Ritardati pagamenti, Federcostruzioni: le imprese vanno pagate subito

"Non vorremmo che dietro alle continue richieste di chiarimenti a cui abbiamo assistito in questi giorni si celasse la volontà di sacrificare le esigenze del...

28/03/2013
"Non vorremmo che dietro alle continue richieste di chiarimenti a cui abbiamo assistito in questi giorni si celasse la volontà di sacrificare le esigenze delle imprese a un rigore meramente formale. Non possiamo essere più realisti del re, ovvero perseguire a tutti i costi l'obiettivo del 3% del rapporto deficit/Pil, senza preoccuparci del destino centinaia di migliaia di imprese, che hanno il diritto di essere pagate per i lavori svolti".

Con queste parole è intervenuto il Presidente di Federcostruzioni, Paolo Buzzetti, in occasione dell'incontro del Consiglio Direttivo tenutosi a Roma, in cui è stata ribadita l'urgenza di uno sblocco dei debiti della PA come primo passo per dare liquidità a un'industria ormai allo stremo.

In occasione dell'incontro direttivo, è stata approvata all'unanimità la richiesta al Governo di "rendere immediatamente operativo il decreto relativo al pagamento dei debiti commerciali, che per le imprese della filiera delle costruzioni ammontano ormai a 20 miliardi". Il Presidente Buzzetti ha ribadito la necessità di saldare i debiti come effettuato in altri Paesi europeri. "Il caso Spagna - ha affermato il Presidente di Federcostruzioni - dimostra che saldare le imprese è possibile anche con l'assenso delle autorità europee. Ci vuole però una volontà politica precisa. È, inoltre essenziale che le risorse disponibili siano utilizzate esclusivamente per restituire liquidità alle imprese e non siano trasformate in un nuovo strumento a sostegno del sistema creditizio".

È priorità assoluta sbloccare gli 11 miliardi che sono nelle casse dei Comuni e delle Province, secondo Federcostruzioni, per spese in conto capitale non utilizzabili a causa del Patto di stabilità: risorse che immesse nel mercato si possono trasformare immediatamente in nuove attività economiche e in nuovi posti di lavoro.

A cura di Gabriele Bivona
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