Direttiva case green: approvata nuova mozione alla Camera

Secondo la Lega, la Direttiva sarebbe un chiaro attacco all'economia e al patrimonio edilizio italiano e dovrà essere oggetto della più dura opposizione

di Redazione tecnica - 09/03/2023

Nella seduta dell'8 marzo 2023, la Camera dei Deputati ha esaminato e approvato la mozione presentata dalla Lega relativa alle iniziative in relazione alla proposta di direttiva europea sulla prestazione energetica nell'edilizia.

Direttiva case green: la mozione 1/00038

Nel dettaglio, la mozione a prima firma del deputato Riccardo Molinari (Lega-Salvini Premier) prende in considerazione l'esame europeo in corso sul progetto di direttiva sull'efficienza energetica nell'edilizia (Direttiva case green), proposta dalla Commissione europea il 15 dicembre 2021, che fa parte delle misure da adottare nell'ambito del "Fit for 55", al fine di raggiungere gli obiettivi di efficientamento energetico e decarbonizzazione fissati a livello europeo.

Una direttiva che al momento prevede l'introduzione di standard minimi di prestazione energetica per gli edifici, con l'introduzione di obblighi di riqualificazione per migliorarne il rendimento energetico. Ogni Stato membro dovrà stabilire la propria strategia a lungo termine nell'ambito di un piano nazionale di ristrutturazione degli edifici, per sostenere la modernizzazione del parco nazionale di edifici residenziali e non residenziali, sia pubblici che privati, in vista dell'obiettivo della neutralità climatica al 2050.

L'attuale versione della direttiva, dopo il primo via libera del Parlamento europeo, prevede che tutti gli immobili residenziali dovranno raggiungere:

  • almeno la classe energetica E entro il 1° gennaio 2030
  • la classe D dopo altri tre anni, nel 2033;

ed essere ad emissione zero nel periodo compreso tra il 2040 e il 2050.

Obblighi importanti, anche se a lungo termine, che nel caso non fossero raggiunti comporterebbero l'applicazione delle sanzioni ai singoli Stati.

Le peculiarità del patrimonio immobiliare italiano

Benché una delle proposte iniziali prevedesse che fosse impedita la vendita o l'affitto della casa se non fosse stata a norma con l'efficienza energetica (ipotesi che sembra tramontata), la mozione della Lega rileva che le conseguenze di questa direttiva saranno disastrose per chi non avrà la possibilità di intervenire sul proprio immobile.

Secondo la mozione "l'Unione europea dimostra ancora una volta di non conoscere le diversità che caratterizzano gli Stati membri e più nel dettaglio le particolarità dell'edilizia e urbanistica italiana e del patrimonio immobiliare italiano".

Viene rilevato, infatti, che l'Italia ha visto crescere il proprio tessuto urbano tra gli anni '60 e '80 del XX secolo, con una netta diminuzione delle costruzioni nei decenni successivi. Molte costruzioni sono precedenti alle normative sul risparmio energetico e sulla sicurezza sismica oppure sono state edificate in zone che solo successivamente sono divenute aree protette e sottoposte a vincolo.

Considerazioni che non sarebbero state prese in considerazione dalle istituzioni europee che non avrebbero compreso le diversità tra il patrimonio immobiliare italiano e gli edifici dei Paesi nordici, quasi tutti di recente costruzione.

"L'Italia - rileva la mozione - ha alle sue spalle una lunga storia edilizia che non può essere di colpo adeguata a standard moderni imposti dalle pressanti richieste di ambientalismo ideologico".

Entrando nel dettaglio, secondo lo studio condotto dal Ministero dell'economia e delle finanze e dall'Agenzia delle entrate, il patrimonio edilizio italiano si compone di oltre 57 milioni di unità immobiliari, di cui almeno 19,5 milioni sono abitazioni principali. La maggior parte degli immobili italiani ha una classe energetica di riferimento tra G e F. L'avanzamento di classe energetica richiede solitamente un taglio dei consumi di circa il 25%, con interventi come cappotto termico, sostituzione degli infissi, nuove caldaie a condensazione, pannelli solari. Una serie di interventi, nonché opere di ristrutturazione e ammodernamento, che necessitano di ingenti investimenti economici per il raggiungimento dei minimi previsti dalla Commissione europea.

"Imporre dall'alto e in maniera indistinta l'efficientamento energetico - conferma la mozione - significa gravare i cittadini di un ingiustificato esborso economico che si sommerebbe al già complesso periodo di crisi derivante dal Covid e dal «caro energia»".

Conclusioni

"La direttiva proposta - conclude la mozione - si esplica come un chiaro attacco all'economia e al patrimonio edilizio italiano e, pertanto, dovrà essere oggetto della più dura opposizione" e per questo è stato chiesto (e approvato) di impegnare il Governo affinché siano adottate le iniziative di competenza presso le competenti istituzioni europee al fine di scongiurare l'introduzione di una disciplina quale quella di cui in premessa, nell'ottica di tutelare le peculiarità dell'Italia e, dunque, garantire al nostro Paese la necessaria flessibilità per raggiungere obiettivi di risparmio energetico più confacenti alle proprie caratteristiche.

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