Slitta ad agosto il decreto correttivo che modificherà il dlgs
81/08. La versione definitiva del correttivo potrà essere conclusa
entro il prossimo 16 agosto, anziché il 16 maggio, al fine di avere
un più ampio margine di tempo per chiudere positivamente il tavolo
tecnico con le Regioni e per far ripartire il dialogo con le parti
sociali, in particolare con la Cigl che ne ha evidenziato il
contrasto con i tre capisaldi del diritto (codice civile, codice
penale e Statuto dei Lavoratori), con la prevedibile apertura di
diffusi contenziosi.
L'extra proroga prevista per rivisitare la portata del correttivo,
contemplata nella legge delega 123 del 2007, è stata dovuta in
quanto la prima bozza del correttivo licenziata lo scorso 27 marzo
dal Consiglio dei Ministri non è ancora stata inviata alle
commissioni parlamentari per il parere di conformità. Il prossimo
20 aprile è, invece, in programma una riunione tecnica della
Conferenza Stato-Regioni, il cui obiettivo è quello di definire un
testo il più possibile condiviso.
Il correttivo che vedrà luce seguirà comunque le direttrici
tracciate dal Governo: semplificazione, potenziamento della
bilateralità e rivisitazione dell'apparato sanzionatorio. In
particolare su quest'ultimo, il Governo è partito dall'assunto di
base che il vecchio regime previsto dal Dlgs 626/1994 è sempre
stato considerato da tutti gli esperti della sicurezza una sorta di
testo sacro. Proprio per questa motivazione il vecchio regime
sanzionatorio della 626 è stato attualizzato con il tasso di
inflazione cumulato nel tempo, che darebbe il 36%, e andando oltre
si è stabilito di aumentare il vecchio regime di una misura pari al
50% delle sanzioni del 1994. Questo, rispetto al dlgs 81/2008, fa
si che alcune sanzioni siano maggiori e altre minori. Ma Andando
oltre la 626 e il Dlgs 81, si è stabilito un meccanismo di
adeguamento della sanzione mediante avviene un adeguamento della
stessa con una certa periodicità, evitando che a distanza di tempo
sia necessaria un'altra legge che adegui nuovamente il regime
sanzionatorio ai tassi di inflazione reali.
Sulla stessa scia, è stato confermato l'arresto obbligatorio (da 4
a 8 mesi) nel caso di mancata valutazione dei rischi nei settori
più pericolosi e fino a sei mesi nel caso di mancato rispetto
dell`ordine di sospensione dell`attività per gravi e plurime
violazioni in materia di sicurezza.
In allegato l'ultima versione del correttivo dello scorso 2
aprile.
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