Tragedia Firenze: quando la sicurezza cantieri è più forma che sostanza
Quella del cantiere Esselunga di Firenze rappresenta solo l’ultima delle tragedie che riguardano il comparto delle costruzioni. Una disgrazia su cui si confrontano in televisione e sui giornali soggetti che, purtroppo, confermano alcune sensazioni che riguardano la gestione della sicurezza oltre che del patrimonio edilizio italiano.
Sarò molto brutale: sono stufo di sentire e leggere filosofi, economisti, giuristi, storici e giornalisti su argomenti puramente tecnici che dovrebbero essere trattati unicamente dalle figure normativamente e tecnicamente preposte a farlo.
L’Italia è sempre il Paese del “dopo”. Un Paese straordinario che riesce ad unirci tutti da nord a sud nella gestione emergenziale ma che difficilmente riesce a mettere a sistema competenze e professionalità di cui dispone già.
Post tragedia di Firenze ho già ricevuto diversi comunicati stampa che, ancora purtroppo, mi hanno fatto sorridere e al tempo stesso inorridire. Si è puntato il dito contro il subappalto, si è proposto l’inasprimento delle sanzioni e si è parlato di una tragedia “prevedibile”. In pochi (almeno sui media) sono riusciti ad evidenziare le grandi problematiche su cui occorrerebbe ragionare e trovare al più presto rimedio.
In Italia esiste in D.Lgs. n. 81/2008 conosciuto come “Testo Unico Sicurezza Lavoro” (TUSL) che racchiude in un unico testo normativo (benché copiosamente modificato negli anni) tutte le norme che riguardano la gestione della sicurezza in ogni contesto, cantieri inclusi.
La norma stabilisce responsabilità, procedure, professionalità, controlli e sanzioni che negli anni sono diventati più un business per chi si occupa di formazione che sostanza per chi si trova in cantiere a dovere lavorare in sicurezza. La gestione della sicurezza è diventata sempre più documentale più che sostanziale.
Trovo parecchio grave che a distanza di 16 anni dal TUSL si discuta ancora di subappalto a cascata come causa dell’assenza delle misure minime di sicurezza e non si punti, invece, il dito contro (ad esempio) le tempistiche serrate previste per l’utilizzo dei bonus edilizi che costringono le imprese a lavorare a ritmi indecenti. Il subappalto è solo una delle tante modalità di organizzazione, la sicurezza è tutta un’altra cosa!
Allo stesso modo, trovo indecente che non si riesca a trovare una soluzione efficace per la situazione del patrimonio edilizio e che tutti ne parlino solo al prossimo terremoto o crollo strutturale.
Per questo motivo, ho deciso di non pubblicare alcun comunicato stampa sul crollo di Firenze e mi appello alla sensibilità di tutti affinché il tema sicurezza possa essere affrontato con metodologia e professionalità di cui il Paese già dispone.
Ing. Gianluca Oreto
Direttore responsabile LavoriPubblici.it