Superbonus: anche con la cessione non è debito pubblico

15/02/2023

Pagabile o non pagabile, il credito fiscale derivante dai bonus edili non genera debito pubblico. È una proposta di classificazione corretta quella di Eurostat, emersa ieri in audizione al Senato, in merito ai bonus edili e merita di essere raccolta dall’Istat, che sarà chiamato a pronunciarsi in merito entro il 1° marzo”.

L'audizione al Senato

Questo il commento di Erica Mazzetti, deputata di Forza Italia, dopo l'audizione di ieri al Senato di ABI, Federcasse BCC ed Eurostat in merito all'annosa questione della classificazione dei crediti edilizi (come pagabili o non pagabili) ed in suoi effetti sui conti dello Stato.

Una discussione da cui sarebbero emerse delle indicazioni interessanti, che necessiteranno di una decisione di ISTAT entro l'1 marzo 2023, ma soprattutto cambierebbero enormemente le recenti decisioni sul meccanismo di cessione dei crediti edilizi.

Il parere dettagliato e molto autorevole di Eurostat - incalza la deputata Mazzetti - smonta una certa narrazione, purtroppo spesso prevalente, sui bonus edili e afferma una verità inequivocabile. I crediti non creano ulteriore debito, incidono solo e soltanto sul deficit; in più, per avere un quadro completo, è bene ricordare che generano notevoli entrate per lo Stato, secondo alcuni studi ben più alte di quanto indicate nelle relazioni tecniche, per non parlare delle ricadute benefiche su tutta l’economia”.

Cambi normativi causa del blocco della cessione

Per Mazzetti, c’è bisogno “di chiarezza e di distensione per riaprire il mercato delle cessioni dei crediti e di alimentare la fiducia in tutti gli attori della filiera, oggi purtroppo minata. In parallelo, il Governo è al lavoro per sblocco dei crediti, un problema che si è creato – ricorda – con i continui cambi di normativa, soprattutto dopo il nefasto decreto antifrodi”.

In una mozione di Forza Italia a prima firma Mazzetti, in discussione nelle prossime settimane, sono contenute alcune misure definite dalla stessa deputata “di buonsenso per disincagliare la situazione: frazionabilità ed eliminazione della responsabilità solidale su tutte. Non è criticando il governo Meloni, che ha ereditato il problema, che si arriva a una soluzione, solo portando avanti soluzioni concrete è possibile”.

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