Nubifragio Catania, i geologi: eccessiva antropizzazione e cementificazione del territorio

28/10/2021

Catania, il giorno dopo. All'indomani del nubifragio che ha flagellato il capoluogo etneo e l’intera provincia provocando la morte di un uomo e danni ingenti, interviene Fabio Tortorici, Consigliere del Consiglio Nazionale dei Geologi, che denuncia: “Catania si allaga ancora una volta perché sprovvista di un ‘canale di gronda’, pronto solo sulla carta. Gli eventi disastrosi che hanno colpito la fascia ionica siciliana e in particolare la città, da un lato sono il frutto della spiccata antropizzazione e cementificazione dell’area pedemontana sud orientale etnea, che ha ridotto l’infiltrazione delle acque meteoriche nel sottosuolo, dall’altro sono la conseguenza della mancata realizzazione di adeguate opere di regimazione e smaltimento delle acque bianche.”

Consiglio Nazionale Geologi: antropizzazione e cementificazione causa degli allagamenti a Catania

“La mano dell’uomo – continua Tortorici - ha spesso avuto un ruolo predominante su alcune scelte errate dello sviluppo urbanistico. Una parte meridionale della città si è sviluppata sul corso del fiume Amenano, una naturale linea di impluvio che è stata tombata e su cui sono state realizzate abitazioni. Questo corso d’acqua alimentava il lago di Nicito, in parte ricoperto dalla colata lavica che raggiunse Catania nel 1669 ed in parte obliterato dalla antropizzazione con la costruzione di palazzi. Non è un caso se le aree in cui scorreva l’Amenano (Pescheria, piazza Alcalà, Piazza S. Francesco, villa Pacini, ecc.) oggi sono state invase dal ruscellamento delle acque che si sono riappropriate del loro originario percorso”.

CNG: i cambiamenti climatici costringono a rivedere piani di intervento e di emergenza

Oltre 200 mm di pioggia caduti in meno di 24 ore, oltre 600 mm in 3 giorni: sono i numeri impressionanti del “Medicane” l’uragano mediterraneo che ha investito la città. In proposito è intervenuto anche Filippo Cappotto, Vice Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi, sottolineando che “Gli eventi estremi nell’area mediterranea si stanno facendo sempre più frequenti a causa del cambiamento climatico con la temperatura media dell’area in continua risalita e la circolazione meteorologica in evoluzione. Questi eventi possono concentrarsi puntualmente in una determinata area e la loro evoluzione non è facile da prevedere con tempi di risposta adeguati del sistema, ma dobbiamo conoscere i nodi critici del nostro territorio e i Piani di Emergenza. È fondamentale che tutti i comuni si dotino di piani di Protezione Civile adeguati che definiscano con chiarezza gli scenari e i modelli di intervento e che vengano attivati con decisione e giusta consapevolezza già in fase di pre-emergenza”.

A questo proposito, il Vice Presidente ha anche ribadito che è necessario pensare a strategie di gestione territoriale non più legata solo ed esclusivamente ad opere strutturali, ma a misure associate al monitoraggio esperto e continuo di un territorio complesso, dove il reticolo idrografico superficiale è stato più volte obliterato e modificato dalle colate laviche. Conclude Cappotto: “Il sistema di difesa del suolo deve seguire nuove politiche ambientali volte alla rinaturalizzazione del territorio, sfruttando sempre più competenze di professionisti geologi, formati per la realizzazione di quella ‘progettazione geologica’ che deve essere avulsa dalla cementificazione ricorrente, molto spesso rivelatasi non risolutiva, ma addirittura causa dello stesso fenomeno”.

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