Crollo Fiume Magra: il CNI chiede di mettere finalmente al centro sicurezza e prevenzione

10/04/2020

Indossare ancora una volta l’abito della prevenzione solo nelle giornate delle tragedie non è più accettabile; non servono dibattiti e fiumi di parole, serve solo una azione organica e programmata efficace. Occorre mettere mano, una volta per tutte e con urgenza, agli interventi di manutenzione di tutte le infrastrutture del Paese”.

Con queste parole Armando Zambrano, Presidente CNI, ha commentato il crollo del ponte sul fiume Magra, a Caprigliola, lungo la strada statale 330 tra i Comuni di Aulla (MS) e La Spezia.

Questo evento rimanda immagini incredibili di un collasso totale di ogni elemento tecnico di un ponte ricostruito nel 1949, quasi “com’era-dov’era” quello originario colpito dai bombardamenti della guerra. Solo il lock down imposto dalla legge a seguito del Covid-19 evita che oggi si debbano piangere altre vittime in aggiunta a quelle che ogni giorno fa la pandemia.

L’attuale crisi sanitaria non ha ridotto l’insieme delle tante altre patologie più o meno gravi, o diminuito il bisogno di assistenza e di cure di tantissime persone che non hanno contratto il virus. Allo stesso modo questo nuovo crollo ricorda a tutte le coscienze quanto sia importante l’azione preventiva “in tempo di pace” e quanto essa sia non più rinviabile soprattutto nel campo sella sicurezza delle infrastrutture.

Le Linee Guida sulla Classificazione del rischio, la valutazione della sicurezza ed il monitoraggio dei Ponti esistenti, che saranno sottoposte domani al Voto dell’Assemblea Generale del Consiglio dei lavori pubblici, costituiscono oggi più che mai lo strumento che serve per affrontare davvero il problema della prevenzione. Quelle Linee Guida sono però solo uno strumento tecnico che sarà del tutto inefficace senza una volontà politica che finalmente si muova con la decisione necessaria in questa direzione.-

Nel momento in cui il paese offre ad un nemico invisibile le sue capacità di resilienza, oltre alla resistenza generosa di tantissimi professionisti della sanità, il nemico visibile del degrado di strutture progettate e costruite con altri scopi e prestazioni può e deve essere affrontato e sconfitto.

Il CNI, ancora una volta, chiede con forza alla politica di mettere il problema della sicurezza delle infrastrutture e della prevenzione in generale al centro di un processo in cui non hanno senso maggioranze ed opposizioni destinate ad alternarsi in periodi decisamente più brevi della lungimiranza politica e della continuità di gestione che serve per questa sfida.  

Su questo, come su tanti altri aspetti, il filo della fiducia e della sintonia tra società e politica rischia di spezzarsi definitivamente.

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