Codice dei contratti e nuovo Regolamento unico, UNIONSOA: 'Abbiamo chiesto al Governo maggiore impegno per semplificazione'

06/12/2019

UNIONSOA – l’Associazione Nazionale Società Organismi di Attestazione – ha partecipato alle audizioni presso la Commissione istituita a supporto giuridico-amministrativo del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti per lavorare sulla bozza del nuovo Regolamento unico del codice degli appalti.

Abbiamo studiato molto attentamente l’impianto complessivo e ogni articolo della bozza di regolamento oggetto della consultazione. Riteniamo, infatti, questo passaggio davvero importante per tutto il nostro settore e proprio per questo vogliamo ringraziare, oltre al Ministro Paola De Micheli, il Presidente Raffaele Greco e tutti i componenti della Commissione per questo momento di confronto con associazioni e istituzioni esperte in materia. Auspichiamo che la Commissione tenga conto dei contributi emersi da questo incontro, così da rendere ancora più efficace il testo”, commenta Tiziana Carpinello, Presidente di UNIONSOA.

Il regolamento unico integrativo e attuativo del Codice Appalti, è stato previsto dal decreto Sblocca Cantieri al fine di superare il sistema di “soft law” che ha rappresentato una delle maggiori novità del codice dei contratti pubblici del 2016. Da allora però, le linee guida Anac da una parte, e i decreti ministeriali dall’altra, sono stati oggetti di diverse critiche tanto da indurre determinando Governo e Parlamento a un ritorno al regolamento unico.

Al momento, il provvedimento si compone di 259 articoli (n.d.r. l'ultima bozza ne contiene 273) e proprio su alcuni di questi si è espresso nel corso dell’audizione Rosario Parasiliti, Vicepresidente di UNIONSOA: “In linea generale questo regolamento non raggiunge gli obiettivi di semplificazione amministrativi necessari per l’iter di attestazione delle imprese. Sono state inserite alcune disposizioni certamente apprezzabili nell’ottica di migliorare la trasparenza e la legalità del mercato degli appalti pubblici: tra queste, ad esempio, la previsione del fascicolo virtuale e la modifica del massimale per la polizza professionale prestata dalle SOA. Tuttavia, altre disposizioni possono e devono essere migliorate per garantirne l’efficacia e determinare reali benefici all’intero sistema. Il riferimento è, in particolare, all’ introduzione dell’obbligo per le SOA di adottare il modello organizzativo previsto dal D.Lgs. 231/2001, alla conferma dell’utilizzo dei 15 anni quale periodo utilizzabile anche per i requisiti di natura economica, all’introduzione della possibilità per le SOA di accedere alle banche dati nazionali e, infine, a un aumento più consistente dell’organico minimo delle società organismo di attestazione”.

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