Decreto Superbonus, le reazioni della politica e degli operatori

27/03/2024

È chiaro a tutti che sono stati fatti degli errori al momento della prima scrittura della norma, errori che hanno generato problemi di cui oggi paghiamo il conto, fermo restando che bisognerebbe certificare con i numeri le entrate e non solo le uscite. Rimangono degli aspetti da chiarire e perfino da correggere in fase di conversione del decreto: per esempio sulla cessione o sugli immobili appartenenti a onlus o in zone terremotate. Sono convinta ci sarà modo di farlo con modifiche chiare e condivise".

Il commento della politica

È questo il commento di Erica Mazzetti, componente VIII Commissione ambiente e responsabile dipartimento lavori pubblici di Forza Italia (FI), in merito al nuovo provvedimento sul Superbonus messo a punto dal Governo (cui FI fa parte) di cui si attende solo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale

Consapevoli che quando si parla di conti pubblici - aggiunge Mazzetti - si parla di soldi di tutti, che servono per fare programmazione ma anche per interventi emergenziali, siamo altrettanto coscienti che il settore dell'edilizia e in generale l'economia necessita di regole certe, per fare programmazione, e soprattutto di stabilità: questo non è accaduto con il bonus del governo giallorosso”.

Siamo, a tutti gli effetti, fuori - spiega la deputata di Forza Italia - dalla stagione dei bonus, bisogna accompagnare questa coda finale cercando di impattare il meno possibile sulle imprese e sui cittadini onesti che hanno investito, seguendo una legge dello Stato, e che da ieri sono nel panico; sono certa che ci sono tempi e modi per correggere un provvedimento uscito all'improvviso durante l'ultimo Cdm. Per fare le dovute correzioni servirà, infatti, confronto con la maggioranza, con le categorie economiche e gli ordini professionali della filiera edile".

"Dobbiamo imparare dagli errori - conclude l'esponente di FI - ma anche valutare razionalmente i progressi fatti, fermo restando che dovremo creare una nuova cornice per accompagnare i lavori di efficientamento degli edifici, che sono indispensabili".

L’allarme di Rete Irene

Certamente meno morbido il commento di Rete Irene (rete di imprese per l’efficienza energetica) che ha parlando di un nuovo stravolgimento che danneggia filiera e beneficiari e allontana il raggiungimento di obiettivi strategici.

Lo stop improvviso e totale a cessione del credito e sconto in fattura annunciato al termine dell’ultimo Consiglio dei Ministri - afferma Manuel Castoldi, Presidente di Rete Irene - ha creato un’ondata di preoccupazione sia in tutta la filiera degli operatori, sia tra i committenti degli interventi che non sanno se e quando i lavori potranno riprendere. Tra questi ultimi innumerevoli soggetti del terzo settore che hanno bisogno degli incentivi fiscali per riqualificare le loro strutture: si tratta di associazioni che assolvono ad un essenziale compito sociale, e che adesso non possono più contenere i loro consumi energetici o rendere più salubri i loro spazi attraverso la riqualificazione edilizia”.

Operatori e committenti - prosegue Castoldi - possono accettare una revisione degli incentivi per contenere la spesa, come quella proposta da Rete Irene negli ultimi mesi che subordina sconto in fattura e cessione del credito alla qualità o all’urgenza degli interventi. Risulta però del tutto impossibile fare e beneficiare della riqualificazione in un contesto normativo in continuo stravolgimento: un approccio che sorprende, specialmente considerata l’attenzione mostrata in altri casi dalla Maggioranza ad evitare cambiamenti normativi forti prima che le filiere interessate abbiano il tempo di adattarvisi. La riqualificazione edilizia, peraltro, va ben al di là degli interessi di filiera: contribuendo a decarbonizzazione, salubrità di immobili e città e sicurezza energetica dovrebbe essere regolata – e sostenuta – con politiche molto più affidabili e sistematiche”.

Temiamo - conclude il Presidente di Rete Irene - anche gli effetti che misure di questo tipo possono avere sulla prosecuzione del dialogo tra Governo e settore. Rete Irene continua a chiedere che sia abbandonata la logica della decretazione d’urgenza e che si risponda alle esigenze del bilancio pubblico e del settore con politiche stabili nel medio e lungo periodo. Provvedimenti di questo tipo, invece, continuano a tenere bloccato il settore e il dibattito politico nazionale in un “muro-contro-muro” da cui è difficile emergano soluzioni realmente costruttive, a beneficio di tutte le parti coinvolte”.

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