Servizi di Architettura e Ingegneria: dal CNAPPC il report 2018

Con l'inizio del nuovo anno è possibile tracciare un bilancio del secondo anno di applicazione delle nuove regole sugli appalti pubblici con particolare atte...

03/01/2019

Con l'inizio del nuovo anno è possibile tracciare un bilancio del secondo anno di applicazione delle nuove regole sugli appalti pubblici con particolare attenzione per i servizi di architettura e ingegneria.

Il primo riassunto è stato pubblicato dall’Osservatorio Nazionale sui Servizi di Architettura e Ingegneria (ONSAI) del Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori (CNAPPC) con i dati relativi ai 380 bandi analizzati nel corso del 2018 dalla rete degli Ordini degli Architetti italiani che hanno rivelato un miglioramento rispetto alle criticità rilevate nel 2017.

Al fine di comprenderne meglio il significato, abbiamo intervistato il coordinatore dell’Osservatorio Rino La Mendola, Vicepresidente del CNAPPC.

Domanda. Quali sono le sue riflessioni dopo la pubblicazione dei dati raccolti dall’ONSAI durante il 2018?

Risposta - I dati, relativi ai 380 bandi analizzati dalla rete degli Ordini degli Architetti italiani, nel corso del 2018, rivelano un netto miglioramento, rispetto ai dati relativi alle criticità rilevate nel 2017. Ciò è da attribuire soprattutto alle novità introdotte al testo originario del codice (D.Lgs.50/2016) dal cosiddetto “decreto correttivo” (D.Lgs.56/2017), in recepimento alle proposte dello stesso Consiglio Nazionale Architetti e della Rete delle Professioni Tecniche.

In particolare, è stata rilevata una notevole riduzione percentuale delle criticità censite nella check-list dell’Osservatorio, rispetto ai dati raccolti nell’anno precedente. Per fare un esempio, il mancato calcolo dei corrispettivi da porre a base di gara, in adempimento al cosiddetto “decreto parametri”, segna un -21% rispetto ai dati raccolti lo scorso anno, anche se la percentuale dei calcoli errati è ancora molto alta (38%); a seguire, la mancata motivazione per avere utilizzato il requisito del fatturato segna un -28%; mentre il mancato rispetto del divieto di far versare la cauzione provvisoria ai professionisti che partecipano ad una gara di progettazione, non fa registrare neanche un caso rispetto al 9% dello scorso anno.

Comunque per una lettura più ampia, basta rilevare i dati percentuali dal grafico a barre allegato al report di fine anno, che riporta in colore blu i dati relativi alle criticità rilevate nel 2017 ed in rosso i dati che si riferiscono al 2018.

D. Bene, a fronte di tali dati positivi, ci sono comunque nuove criticità rilevate dall’ ONSAI?

R. - Gli unici aumenti percentuali delle criticità individuate dalla Ceck list a cui fa riferimento l’Osservatorio, riguardano la mancata motivazione per il ricorso al criterio del minor prezzo (+6%) e l’errata richiesta dei servizi di punta (+1%). Per tutti i rimanenti 23 punti della check-list dell’Osservatorio, si registra invece una notevole riduzione percentuale delle criticità rilevate.

D. Quali sono i dati ONSAI in merito alle procedure che vengono adottate negli affidamenti di servizi di architettura e ingegneria?

R. - Come si evince dall’allegato grafico a torta, le stazioni appaltanti fanno spesso ricorso alle procedure negoziate, che raggiungono una percentuale pari al 51% ed alle procedure aperte, che raggiungono il 41%; mentre le procedure ristrette raggiungono il 5% e gli affidamenti diretti solo il 3%. Anche se bisogna sottolineare che quest’ultimi dati potrebbero essere viziati dai tanti affidamenti diretti di cui l’Osservatorio non viene a conoscenza, in quanto privi di procedure di evidenza pubblica, come nel caso di affidamenti ad operatori economici individuati in seno agli elenchi di cui agli artt. 36 comma 2 lettera b e 157 comma 2 del codice.

D. Se dovesse individuare un fatto positivo accaduto nel corso del 2018, nell’ambito dei servizi di architettura e ingegneria, a cosa farebbe riferimento?

R. - Senza dubbio metto al primo posto il decreto n°30 Gab dello scorso 5 dicembre, con il quale l’Assessore alle Infrastrutture della Regione Siciliana Falcone ha dotato le stazioni appaltanti che operano in Sicilia dei bandi tipo per i concorsi di progettazione e per affidare servizi di architettura e ingegneria a liberi professionisti, puntando su regole certe votate alla centralità del progetto, allo snellimento e la trasparenza delle procedure, alla riduzione dei requisiti ed all’apertura del mercato. Altrettanto importante è il fondo di rotazione, costituito sempre dalla Regione Siciliana (con decreto dello Assessorato alle Infrastrutture e Mobilità dello scorso 3 ottobre), per finanziare progetti redatti da liberi professionisti finalizzati a fruire di fondi comunitari. Purtroppo però i bandi sono stati adottati ufficialmente dalla Regione Siciliana, ovviamente solo per le stazioni appaltanti che operano nell’isola; adesso auspichiamo che anche altre regioni seguano l’esempio della Sicilia, adottando i bandi tipo, in modo da assicurare, a tutte le stazioni appaltanti di Italia, regole certe per garantire trasparenza ed apertura del mercato, nell’ambito degli affidamenti di servizi di architettura e ingegneria.

D. Un fatto negativo del 2018?

R. - A fronte dei dati incoraggianti a cui facevo riferimento prima, nella legge di bilancio 2019 viene prevista la costituzione di una struttura per la progettazione di beni ed edifici pubblici, che rischia di statalizzare la progettazione, sottraendola al libero mercato e privandola delle garanzie di qualità, assicurate dalla concorrenza e dallo stesso mercato.

Il Consiglio Nazionale e la conferenza nazionale degli Ordini degli architetti italiani, non escludendo altre successive iniziative forti da condividere con la Rete delle Professioni Tecniche, hanno già chiesto, con forza e determinazione, al Governo ed alle Camere, di convertire la suddetta struttura di progettazione in un organismo centrale di programmazione degli interventi infrastrutturali e di gestione dei fondi di rotazione per affidare la progettazione ai liberi professionisti. Ciò nella consapevolezza che, la programmazione sia il vero punto dolente del sistema Italia, che attualmente non permette di costruire un chiaro, efficace e lungimirante progetto di trasformazione delle nostre città e dei nostri territori, che necessitano, di azioni forti, non più episodiche, per la difesa del patrimonio ambientale, architettonico e infrastrutturale. La stessa legge di bilancio avrebbe dovuto introdurre un articolo specifico sulla certezza dei pagamenti ai professionisti incaricati di prestazioni professionali nell’ambito dell’edilizia privata; il testo era già passato al vaglio del MEF, ma poi non è stato riportato né sul testo del disegno di legge, né nel maxiemendamento del Governo. Siamo perplessi per tutto questo in quanto, il dispositivo da noi proposto costituiva una garanzia non solo per il professionista (per la certezza dei pagamenti), ma anche per lo Stato, che avrebbe potuto adottare uno strumento per contrastare l’evasione fiscale.

D. Quali sono gli auspici del Consiglio Nazionale degli Architetti per il 2019, nell’ambito dei lavori pubblici:

R. - Auspichiamo una riforma del codice dei contratti che, superandone le criticità, faccia un passo avanti rispetto all’attuale testo vigente per rilanciare la centralità del progetto nei processi di trasformazione del territorio, per garantire una maggiore apertura del mercato ai liberi professionisti titolari di strutture medio-piccole e per distinguere e valorizzare il ruolo dei dipendenti e dei liberi professionisti nell’ambito della realizzazione delle opere pubbliche, riservando ai primi il controllo del processo di esecuzione dei lavori, dalla programmazione al collaudo, ed ai secondi la progettazione e la direzione dei lavori.

Tutto ciò, salvaguardando contestualmente le conquiste raggiunte con il codice vigente, come l’abbattimento dei requisiti economico-finanziari, l’apertura dei concorsi di progettazione ai giovani talenti o comunque a i professionisti che sono in grado di produrre progetti di qualità, anche se non sono in possesso di grossi fatturati; l’obbligo per le stazioni appaltanti di calcolare il corrispettivo da porre a base di gara facendo riferimento al decreto parametri ed il conseguente divieto di affidare incarichi a titolo di semplice rimborso o sponsorizzazione; l’abolizione della cauzione provvisoria per la partecipazione alle gare di progettazione; l’obbligo per i concessionari di esternalizzare l’80% dei servizi di architettura e ingegneria, ecc.

Insomma, il nostro auspicio è che il codice venga migliorato, facendo però molta attenzione a non buttare via il bambino con l’acqua sporca. Non possiamo tornare indietro! Sarebbe imperdonabile!

Un altro auspicio, come accennavo prima, è quello che i bandi tipo adottati in Sicilia vengano ripresi ed adottati nel resto del Paese, al fine di offrire, a tutte le stazioni appaltanti italiane, regole certe, che si ispirino all’apertura del mercato, alla centralità del progetto ed alla trasparenza. Infine, anche se l’argomento non rientra nell’ambito dei lavori pubblici, auspichiamo che il 2019 sia l’anno in cui “la certezza dei pagamenti” per prestazioni professionali rese a committenza privata nell’ambito dell’edilizia privata, si concretizzi in un provvedimento legislativo che regolamenti la materia omogeneamente sull’intero territorio nazionale.

Ringraziamo il vice presidente La Mendola per il prezioso contributo e alleghiamo il report dell'Osservatorio per un maggiore dettaglio.

A cura di Redazione LavoriPubblici.it

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