Terremoto Emilia Romagna: Linee di indirizzo agibilità sismica capannoni monopiano

21/06/2012

Il gruppo di lavoro "Agibilità sismica dei Capannoni Industriali" (composto da rappresentanti di Protezione civile, Reluis, Consiglio nazionale degli ingegneri, Assobeton) in collaborazione con la Federazione Regionale Ordini Ingegneri dell'Emilia Romagna ha presentato ieri una bozza (datata 19/06/2012, ver. 1.0) delle "Linee di indirizzo per interventi locali e globali su edifici industriali monopiano non progettati con criteri antisismici".
Si tratta di linee di indirizzo che non hanno in alcun modo carattere prescrittivo e/o cogente e che mirano a fornire alcune soluzioni tecniche (che certo non esauriscono un problema complesso e delicato quale quello in oggetto), stimolando, al tempo stesso, lo sviluppo della consapevolezza del bagaglio di conoscenze necessarie a dare, in tempi molto brevi, una risposta ad imprescindibili questioni di sicurezza, con un impatto fortissimo su questioni economiche e sociali.

Le linee di indirizzo, facendo riferimento all'articolo 3, comma 8 del decreto-legge 6/6/2012, n. 74 che ha suscito grandi perplessità tra i tecnici, precisano che la norma fornisce un quadro sintetico delle carenze più rilevanti che evidentemente ostano al conseguimento a breve termine dei requisiti minimi di sicurezza per l'esercizio delle costruzioni industriali e che quindi devono essere sanate prioritariamente, ivi comprese le scaffalature metalliche per lo stoccaggio di lavorati e semilavorati suscettibili di interazioni con le strutture principali degli edifici industriali.
Sotto il profilo tecnico, quindi, lo scenario delineato dal D.L. per conseguire gli obiettivi di superamento dell'emergenza e di miglioramento della sicurezza per la salvaguardia delle vite umane richiede un processo coordinato e realizzato in due fasi:
  • la prima nella quale si garantisce l'eliminazione delle carenze strutturali più rilevanti, nel rispetto del comportamento complessivo dell'organismo strutturale;
  • la seconda nella quale si interviene in maniera estesa e sistematica per il conseguimento delle prestazioni richieste dal comma 10 dell'art. 3 del DL 74/2012, integrando in un contesto più ampio e incisivo i correttivi posti in essere nel corso della prima fase.

Le due fasi trovano riscontro nel capitolo 8 delle NTC 2008, e in particolare dal par. 8.4, nelle due categorie di interventi:
  • riparazioni o interventi locali che interessino elementi isolati, e che comunque comportino un miglioramento delle condizioni di sicurezza preesistenti - fase 1;
  • interventi di miglioramento (globali) atti ad aumentare la sicurezza strutturale esistente - fase 2.

Le due fasi, in altri termini, appartengono ad una strategia generale di tipo additivo, in cui gli interventi di prima fase, oltre a consentire il rilascio del certificato di agibilità sismica e, con esso, la ripresa delle ".....normali condizioni di vita e di lavoro..." , costituiscono una parte del più complesso insieme di opere che consentirà il raggiungimento delle prestazioni di sicurezza sismica previste dalle vigenti norme tecniche NTC 2008.

Le linee di indirizzo trattano i seguenti argomenti:
  • danneggiamenti registrati negli edifici produttivi in seguito all'evento sismico del 20-29 maggio 2012;
  • tipologie strutturali di edifici prefabbricati progettati in assenza di criteri antisismici;
  • principi e criteri di intervento;
  • schede tecniche per il dimensionamento, la cantierizzazione e l'esecuzione degli interventi.

A cura di Gabriele Bivona


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