Codice antimafia: via libera definitivo al testo

28/09/2017

"Da oggi ci sono più strumenti per combattere la mafia, più trasparenza nella gestione dei beni confiscati, più garanzie per chi è sottoposto a misure di prevenzione. Una buona notizia per la lotta alla criminalità organizzata e per lo Stato di diritto".

Questo il commento del ministro della Giustizia Andrea Orlando all'approvazione definitiva (259 voti a favore, 107 contrari e 28 astenuti) da parte dall'Aula di Montecitorio del Codice antimafia.

Queste in dettaglio le misure previste dalla nuova norma:

  • MISURE PER CORROTTI - Si allarga la cerchia dei possibili destinatari di misure di prevenzione: oltre a chi è indiziato per aver aiutato latitanti di associazioni a delinquere, la riforma inserisce anche chi commette reati contro la pubblica amministrazione, come peculato, corruzione (ma solo nel caso di reato associativo) - anche in atti giudiziari - e concussione
  • SEQUESTRO-CONFISCA PIU'EFFICACI - L'applicazione delle misure di prevenzione patrimoniali è resa "più veloce e tempestiva" prevedendo una "trattazione prioritaria". Nei tribunali dei capoluogo sede di corte d'Appello si istituiranno sezioni o collegi specializzati per trattare in via esclusiva i procedimenti. Si estendono i casi di confisca allargata, quando viene accertato che il patrimonio dell'autore del reato è sproporzionato rispetto al reddito e il condannato non è in grado giustificare la provenienza dei beni. Quando non viene applicata la confisca si può avere l'amministrazione giudiziaria e il controllo giudiziario. Confisca allargata obbligatoria per alcuni ecoreati e per l'autoriciclaggio e si applica anche in caso di amnistia, prescrizione o morte di chi l'ha subita
  • CONTROLLO GIUDIZIARIO AZIENDE SE RISCHIO INFILTRAZIONE - Introdotto l'istituto del controllo giudiziario delle aziende in caso di pericolo concreto di infiltrazioni mafiose. Il controllo è previsto per un periodo che va da uno a 3 anni e può anche essere chiesto volontariamente dalle imprese
  • STOP INCARICHI A PARENTI - "Maggiore trasparenza nella scelta degli amministratori giudiziari, con garanzia di competenze idonee" e di "rotazione negli incarichi". Viene modificato il procedimento di nomina e revoca dell'amministratore giudiziario di beni confiscati: l'incarico non potrà essere dato a parenti né a "conviventi e commensali abituali" del magistrato che lo conferisce. E' la cosiddetta "norma Saguto", dal nome dell'ex presidente della sezione misure di prevenzione del tribunale di Palermo sospesa e indagata per corruzione. Il governo è delegato a disciplinare un regime di incompatibilità da estendere ai curatori fallimentari: stop a chi ha parentela, affinità, convivenza o assidua frequentazione con uno qualunque dei magistrati dell'ufficio giudiziario che conferisce l'incarico
  • SOSTEGNO AZIENDE SEQUESTRATE - Per favorire la ripresa delle aziende sequestrate nasce un fondo da 10 milioni di euro l'anno e misure per aiutare la prosecuzione delle attività e la salvaguardia dei posti di lavoro. Gli imprenditori del settore matureranno, dopo un anno di collaborazione, un diritto di prelazione in caso di vendita o affitto dell'azienda e la possibilità di un supporto tecnico gratuito. Novità sulla segnalazione di banche colluse con la malavita
  • AGENZIA RIDISEGNATA - Viene riorganizza l'Agenzia nazionale per i beni confiscati dotandola di un organico di 200 persone e che rimane sotto la vigilanza del ministero dell'Interno. La sede centrale sarà a Roma e avrà un direttore - non per forza un prefetto - che si occuperà dell'amministrazione dei beni dopo la confisca di secondo grado. Ridefiniti i compiti, potenziata l'attività di acquisizione dati e il ruolo in fase di sequestro con l'obiettivo di consentire un'assegnazione provvisoria di beni e aziende, che l'Agenzia può anche destinare beni e aziende direttamente a enti territoriali e associazioni.
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