Superbonus 110%: dal Parlamento sollecitazioni all'Agenzia delle Entrate

23/09/2022

All'indomani dell'entrata in vigore della legge di conversione del Decreto Aiuti-bis, il comparto dell'edilizia si domanda se le modifiche alla responsabilità solidale e concorso nella violazione possano essere utile a sbloccare la stasi del mercato dei crediti edilizi.

Il blocco dei crediti

Un blocco che ha avuto delle immediate ripercussioni sull'economia reale di contribuenti, imprenditori e professionisti impegnati nei lavori di superbonus 110%, che si ritrovano i primi con i cantieri fermi e gli altri con le difficoltà generate dai cassetti fiscali pieni di crediti senza possibilità di conversione in liquidità.

Come più volte rilevato dalla nostra redazione, l'ultima modifica al Decreto Rilancio (la ventesima in 28 mesi) potrebbe non avere alcun effetto se l'Agenzia delle Entrate non tornerà sui concetti espressi nella sua ultima circolare n. 23/E/2022 in cui ha definito dei criteri eccessivamente "cautelativi" per dimostrare la diligenza dei cessionari escludendo la responsabilità solidale.

La sollecitazione all'Agenzia delle Entrate

Il concetto è stato recentemente espresso dal senatore del M5S Gianni Pietro Girotto che ha raccontato una "lunghissima telefonata" con i vertici di Agenzia delle Entrate.

"Il M5S - afferma Girotto - ha in questi giorni più volte sollecitato l'Agenzia delle entrate a contribuire, per quanto di sua competenza, allo sblocco dei crediti fiscali legati al Superbonus e a agli altri bonus edilizi. Il che significa che l'Agenzia deve nel minor tempo possibile, tramite circolare, dare istruzioni per far sì che il meccanismo di cessione venga alleggerito dalla responsabilità solidale del cessionario, ferma restando la responsabilità per dolo e colpa grave, esattamente come previsto dal Dl aiuti bis, così migliorato grazie al pressing del M5S".

"Chiediamo - continua il senatore dei 5S - che la stessa Agenzia delle entrate si adoperi per fluidificare al massimo l'altra grande novità che siamo riusciti a inserire nel primo decreto aiuti, ovvero la cessione libera dalle banche a tutti i propri clienti, eccezion fatta per le persone fisiche. Da stime accreditate, risulta infatti che questo passaggio potrebbe liberare una capienza fiscale annua di società e partite Ive da 100 miliardi, cifra in grado di restituire lo strumento della cessione dei crediti d'imposta a tutte le sue grandi potenzialità".

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