Equo compenso e Prestazioni gratuite: un mercato senza regole non è un mercato più competitivo

"Il confronto tra Commissione Lavoro del Senato e governo sull’equo compenso deve svolgersi nel segno della trasparenza. Ipotizzare attraverso la nota della ...

16/10/2017

"Il confronto tra Commissione Lavoro del Senato e governo sull’equo compenso deve svolgersi nel segno della trasparenza. Ipotizzare attraverso la nota della segreteria tecnica di un sottosegretario che occorre un negoziato con la Commissione europea è un modo ipocrita per cercare di fermare il provvedimento".

Lo scrive il Presidente della XI Commissione permanente (Lavoro, previdenza sociale), Maurizio Sacconi, all'interno del blog Amici di Marco Biagi, all'indomani della Sentenza n. 4614/2017 con la quale il Consiglio di Stato, ribaltando la decisione di primo grado, ha dato il via libera al Comune di Catanzaro per la redazione del Piano strutturale e del relativo Regolamento Edilizio Urbanistico (REU) con un importo a base di gara pari a 1 euro e un rimborso spese (preventivamente autorizzate ed effettivamente sostenute e documentate) nel limite massimo di 250 mila euro (leggi articoli).

Nonostante la sentenza riguardi un caso antecedente la pubblicazione del D.Lgs. n. 56/2017 (c.d. Decreto Correttivo) che ha modificato il D.Lgs. n. 50/2016 (c.d. Codice Appalti) obbligando le S.A. a legare l’importo da porre a base di gara all'utilizzo delle tabelle dei corrispettivi previsti dal D.M. 17 giugno 2016 (c.d. Decreto Parametri) e vietando forme di sponsorizzazione o di rimborso, ad eccezione dei contratti relativi ai beni culturali, si è ritornati a parlare di equo compenso e del Ddl n. 2858 recante "Disposizioni in materia di equità del compenso e responsabilità professionale delle professioni regolamentate" in esame al Senato, e della necessità di vietare alla Pubblica Amministrazione l'emanazione di bandi che prevedano richieste di prestazioni, incarichi, anche di consulenza, a titolo gratuito.

È stato, infatti, presentato un emendamento di Maria Grazia Gatti che prevede l'inserimento dell'Art. 3-bis (Divieto di esercizio di incarichi a titolo gratuito): "In ogni caso è fatto divieto alla Pubblica Amministrazione di emanare bandi che prevedano richieste di prestazioni, incarichi, anche di consulenza, a titolo gratuito".

Per quanto concerne l'equo compenso e la nota della segreteria tecnica di un sottosegretario che ha affermato che occorra un negoziato con la Commissione europea, Sacconi ha affermato "L’ipotesi parlamentare non reintroduce il sistema tariffario, peraltro tuttora presente in Germania perché compatibile con il diritto europeo, ma si limita a ribadire i vigenti criteri ministeriali ad uso del giudice chiamato a risolvere un contenzioso, definendo una presunzione di nullità, salvo prova contraria, delle clausole contrattuali che non li rispettano. Mai la Commissione Europea ha contestato questi criteri perché non poteva farlo. Così come mi auguro che il Mef non ipotizzi oneri aggiuntivi per le amministrazioni pubbliche partendo dal presupposto della possibile gratuita delle prestazioni professionali. Sarebbe infatti un presupposto in contrasto con quei criteri e con l’art. 36 della Costituzione. Se il Governo è contrario all’equo compenso lo deve dire al Parlamento in modo esplicito nonostante abbia recentemente approvato un ddl in materia per i soli avvocati. La tesi mercatista, secondo la quale il mercato deve essere privo di regole per esprimere tutta la sua energia benefica, confligge con la constatazione della rincorsa al ribasso della remunerazione e della qualità delle prestazioni. In ogni modo, la Commissione Lavoro presto voterà sugli emendamenti o sulle proposte sospensive e ciascun gruppo parlamentare dovrà esprimersi rendendo evidenti tutte le volontà politiche. Compresa quella del Governo".

A cura di Redazione LavoriPubblici.it

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