Competenze professionali Geometri e Periti: gli Architetti si oppongono all'ampliamento

Dopo la manifestazione nazionale che ha riunito lo scorso 26 settembre a Roma migliaia di geometri provenienti da tutta Italia, non si poteva non tornare a p...

05/10/2012
Dopo la manifestazione nazionale che ha riunito lo scorso 26 settembre a Roma migliaia di geometri provenienti da tutta Italia, non si poteva non tornare a parlare di competenze professionali e della diatriba che da anni mette contro architetti e ingegneri da una parte e geometri e periti industriali dall'altra.

A pochi giorni dalla manifestazione dei geometri, si è, infatti, svolta ieri presso l'ufficio di Presidenza della VIII Commissione del Senato l'audizione informale del Consiglio Nazionale degli Architetti P.P.C. nell'ambito dell'esame congiunto dei disegni di legge n. 1865, del Sen. Vicari, "Disposizioni in materia di competenze professionali dei geometri, dei geometri laureati, dei periti industriali con specializzazione in edilizia e dei periti industriali laureati nella classi di laurea L-7, L-17, L-21 e L-23" e n. 2307, del Sen. D'Alia, "Disposizioni in materia di competenze professionali dei geometri e dei geometri laureati nelle classi di laurea L-7, L-17, L-21 e L-23, in materia di costruzioni edilizie", come seguito della precedente audizione del Consiglio nazionale dei Geometri, del Consiglio nazionale degli Ingegneri e del Consiglio nazionale degli Architetti, svoltasi il 16 maggio 2012.

All'audizione del Senato è subito seguito un comunicato del CNAPPC.
"Ribadiamo il nostro parere assolutamente contrario al ddl 1865 attualmente in discussione al Senato che, senza fondamento alcuno, estende indebitamente le competenze progettuali dei geometri e dei periti, consentendo loro di occuparsi anche di progettazione architettonica. Nel momento in cui la crisi ci spinge ad essere ancora più competitivi in termini di qualità dei servizi offerti ai cittadini - favorendo, tra l'altro, la cooperazione tra i professionisti - ci sembra del tutto anacronistico proporre norme che, contro le indicazioni comunitarie, estendono le competenze di una categoria a danno di un'altra".

Queste le parole del Presidente Leopoldo Freyrie nel corso dell'audizione dinanzi alla Commissione Lavori Pubblici del Senato. "Così come anacronistici e del tutto inutili - ha continuato Freyrie - si sono dimostrati tutti i tentativi di forzare la definizione di "modesta dimensione" di una costruzione: negli ultimi 50 anni tutto ciò ha prodotto, da un lato, un enorme spreco di giurisprudenza, dall'altro non pochi scempi edilizi. Altrettanto evidente è poi la non "economicità legislativa" di un intervento come quello proposto che entra nello specifico di materie propriamente tecniche che dovrebbero, invece, essere risolte in tavoli di concertazione inter-professionali".

La proposta del CNAPPC: camera di conciliazione interprofessionale
Il Presidente degli architetti italiani, al fine di risolvere un problema che ormai va avanti da anni e per evitare inutili sentenze che negli anni non hanno risolto nulla, ha proposto (come già in passato era stato più volte indicato) una camera di conciliazione interprofessionale che attraverso un confronto comune regoli e aggiorni le competenze professionali.

"Le nuove competenze che si vorrebbero estendere a geometri e periti - sottolinea Freyrie - non hanno riscontro in alcun paese dell'Unione Europea, poiché gli interventi riguardanti l'architettura e il paesaggio - e le direttive comunitarie su questo aspetto sono chiarissime - devono essere realizzati da professionisti che abbiano svolto idonei studi universitari. Ed è proprio la normativa europea ad attribuire agli architetti - formati negli specifici settori e in maniera adeguata - le attività professionali relative alla progettazione architettonica, strutturale, paesaggistica, conservativa ed urbanistica".
"Senza contare, poi, che il recepimento e l'attuazione di nuovi titoli professionali - continua ancora Freyrie - in contrasto con le competenze previste per la categoria professionale degli architetti - provocherebbero un aperto contrasto tra la normativa nazionale e quella europea".

La strada da percorrere, secondo gli architetti italiani, è quella indicata dal Dpr attuativo della Riforma delle Professioni che "supera il problema delle competenze e promuove, invece, l'integrazione professionale e interprofessionale con l'istituzione di nuove forme societarie".

Per tutti questi motivi il Consiglio Nazionale degli Architetti propone di emendare il disegno di legge sostituendolo con un unico articolo che istituisca - presso il Ministero della Giustizia e di concerto con il Ministero delle Infrastrutture - un Tavolo delle Competenze a cui partecipino i rappresentanti dei Consigli Nazionali delle Professioni dell'area tecnica. Tavolo che, al 31 dicembre di ogni anno, rediga delle linee guida di interpretazione e di aggiornamento delle competenze professionali - anche sulla base delle novità legislative intervenute - nel rispetto delle Direttive e politiche comunitarie che dovrebbero poi essere emanate mediante Decreto Ministeriale.

Pur apprezzando l'intervento del Presidente Freyrie, c'è da riconoscere che il regolamento che definisce le competenze professionali dei geometri è certamente anacronistico e fuori da ogni logica moderna (R.D. 11 febbraio 1929, n. 274) e che certamente un tavolo di concertazione tra le 4 categorie (architetti, ingegneri, geometri, periti) sarebbe come far sedere accanto vegetariani e macellai pregandoli di trovare un punto di incontro su cosa mangiare a cena.

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