Nessuna traccia nell’ordine del giorno del
Consiglio dei
Ministri di oggi del
decreto legge relativo al
Piano
Casa ed il decreto legge slitta di una settimana.
L’annuncio è stato dato dal Ministro per le Regioni
Raffaele
Fitto, al termine della riunione della Conferenza con i
Governatori accettando, di fatto, la richiesta delle Regioni di un
maggior tempo di riflessione dopo la drammatica vicenda del
terremoto che ha colpito l’Abruzzo.
Fumata nera, quindi, al
preconsiglio del 7 aprile dopo che
nella riunione tecnica Governo-Regioni del giorno precedente non
era stata trovata un’intesa per circoscrivere la
deregulation
sui titoli edilizi. Nella riunione i tecnici delle Regioni
hanno evidenziato le perplessità sulla vasta gamma di interventi
edilizi per i quali, con il decreto legge verrebbe cancellato il
permesso di costruire ma, in verità, crediamo che la non
condivisione di una così ampia deregolamentazione nascerebbe dalla
vicenda del terremoto che ha colpito la regione Abruzzo e dalla
preoccupazione che prima di passare ad una liberalizzazione di
alcuni interventi edilizi sarebbe meglio inserire all’interno del
decreto legge stesso
specifiche norme per garantire un
adeguamento degli edifici agli standard antisismici unitamente
ad incentivi per la realizzazione di lavori di consolidamento e/o
di miglioramento strutturale nelle zone in cui è più alto il
pericolo del terremoto.
Sembrerebbe, quindi, che nel nuovo testo che si sta predisponendo,
sia inserita una norma che renderebbe obbligatoria la
verifica
antisismica di tutto l’edificio per il quale viene attuata la
possibilità di ampliamento del 20%.
Pausa di riflessione, quindi, sul piano casa con l’approvazione del
decreto legge che dovrebbe slittare al primo consiglio dei Ministri
previsto per il venerdì successivo alla Pasqua.
Ma dal punto di vista tecnico il problema che si pone in
ampliamenti di strutture già realizzate è quello di procedere ad un
consolidamento dell’esistente al fine di adeguare le strutture
stesse alle norme antisismiche con la realizzazione di alcuni
accorgimenti atti a limitare l’effetto di un’eventuale scossa
sismica.
In particolare nel caso di strutture in muratura occorre che:
- esista un buon collegamento delle pareti verticali tra loro e
siano evitate murature del tipo a sacco;
- le aperture dei vani di infissi esterni vengano limitati
lasciando una ampia zona di muratura tra la parte superiore
dell’infisso ed il solaio sovrastante e, quindi, i soprafinesra ed
i sottofinestra abbiano notevoli dimensioni e siano fatti di buona
muratura;
- il tetto non sia spingente;
- i solai non siano in legno e se lo fossero dovrebbero essere
opportunamente irrigiditi con la realizzazione di una soletta in
conglomerato cementizio armato;
- i solai siano ancorati alle murature portanti per mezzo di
cordoli o di tiranti;
- gli eventuali tramezzi interni siano opportunamente ammorsati
alle murature perimetrali ed al solaio sovrastante o vengano
rinforzati con la posa di opportuni irrigidimenti;
- in eventuali cambi di posizione delle aperture di vani di porte
e finestre nelle murature portanti venga posta la necessaria
attenzione affinché l’originaria apertura sia chiusa a regola
d’arte con materiali della stessa natura e dello steso spessore di
quella originaria e con corretti ammorsamenti ed affinché nella
realizzazione di una nuova apertura si evitino posizioni limitrofe
ad ammorsamenti d’angolo e siano realizzate inserendo una
necessaria architrave che poggi su murature più resistenti nelle
quali siano realizzati nuovi stipiti.
Discorso più complesso per le costruzioni in cemento armato nelle
quali, per eventuali ampliamenti occorre procedere alla verifica di
tutta la struttura esistente unitamente a quella nuova che si
dovrebbe realizzare.
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