Nuove direttive europee e Riforma appalti: Audizioni di Ance, Itaca e Avcp

Lunedì scorso in Commissione Ambiente, Territorio e Lavori pubblici della Camera dei Deputati si sono svolte le audizioni informali sulla revisione della nor...

18/06/2014
Lunedì scorso in Commissione Ambiente, Territorio e Lavori pubblici della Camera dei Deputati si sono svolte le audizioni informali sulla revisione della normativa degli appalti pubblici e delle concessioni in vista del recepimento delle nuove direttive europee in materia, a cui hanno partecipato l'ANCE (Associazione nazionale costruttori edili), ITACA (Istituto per l'innovazione e la trasparenza degli appalti e la compatibilità ambientale), l'Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture e alcuni rappresentanti di RPT (Rete professioni tecniche).

Il Presidente dell'ANCE, Ing. Paolo Buzzetti, che ha guidato la delegazione associativa, ha precisato che le nuove direttive appalti sembrano caratterizzarsi per una maggiore flessibilità procedurale, evidenziando, tra l'altro, l'introduzione di meccanismi volti a rendere operativo l'utilizzo di nuove tecnologie informatiche e telematiche (e-procurement), e di strumenti di aggregazione della domanda (accordi quadro, centrali di committenza, appalti comuni); l'aumento delle negoziazioni e il recepimento di alcune indicazioni della Corte di giustizia UE in relazione, ad esempio, alla problematica dei lavori in house.
Tra l'altro l'Ance, in riferimento ai criteri di aggiudicazione, ha posto l'accento sul fatto non è opportuno abusare dell'offerta economicamente più vantaggiosa, giudicata complessa da gestire e altamente discrezionale e che, per sua natura, può più frequentemente dar luogo a fenomeni distorsivi precisando che dovrebbe essere limitato, sotto soglia comunitaria, agli appalti particolarmente complessi, ed essere completamente escluso per gli appalti di importo sotto i 2,5 milioni di euro mantendo la possibilità per le stazioni appaltanti di aggiudicare contratti basandosi unicamente sull'elemento prezzo. Il criterio del prezzo più basso con esclusione automatica delle offerte anomale deve essere perfezionato, attraverso un meccanismo che individui la modalità di determinazione della soglia di anomalia soltanto in un momento successivo alla presentazione delle offerte. Ciò può costituire un deterrente contro la formazione di eventuali accordi collusivi tra concorrenti, diretti ad alterare i risultati della gara.
L'Ance ha, poi, sottolineato anche i propri intendimenti in materia di subappalto, di partecipazione delle imprese, di appalti elettronici, di fatturato minimo e di concessioni.

Itaca che rappresenta Regioni e Province autonome ha, invece, posto, nel corso dell'audizione, la propria attenzione sui principi fondamentali che dovrebbero informare la riforma del Codice che possono essere così, sinteticamente, riassunti:
  • Riordino normativo, coordinamento e chiarezza delle norme
  • Riordino delle stazioni appaltanti
  • Semplificazione e razionalizzazione delle procedure di affidamento dei contratti Pubblici
  • Revisione del sistema dei controlli
  • Oneri informativi delle stazioni appaltanti
  • Attivita di Vigilanza
Per quanto concerne il problema relativo all'Autorità di vigilanza Itaca ha precisato che l'attuale sistema di vigilanza sugli appalti presenta una commistione fra aspetti regolatori della materia ed aspetti propri del controllo che sono esercitati dallo stesso soggetto Autorità di Vigilanza dei contratti pubblici e che quindi non assicuarano una separazione di ruoli fra chi definisce le regole e chi deve controllarne l'applicazione. Occorre quindi riattribuire nelle competenti sedi l'attività di regolazione e rivedere l'attività di vigilanza e controllo al fine di dare effettività alla stessa.

Nel corso delle audizioni è stata ascoltato, anche, Sergio Santoro, presidente dell'Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture che sta per essere commissariata da Raffaele Cantone Presidente dell'Autorità Anticorruzione. Santoro ha ribadito i contenuti dell'atto di segnalazione al Governo n. 3 del 2014 in cui viene precisato che è necessario varare un Codice degli appalti semplificato, capace di valorizzare le spinte all'innovazione, alla tutela delle piccole e medie imprese e anche alle istanze di carattere ambientale e sociale suggerite dall'Ue. Nello stesso atto di segnalazione, l'Autorità aggiunge, poi, che, per una migliore realizzazione degli obiettivi proposti, non si può prescindere da un fattivo coinvolgimento dell'Autorità stessa nella fase di recepimento delle direttive comunitarie, attraverso un'auspicata partecipazione attiva ai tavoli tecnici.
Peccato, però, che con il Commissaramento e con lo spacchettamento dell'Autorità stessa, quanto evidenziato nell'atto di segnalazione non sia più praticabile.

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