ISTAT: la povertà assoluta tocca il valore più elevato dal 2005

04/03/2021

L'ISTAT ha diffuso le stime preliminari della povertà assoluta per l’anno 2020 insieme alle stime preliminari delle spese per consumi delle famiglie che costituiscono la base informativa per gli indicatori di povertà assoluta. E i valori non sono certamente dei più buoni.

Povertà assoluta: la rilevazione ISTAT 2020

L'analisi condotta dal'ISTAT, le cui stime definitive saranno rese a giugno 2021, offre un quadro chiaro delle conseguenze che la grave crisi economica prodotta dalla pandemia e dall’emergenza sanitaria ha determinato sulle condizioni di vita delle famiglie nell’anno trascorso.

Secondo le stime preliminari la povertà assoluta torna a crescere e tocca il valore più elevato dal 2005.

Le stime preliminari del 2020 indicano valori dell’incidenza di povertà assoluta in crescita sia in termini familiari (da 6,4% del 2019 al 7,7%, +335mila), con oltre 2 milioni di famiglie, sia in termini di individui (dal 7,7% al 9,4%, oltre 1 milione in più) che si attestano a 5,6 milioni.

Nell’anno della pandemia si azzerano i miglioramenti registrati nel 2019. Dopo quattro anni consecutivi di aumento, si erano infatti ridotti in misura significativa il numero e la quota di famiglie (e di individui) in povertà assoluta, pur rimanendo su valori molto superiori a quelli precedenti la crisi avviatasi nel 2008, quando l’incidenza della povertà assoluta familiare era inferiore al 4% e quella individuale era intorno al 3%. Pertanto, secondo le stime preliminari del 2020 la povertà assoluta raggiunge, in Italia, i valori più elevati dal 2005 (ossia da quando è disponibile la serie storica per questo indicatore).

Capone (UGL): "Dati agghiaccianti, necessarie politiche di welfare a sostegno delle famiglie e del lavoro"

L’Istat ha fotografato un'Italia in declino - ha commentato Paolo Capone, Segretario Generale dell’UGL - nel 2020 si sono registrati un milione di nuovi poveri, per un totale di oltre 2 milioni di persone in povertà assoluta. Un dato allarmante che ci deve far riflettere su quanto sia necessario invertire l'attuale deriva del Paese. L'aumento è agghiacciante: si tratta di 335 mila famiglie indigenti in più (+7,7%) rispetto al 2019. La povertà è cresciuta maggiormente al Nord, colpendo principalmente la fascia di età tra i 35 e i 44 anni. In tal senso, i fondi previsti dal Recovery Plan devono essere utilizzati con intelligenza, mettendo in campo politiche di welfare a favore delle famiglie e dell’occupazione, investendo, peraltro, maggiori risorse nella formazione per agevolare il matching tra domanda e offerta di lavoro”.

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