Ecobonus: misura da rivedere, allargare platea detrazioni anche a infissi e schermature solari

13/05/2020

L’emergenza determinata dalla pandemia Covid-19 e dal conseguente lockdown produttivo determinerà nel 2020, una fortissima riduzione dei fatturati delle aziende, che non potrà essere recuperata neppure in parte nel secondo semestre dell’anno se non entreranno in vigore immediatamente misure straordinarie in grado di indurre una ripresa della domanda soprattutto da parte da del consumatore finale, che nei prossimi mesi avrà grandi difficoltà economiche e una scarsissima propensione agli acquisti.

L’aumento delle aliquote delle detrazioni per l’Ecobonus esclusivamente rivolto a non meglio definiti interventi complessivi di riqualificazione energetica degli edifici è una misura che va nella direzione opposta a quella necessaria. Dall’incremento sono esclusi, infatti, tutti i singoli interventi comprese le sostituzioni di serramenti e schermature solari, ciò significa nei fatti condannare migliaia di Pmi all’inattività per mesi. Mesi indispensabili per la sopravvivenza del tessuto industriale del settore.

Chiediamo pertanto al Governo che nel Dl Rilancio il cosiddetto Ecobonus con aliquota rafforzata del 110% sia esteso anche a tutte le tipologie di intervento previste sino ad oggi nel regime delle detrazioni fiscali per la riqualificazione energetica degli edifici o - in alternativa - misure che premino comunque significativamente e nel breve periodo tutti gli interventi, a partire dai più agili e immediati e comprendendo, ovviamente, anche gli interventi complessivi.

Solo il comparto dei serramenti e delle schermature (non l’unico penalizzato da questo provvedimento scriteriato) significa un tessuto di oltre 16.000 imprese con oltre 200.000 addetti diretti che nel 2019 hanno sviluppato un fatturato di più di 5 miliardi di euro e contribuito negli anni in modo determinante ad un percorso di risanamento energetico del Paese possibile e praticabile, fatto di migliaia di piccoli interventi di grande qualità.

È questo in sintesi il senso della lettera inviata oggi alla presidenza del Consiglio da 15 associazioni di categoria.

A cura di FederlegnoArredo

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