Cessione dei crediti edilizi, Guardia di Finanza: sequestro preventivo crediti d’imposta inesistenti per oltre 3,6 miliardi di euro

01/12/2022

Proseguono le audizioni per la conversione del Decreto Aiuti-quater e la pubblicazione di nuove memorie depositate al Senato. Tra le ultime si segnala quella della Guardia di Finanza che ha evidenziato alcuni dati relativi all'utilizzo fraudolento del meccanismo di cessione dei crediti edilizi.

I rilievi della Guardia di Finanza

La Guardia di Finanza ha evidenziato che le attività investigative hanno messo in luce grandi rischi di frode e di riciclaggio derivanti dalla circolazione non adeguatamente presidiata di tali crediti d’imposta.

Di seguito uno stralcio dei rilievi contenuti nella memoria.

"Le indagini svolte dalla Guardia di Finanza, in sinergia con l’Agenzia delle entrate, hanno tuttavia fatto emergere come la loro circolazione illimitata e non adeguatamente monitorata potesse essere la leva per architettare complesse condotte evasive.

Per fornire un esempio, cito quanto emerso in un’indagine che si è tradotta – la settimana scorsa – in un provvedimento di sequestro preventivo emesso dal Tribunale di Verona.

I finanzieri scaligeri, anche in collaborazione con l’agenzia delle entrate, hanno svolto indagini delegate dalla locale procura della repubblica, su una frode in tema di bonus edilizi per oltre 15 milioni di euro. Sulla scorta degli elementi investigativi sinora raccolti, è emerso che gli interventi edilizi erano stati commissionati a una ditta individuale che di fatto non era operativa, le ristrutturazioni non risultavano essere state eseguite e comunque gli immobili interessati, in larga parte, non risultavano neppure nella effettiva disponibilità degli indagati.

Emblematico è anche il caso scoperto in provincia di Napoli, dove i finanzieri del gruppo di Frattamaggiore il 28 giugno scorso hanno accertato cessioni di crediti fittizi per circa 772,5 milioni di euro. Ai fini della successiva monetizzazione presso gli intermediari finanziari, i crediti inesistenti erano stati ceduti a persone prive di consistenze economiche, tra cui soggetti gravati da precedenti penali, parcheggiatori abusivi, percettori di reddito di cittadinanza e un detenuto. Il tempestivo intervento della Guardia di Finanza ha consentito di sequestrare quasi integralmente i crediti inesistenti generati dagli indagati, evitando, quindi, un ingente danno per le casse dello Stato".

L'entità delle frodi fiscali

A seguito delle indagini condotte da novembre 2021 (data di entrata in vigore delle misure antifrode di cui al D.L. n. 157/2021) sono stati sottoposti a sequestro preventivo crediti d’imposta inesistenti per oltre 3,6 miliardi di euro.

Crediti che, in assenza di un intervento tempestivo e coordinato tra gli organi dell’amministrazione finanziaria, sarebbero stati compensati con debiti tributari e previdenziali, con conseguenti ingenti perdite per l’erario.

Frodi fiscali: le casistiche

Dalle indagini condotte è emersa un'ampia casistica di frodi fiscali, le cui fenomenologie più ricorrenti possono essere così riassunte:

  • lavori edilizi necessari a conferire il diritto alla detrazione mai avviati;
  • crediti oggetto di plurime cessioni “a catena” che coinvolgono imprese con la medesima sede e/o con gli stessi legali rappresentanti, costituite in un breve arco temporale, che hanno ripreso ad operare dopo un periodo di inattività o che da poco si sono formalmente “riconvertite” all’edilizia, i cui soci o amministratori sono nullatenenti, irreperibili e/o gravati da precedenti penali;
  • immobili sui quali sarebbero stati eseguiti gli interventi agevolati non riconducibili ai beneficiari originari delle detrazioni;
  • lavori edilizi incompatibili con le dimensioni imprenditoriali dei soggetti che li avrebbero effettuati e che avrebbero praticato lo “sconto in fattura”;
  • provviste ottenute con la monetizzazione dei crediti trasferite all’estero o reinvestite in attività economiche, finanziarie, imprenditoriali o speculative.

Secondo la Guardia di Finanza "Particolarmente offensivo si è rivelato il citato fenomeno delle cessioni “a catena”, preordinate ad ostacolare i controlli e l’accertamento delle responsabilità dei soggetti coinvolti, rendendo, al contempo, difficoltosa per chi acquista il credito in buona fede e, in particolare, per gli istituti di credito, l’effettuazione di una corretta due diligence sui profili soggettivi e oggettivi delle operazioni".

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