Gli Architetti al Ministro Lupi: aprire il mercato dei lavori pubblici ai giovani

"Aprire il mercato dei lavori pubblici ai giovani architetti ed a quelli che non sono titolari di strutture professionali di notevoli dimensioni". Continua i...

06/05/2013
"Aprire il mercato dei lavori pubblici ai giovani architetti ed a quelli che non sono titolari di strutture professionali di notevoli dimensioni". Continua il pressing del Consiglio Nazionale degli Architetti P.P.C. al Governo entrante, a cui è stata richiesta maggiore sensibilità per giovani e piccoli professionisti in un settore ormai in crisi da troppo tempo: quello dei lavori pubblici.

"L'accesso al mercato dei Lavori Pubblici - sottolinea Rino La Mendola, vicepresidente del CNAPPC e presidente del dipartimento Lavori pubblici - è attualmente sbarrato per gli effetti determinati dall'art. 263 del Regolamento di attuazione del codice dei contratti, il quale prevede che le stazioni appaltanti, redigendo il bando per gli affidamenti di servizi di architettura e di ingegneria, fissino tra i requisiti tecnico-economici necessari per partecipare alla gara, non solo il fatturato che il concorrente deve dimostrare di avere maturato negli ultimi 5 anni (da due a quattro volte l'importo del servizio oggetto della gara), ma anche il personale tecnico (dipendenti o consulenti stabili) di cui il concorrente deve dimostrare di avere fruito negli ultimi tre anni (da due a tre volte il numero stimato nel bando)".

Il vicepresidente La Mendola ha, dunque, posto l'accento sul problema dei requisiti di partecipazione previsti dal D.P.R. n. 207/2010 che con l'art. 263 prevede dei requisiti eccessivamente stringenti che hanno ormai escluso giovani e piccoli professionisti dal mercato dei lavori pubblici.

"Tali stringenti ed anacronistici vincoli - ha correttamente sottolineato La Mendola - assumono oggi effetti devastanti ed allarmanti proprio perché la crisi economica, che ha particolarmente colpito il settore negli ultimi anni, ha di fatto impedito alla stragrande maggioranza dei professionisti di conseguire o di conservare il possesso dei requisiti richiesti, determinando il rischio che il mercato dei Lavori Pubblici sia sempre più riservato ad un numero estremamente limitato di soggetti erogatori di servizi di architettura e ingegneria".

Come evidenziato, infatti, dal CNAPPC, dai dati ricavati dal monitoraggio dell'Agenzia delle Entrate per l'applicazione degli studi di settore, per l'anno 2011, risulta che su 55.645 contribuenti esaminati, solo 141 hanno fruito di un numero di collaboratori (addetti) tra 5 e 10, per una percentuale pari allo 0,3%. Ciò significa che, nelle gare per l'affidamento di servizi di architettura e ingegneria di importo stimato superiore a 100.000 euro, per le quali il bando pubblicato dalla stazione appaltante imponga un numero di "addetti" superiore a cinque (requisito chiesto in più del 90% delle gare bandite sul territorio nazionale), si registra di fatto la grave ed inammissibile estromissione dal mercato di oltre il 99,7% dei professionisti.

"E' una priorità - conclude il vicepresidente La Mendola - che il Parlamento ed il Governo si facciano interpreti delle esigenze della stragrande parte dei progettisti italiani imponendo una modifica della procedura in atto che alimentando la crisi economica, grava in modo particolare sui professionisti, tradendo peraltro i principi delle direttive comunitarie e dello stesso codice dei contratti, in materia di libera concorrenza".

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