovazione, risparmio energetico, qualità, nel rispetto assoluto della programmazione urbanistica e del territorio. Senza condoni o stracciando regole e leggi”.

Ma lo scontro con il Governo è sempre sulla questione relativa allo strumento legislativo da adottare ed il Presidente ribadisce che “il decreto legge è uno strumento assolutamente inidoneo e sbagliato per gestire questa partita. E posso dimostrarlo dal punto di vista dell'effettività concreta delle scelte”. Se le scelte fossero veramente condivise: “allora non ci sarebbe bisogno del decreto legge. E questo il Governo lo sa bene”.

In verità sembra che al Tavolo tecnico concluso ieri si sia fatta strada l’ipotesi di un accordo quadro sul Piano casa con un decreto legge definito “light” contenente le semplificazioni quali l'estensione della denuncia di inizio attività (Dia) e l'eliminazione della licenza.
Ovviamente, tutto passa attraverso la Conferenza delle Regioni e delle Province autonome e la Conferenza unificata convocate per oggi che potrebbero portare ad una soluzione condivisa tra Regioni e Governo.
Preliminarmente, nella Conferenza di stamani, i Governatori dovrebbero trovare una posizione comune al fine di presentarsi alla successiva Conferenza unificata con un’unica proposta.
Sembra, comunque, che la soluzione ottimale sarebbe quello di un accordo quadro, del tipo di quello siglato per gli ammortizzatori sociali, che stimoli le Regioni a varare una legislazione regionale per ampliamenti, demolizioni e ricostruzioni congiuntamente ad un decreto legge definito “light” contenente le citate semplificazioni.

Tale posizione è stata, già, condivisa dal Presidente Vasco Errani che ha indicato alcuni obiettivi: “ci sono cose che possono essere utili e che peraltro in alcune legislazioni regionali già esistono: demolizioni e ricostruzioni, premi di cubatura, ma, ripeto, con avvio di biotecnologie, bio-edilizia, recupero energetico. Un salto nell'innovazione e nella qualità urbana dentro un impianto di programmazione che offra garanzie e non che consenta a ciascuno di fare quel che gli pare”.
E quindi ha ribadito: “Le Regioni, tutte, sono disponibili a rilanciare l'edilizia. Ma lavorando su innovazione, risparmio energetico, qualità, nel rispetto assoluto della programmazione urbanistica e del territorio. Senza condoni o stracciando regole e leggi. Tutti gli orpelli della prima bozza del Governo non stanno in piedi e sono incostituzionali. Per noi sono inaccettabili. Noi stiamo lavorando seriamente, e con noi gli enti locali, nella convinzione che servono scelte condivise. Speriamo che tutti facciano altrettanto. Vedremo i risultati”.

Le Regioni sono pertanto a favore, promuovono il rilancio dell’edilizia e agiscono concretamente in tal senso nel confronto istituzionale. Nel combattere la crisi economica già sono di esempio degli atti concreti portati avanti dalle regioni insieme al governo:”noi abbiamo fatto lavoro sul federalismo fiscale per primi, noi abbiamo fatto l'accordo sugli ammortizzatori sociali, noi abbiamo aperto un terreno di confronto serio sull'edilizia. E l'abbiamo fatto non con dei “no”, ma sempre con disponibilità serie per evitare condoni preventivi. Abbiamo accettato la sfida del confronto, ma dentro le regole, nell'interesse del Paese e dei cittadini. Tanto più si va verso il federalismo fiscale, tanto più servono scelte condivise. Se si lavora per il federalismo fiscale, non si può essere federalisti al mattino e centralisti nel pomeriggio. Questo si che e un vero e proprio cortocircuito. Non si può assolutamente dire che le Regioni sono il “partito del no”: è vero esattamente il contrario, lo dicono i fatti. E il Governo ne è perfettamente consapevole”.

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A cura di Paolo Oreto


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