E’ convocato per stamattina alle ore 9,30 il
Consiglio dei
Ministri che dovrà varare il “
Piano Casa”.
Ieri la
Conferenza delle Regioni e delle Province autonome,
convocata in seduta straordinaria, all’unanimità ha raggiunto
l’
accordo su un piano nazionale di rilancio
dell’edilizia.
L'intesa che tutte le Regioni propongono al Governo punta
innanzitutto a “salvaguardare la programmazione urbanistica”. Lo ha
spiegato il presidente della Conferenza delle Regioni,
Vasco
Errani, al termine della riunione della mattina del 31 marzo,
prima del confronto con il governo.
“Finalmente - ha aggiunto Errani - abbiamo rimesso la materia sui
giusti binari”.
“Tutto ciò- precisa Errani- nel rispetto del governo del
territorio, senza deroghe,
fuori dai centri storici, dalle aree
protette e da tutte quelle aree che le Regioni tutelano con
proprie leggi”.
“Chiediamo un vero Piano casa - evidenzia Errani- che affronti il
tema dell'edilizia pubblica trovando risorse aggiuntive”. In
particolare la proposta è di utilizzare l'Iva aggiuntiva che si
realizzerà con tutti questi interventi in edilizia e che “venga
lasciata alle Regioni e ai Comuni per affrontare l'edilizia
pubblica che è la vera emergenza nazionale”. Errani si dice “molto
soddisfatto” per l'approvazione all'unanimità del testo e appare
fiducioso sul confronto con l'esecutivo: “auspico che questa
impostazione che mette la materia sui binari giusti sia
approvata”.
I governatori riuniti nella Conferenza delle Regioni, hanno
definito un documento unitario, diviso in tre parti, nel quale, tra
l'altro:
- si confermano gli aumenti volumetrici del 20% per le abitazioni
e del 35% nei casi di demolizione e ricostruzione, se vengono
utilizzate le tecnologie di bioedilizia;
- gli aumenti volumetrici riguarderanno esclusivamente l'edilizia
residenziale - abitazioni residenziali uni-bi familiari o, comunque
di volumetria non superiore a 1.000 metri cubi -, escludendo i
centri storici e tutte le aree protette, nel rispetto dei programmi
urbanistici;
- l’ampliamento dovrà essere, comunque, inferiore a 200metri
cubi.
Tutti gli ampliamenti dovranno avere, però, “finalità di
miglioramento della qualità architettonica esistente, di riduzione
sensibile dei consumi energetici e di utilizzo di fonti energetiche
rinnovabili”.
Nel testo dell’accordo che dovrebbe essere sottoscritto stamattina
alle 9,00 nella
seduta straordinaria della Conferenza unificata
Stato Regioni è previsto che successivamente alla
sottoscrizione dell’accordo stesso, il Governo emani un
decreto
legge “i cui contenuti sono concordati con le Regioni e il
sistema delle autonomie, con l'obiettivo di semplificare alcune
procedure di competenza esclusiva dello Stato per rendere più
rapida ed efficace l'azione amministrativa di disciplina
dell'attività edilizia”. In particolare il decreto legge conterrà
le linee generali relative alla semplificazione delle procedure di
competenza statale, lasciando alle Regioni il compito di emanare le
leggi di dettaglio.
Le misure devono riguardare la previsione di un termine certo per
il rilascio delle autorizzazioni e dei permessi ed un ricorso
allargato alla denuncia di inizio attività (Dia), la ridisciplina
di rilascio dell'autorizzazione paesaggistica, la semplificazione
delle procedure di valutazione ambientale strategica (Vas).
Le Regioni avranno 90 giorni di tempo per adeguarsi ai contenuti
del decreto con proprie leggi regionali e se non lo faranno sarà
nominato un commissario ad acta con poteri sostitutivi.
Questo il commento per gli Affari regionali,
Raffaele Fitto:
“Abbiamo lavorato molto intensamente e l'intesa raggiunta è
positiva nel rispetto delle competenze delle Regioni: questo piano
può dare una grande prospettiva al nostro Paese. Berlusconi è
sempre stato puntualmente informato sui vari passi dell'intesa: per
questo posso dire che è stata raggiunta un'intesa condivisa
dall'intero governo e domani (stamattina, ndr) il Consiglio dei
ministri potrà procedere alla tempistica dei passi successivi, i
tempi saranno ristretti” e il il Presidente della Conferenza delle
Regioni
Vasco Errani ha aggiunto: "Questa intesa è un
risultato importante per noi e per il Paese: il decreto che ci
aveva presentato il Governo era inaccettabile, mentre abbiamo
stabilito forme anticicliche per la ripresa dell'edilizia ma nel
rispetto della programmazione urbanistica e della qualità del
territorio.”.
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