Case Green: il Parlamento Europeo approva la Direttiva

di Redazione tecnica - 15/03/2023

L'atteso ok da parte della Plenaria del Parlamento Europeo alla revisione della cosiddetta Direttiva Green è arrivato e, in maniera altrettanto attesa, cresce in Italia il fronte degli scontenti al provvedimento che ridisegna i parametri delle prestazioni energetiche degli edifici in tutta Europa.

Direttiva Case Green: ok dal Parlamento Europeo

È infatti passata con 342 voti favorevoli, 216 contrari e 78 astenuti la nuova Energy Performance of Buildings Directive (EPBD), con cui si stabiliscono i nuovi obiettivi in termini di classe energetica che gli edifici residenziali e non residenziali situati all'interno degli Stati membri devono raggiungere.
Ricordiamo che il via libera definitiva dovrà arrivare con il Trilogo, ovvero dopo il negoziato finale tra Consiglio Ue ed esecutivo europeo, a cui seguirà un nuovo passaggio in Plenaria.
Ricordiamo che nello specifico la direttiva prevede:

  • per gli edifici residenziali:
    • il raggiungimento della classe energetica "E" entro il 2030;
    • il raggiungimento della classe energetica "D" entro il 2033.
  • per gli edifici non residenziali e pubblici:
    • il raggiungimento della classe energetica "E" entro il 2027;
    • il raggiungimento della classe energetica "D" entro il 2030

Sono state anche previste alcune novità rispetto al testo approvato lo scorso febbraio in Commissione Industria:

  • dal mese di gennaio 2026, gli edifici pubblici di nuova costruzione dovranno essere ZEB (a zero emissioni); per gli altri edifici, l'obbligo scatterà dal 2028;
  • entro il 2028 su tutti i nuovi edifici dovranno essere installati, impianti solari fotovoltaici, mentre il termine per gli immobili ristrutturati è fissato al 2032.

Rimangono esclusi dagli obblighi previsti dalla EPBD le seguenti tipologie di edifici:

  • edifici vincolati e protetti;
  • edifici storici;
  • edifici temporanei;
  • chiese;
  • abitazioni indipendenti con superficie inferiore ai 50 metri quadri.
  • case vacanza, ovvero seconde case utilizzate per meno di 4 mesi all'anno.

Inoltre, sempre nell'ottica di favorire la maggiore efficienza energetica possibile, a partire da gennaio 2024 non saranno incentivabili l'acquisto e l'installazione di caldaie a combustibili fossili. Si tratta di un'importante novità in ottica di Ecobonus e bonus fiscali. Inoltre i nuovi edifici e le grandi ristrutturazioni non potranno prevedere impianti alimentati da fonti fossili, eccetto per sistemi ibridi e a idrogeno.

Direttiva Green: le reazioni all'ok della Plenaria

Come abbiamo anticipato in apertura, le reazioni all'approvazione della Plenaria non sono tardate a farsi sentire, a cominciare dal Ministro dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto, che ha definito la Direttiva Case Green “insoddisfacente per l’Italia”, promettendo battaglia anche nel Trilogo. Il Ministro sottolinea la peculiarità del patrimonio edilizio italiano, tale da non rendere sostenibile la realizzazione di molti degli interventi necessari per il raggiungimento degli obiettivi di prestazione energetica.

In realtà, come anche lo stesso Pichetto ha specificato in passato, la Direttiva rappresenta una cornice entro cui gli Stati Membri devono poi definire le norme specifiche. Considerato che potrebbero arrivare altre eventuali deroghe per il caro materiali e materie prime, o proprio per l'impossibilità di realizzare gli interventi, le imposizioni della EPBD potrebbero essere molto meno stringenti di quel che si paventa.

Altra critica mossa dalla maggioranza, riguarda la “patrimoniale mascherata” che la EPBD rappresenterebbe per molti italiani. Una definizione offerta dal copresidente del gruppo Ecr Nicola Procaccini, dal capodelegazione di FdI-Ecr Carlo Fidanza e dall'eurodeputato di FdI- Ecr Pietro Fiocchi componente della commissione Itre del Parlamento europeo: il testo approvato detta tempi irragionevoli, non tiene conto delle differenze tra i vari stati membri e non fa chiarezza sugli stanziamenti previsti per sostenere questo percorso. "Condizioni che prospettano una vera e propria 'patrimoniale mascherata' ai danni dei cittadini che dovrebbero farsi carico di esborsi ingenti per ottemperare agli obblighi della direttiva. Il tutto ulteriormente peggiorato dal probabile aumento dei costi del materiale edilizio".

In realtà al momento la Direttiva non prevede sanzioni in caso di mancato adeguamento, né include un divieto della vendita o dell'affitto di immobili su cui non sia stato effettuato un intervento di riqualificazione energetica.

Sull'argomento è intervenuto anche il presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa, che ricorda la recente approvazione da parte della Camera dei deputati di una mozione di maggioranza che ha impegnato il governo italiano "ad adottare iniziative presso le competenti istituzioni europee al fine di scongiurare l'introduzione di una disciplina' giudicata pericolosa per il nostro Paese. Chiediamo al presidente del Consiglio di impegnarsi in prima persona per il raggiungimento di questo obiettivo", conclude Spaziani Testa.

Direttiva Green: quale futuro per la riqualificazione energetica in Italia?

Un contesto complesso, nel quale il vero convitato di pietra, almeno in Italia, è la discussione sugli incentivi fiscali legati agli interventi di riqualificazione energetica, Superbonus ed Ecobonus in primis. Ricordiamo che uno dei passaggi più importanti della Direttiva è quello in cui si specifica che i piani nazionali di ristrutturazione dovrebbero includere regimi di sostegno con obiettivi realistici e misure per facilitare l'accesso a sovvenzioni e finanziamenti. premiando le ristrutturazioni profonde, soprattutto quelle degli edifici con le prestazioni peggiori, e mettendo a disposizione sovvenzioni e sussidi mirati a disposizione delle famiglie vulnerabili. In pratica, quello che in Italia nell'arco di quasi tre anni, è stato fatto con il Superbonus e altri bonus edilizi.

Gli ultimi cambi normativi -  vedi il Decreto Aiuti-quater e il Decreto Blocca Cessioni - spingono in direzione opposta. Vedremo se la Direttiva sarà una spinta per rivedere nuovamente i meccanismi dei bonus edilizi, ponendoli maggiormente in linea con quello che chiede l'Europa o se l'unica strada percorribile, eventualmente, sarà quella delle detrazioni sulle spese sostenute per gli interventi. Il tutto senza dimenticare un dato evidenziato da più parti (ANCE e Federcepicostruzioni, solo per evidenziarne alcuni) ovvero che nel nostro Paese in Italia non sono in regola oltre 9 milioni di edifici su 12,2, vale a dire quasi 3 edifici su 4. Come ha spiegato ANCE, senza incentivi si tornerà ai dati pre Superbonus, ovvero a 3000 ristrutturazioni profonde l'anno, mentre per raggiungere gli obiettivi richiesti dall'Europa il ritmo dovrebbe essere di 180mila, sostenibile soltanto in presenza di agevolazioni che mettano tutti nell condizioni di effettuare (e recuperare) una spesa simile.



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