Proroga Superbonus 110%, emendamenti bocciati al Senato

28/09/2023

Come spesso accaduto negli ultimi anni, le sorti della legge di conversione del Decreto Asset le conosceremo al primo giro di boa al Senato. Considerata la scadenza per la conversione del Decreto Legge n. 104/2023, fissata per il 9 ottobre 2023, e che il disegno di legge è ancora all'esame delle Commissioni riunite 8a e 9a del Senato, è molto probabile che alla Camera arriverà un testo blindato sul quale non si potrà fare altro che chiedere (e ottenere) un voto di fiducia.

Superbonus 110%, che ne sarà?

Benché in sede referente sia stata evidenziata la necessità di una proroga per i lavori in corso, soprattutto per i condomini, al fine di non penalizzare i cantieri ormai fermi da mesi a causa del blocco della cessione del credito ed evitare il rischio di infiltrazioni mafiose e fallimenti, la strada del superbonus sembra essere ormai segnata.

Il superbonus 110% terminerà (per i principali soggetti beneficiari) il 31 dicembre 2023.

Dopo questa data l'aliquota diminuirà per i soggetti beneficiari di cui all'art. 119, comma 9, lettera a) del Decreto Rilancio (condomini ed edifici da 2 a 4 u.i. monoproprietario) al:

  • 70% a partire dalle spese sostenute dall1 gennaio fino al 31 dicembre 2024;
  • 65% sulle spese sostenute dall1 gennaio fino al 31 dicembre 2025.

Per unifamiliari e u.i. autonome e funzionalmente indipendenti la norma ha concesso:

  • un superbonus 90% per i cantieri avviati nel 2023, per le spese sostenute fino al 31 dicembre 2023 e solo a patto che siano soddisfatti 3 requisiti;
  • l'estensione del superbonus 110% fino al 31 dicembre 2023 ma solo a chi il 30 settembre 2022 aveva già certificato il completamento del 30% dell'intervento complessivo.

Emendamenti bocciati al Senato

La conferma della mancata proroga per il superbonus 110% arriva durante i lavori delle commissioni Ambiente e Industria del Senato in cui tutti gli emendamenti relativi all'orizzonte temporale presentati agli articoli 24 e 25 del ddl di conversione sono stato bocciati dalle forze di maggioranza. Conferma ulteriormente avvolorata dalle dichiarazioni dei senatori del Partito Democratico Michele Fina, Lorenzo Basso e Nicola Irto: "Governo e maggioranza hanno bocciato tutti gli emendamenti in materia di superbonus. A nulla sono serviti gli appelli forti non solo di migliaia di cittadini e lavoratori preoccupati, ma anche di rappresentanti di categorie economiche come l’Ance, considerata testualmente dal Governo come portatrice di interessi tra tanti: Governo e maggioranza sono sordi davanti alle difficoltà che mettono in ginocchio famiglie e imprese".

"Tutto questo - proseguono i senatori - mentre la questione dei crediti incagliati mette in ginocchio esodati del superbonus e imprenditori onesti che si sono fidati dello Stato ma sono oramai relegati, sempre più, nel totale disinteresse del Governo. Si chiude così l’ennesimo giornata di lavori parlamentari nella quale le legittime aspettative di un intero comparto sono state ancora una volta mortificate e tradite".

Il commento della CNA

Una decisione che, come ammesso dalla Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa (CNA) avrà conseguenze pesantissime su imprese e famiglie.

"CNA giudica grave il voto della Commissione ambiente e industria del Senato che ha bocciato tutti gli emendamenti per la proroga nell’ambito della conversione del Decreto Asset - leggiamo in un comunicato - L’effetto sarà che migliaia di condomini dal prossimo primo gennaio vedranno scendere il beneficio dal 110% al 70% rendendo di fatto impraticabile terminare i lavori. Dall’osservatorio della CNA sono circa 20mila i cantieri che non potranno concludere gli interventi di riqualificazione con danni ingenti per le famiglie e per le imprese che sono ancora in attesa di risposte sull’emergenza dei crediti incagliati".

"La Confederazione - conclude - sottolinea la necessità che il decalage del Superbonus consenta di terminare i lavori già avviati che per i condomini, in moltissimi casi, richiedono tempi di realizzazione ben superiori a un anno. Le criticità provocate dalle continue modifiche dell’agevolazione non possono gravare esclusivamente su imprese e famiglie che hanno rispettato norme e procedure".

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