Riforma Codice dei contratti: oggi si decide

Oggi in Consiglio dei Ministri l’esame definitivo del Decreto Legislativo di riforma del Codice dei contratti pubblici

di Redazione tecnica - 27/03/2023

È stato convocato oggi alle ore 17 il Consiglio dei Ministri n. 26 che tra le altre cose ha come punto all’ordine del giorno l’esame definitivo del Decreto Legislativo di riforma del Codice dei contratti pubblici in attuazione dell’articolo 1 della legge 21 giugno 2022, n. 78, recante delega al Governo in materia di contratti pubblici.

Niente risposta alle Camere

Alla fine la scelta del Governo è stata quella di non rispondere alle tante osservazioni formulate nei loro pareri dalle Commissioni competenti di Camera e Senato. Non si sa, invece, se la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale arriverà il 31 marzo 2023 (come più volte anticipato dal Ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini), oppure entro i termini della scadenza della delega (9 aprile 2023).

Come non è chiaro in che modo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale potrà essere compatibile con i tempi previsti dall’art. 14, comma 2 della Legge n. 400/1988 a mente del quale il Decreto Legislativo adottato dal Governo deve essere trasmesso al Presidente della Repubblica, per la emanazione, almeno venti giorni prima della scadenza.

Certamente nella giornata di oggi si avranno maggiori dettagli anche in merito all’entrata in vigore delle nuove regole e del regime transitorio che dovrà necessariamente tenere in considerazione l’esperienza del D.Lgs. n. 50/2016 che, entrato in vigore immediatamente, ha creato un inutile blocco dei bandi di gara.

Il testo predisposto dal Consiglio di Stato senza interlocuzione con gli stakeholder

Ricordiamo che il testo di riforma è stato predisposto dal Consiglio di Stato senza però gli auspicati confronti con i principali stakeholder tra cui l’Associazione Nazionale Costruttori Edili (ANCE) che, proprio recentemente, ha parlato di tre nodi ancora da sciogliere:

  • le garanzie per una la revisione prezzi automatica;
  • norme a tutela della concorrenza;
  • l’illecito professionale che rischierebbe di penalizzare le imprese sulla base di accuse non passate in giudizio.

Tante sono anche le osservazioni delle professioni tecniche soprattutto in riferimento:

  • ai livelli di progettazione;
  • ai parametri per la determinazione dell’importo da porre a base di gara per i servizi di ingegneria e architettura.
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