Ingegneri biomedici e clinici, presto l’elenco nazionale

“Non ci può essere innovazione senza ingegneri. Ciò è vero a maggior ragione in un settore come quello sanitario che deve prepararsi ad affrontare sfide impo...

10/04/2017

Non ci può essere innovazione senza ingegneri. Ciò è vero a maggior ragione in un settore come quello sanitario che deve prepararsi ad affrontare sfide importanti nelle quali gli ingegneri rappresentano un pilastro imprescindibile”.

Questo il commento di Angelo Valsecchi, Consigliere Segretario del Consiglio Nazionale degli Ingegneri, intervenuto al XVII Convegno Nazionale AIIC (Associazione Italiana Ingegneri Clinici).

L’Italia – commenta Valsecchi - tradizionalmente caratterizzata da una forte vocazione umanistica, sta diventando un paese a "trazione scientifica". Lo dimostrano i dati elaborati dal Centro Studi del CNI che attestano l’aumento del numero di immatricolati nelle università e il consolidamento della propria leadership da parte dei percorsi ingegneristici. Crescono, ad esempio, i laureati in ingegneria biomedica: quasi mille nel 2015".

Sulla scorta di questa realtà in evoluzione - ha continuato il Segretario Valsecchi - il CNI è riuscito ad ottenere un importante risultato. Con l'articolo 8 del disegno di legge Lorenzin in materia di riordino delle professioni sanitarie, infatti, è stata proposta l’istituzione di un elenco nazionale degli ingegneri biomedici e clinici”.

Come precisato da una nota del CNI, il provvedimento cui si fa riferimento attualmente è all’esame della XII Commissione della Camera grazie soprattutto all'impegno della Rete delle Professioni Tecniche per la valorizzazione della presenza degli ingegneri clinici nella PA, dal momento che in un settore cruciale come quello sanitario è necessaria un’adeguata rappresentanza di questa figura professionale. A questo proposito, il Centro Studi CNI sta effettuando un monitoraggio all’interno delle aziende sanitarie locali, per verificare la presenza di ingegneri nei dipartimenti e servizi adibiti alla Prevenzione e Sicurezza (SPRESAL) e all’Impiantistica e Antinfortunistica (SIA). Dalle prime indicazioni si ricava che, nonostante le attività svolte sfocino frequentemente in materie tecniche afferenti alla professione ingegneristica, persiste la propensione all’inserimento di figure sanitarie nelle posizioni apicali. Il che solleva una serie di criticità a detrimento, della sicurezza. E’ ipotizzabile, infatti, una correlazione tra il numero basso di figure ingegneristiche nelle piante organiche e l’aumento degli infortuni mortali.

Per questi motivi – ha concluso Angelo Valsecchiil CNI si sta preparando ad affrontare una grande battaglia a favore degli ingegneri clinici. Una battaglia tesa a spostare il baricentro dalla promozione delle nuove tecnologie biomedicali alla loro valorizzazione nell’interesse generale mediante l’affidamento della loro gestione a persone realmente competenti e certificate”.

A cura di Redazione LavoriPubblici.it

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