Appalti: In arrivo tre direttive europee con ulteriori modifiche al Codice dei contratti

Per il 28 gennaio prossimo l’Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture, in vista del recepimento delle prossime diretti...

15/01/2014
Per il 28 gennaio prossimo l’Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture, in vista del recepimento delle prossime direttive europee che semplificheranno la normativa in materia di appalti pubblici (settori ordinari e speciali e concessioni), ha convocato un’audizione propedeutica alla predisposizione degli opportuni contributi nelle competenti sedi istituzionali, mediante proposte o segnalazioni.

L’audizione si riferisce alla prossima approvazione, probabilmente entro il mese di marzo, di tre direttive che la Commissione europea ha presentato in merito a tre proposte legislative finalizzate a rivedere la disciplina sugli appalti pubblici nell'auspicio di rendere le commesse pubbliche più efficaci, a fronte dell'attuale contesto di restrizioni di bilancio e di ristrettezze economiche, e di ammodernare la normativa in vigore, perché sia più idonea alla costante evoluzione del contesto politico, sociale ed economico.
Si tratta di tre direttive distinte e precisamente:
  • della proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio sugli appalti pubblici (COM (2011) 896 def.) che dovrebbe sostituire la Direttiva 2004/18/CE;
  • della proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio sulle procedure d'appalto degli enti erogatori nei settori dell'acqua, dell'energia, dei trasporti e dei servizi postali (COM (2011) 895 def.) che dovrebbe sostituire la direttiva 2004/17/CE;
  • della proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio sull'aggiudicazione dei contratti di concessione (COM (2011) 897 def.).

Per quanto concerne la proposta delle due direttiva relative agli appalti pubblici ed ai settori speciali, in estrema sintesi, leggendo gli articoli, la ratio può essere così sintetizzata:
  • semplificazione e maggiore flessibilità delle procedure di appalto puntando a ridurre gli oneri amministrativi connessi allo svolgimento della procedura sia per gli enti aggiudicatori sia per gli operatori economici. In quest'ottica vanno interpretati, tra l'altro:
    • il crescente ricorso all'autocertificazione;
    • la predisposizione, a favore degli Stati membri, di un'ampia gamma di opzioni e strumenti, tali da assicurare la flessibilità necessaria ad adeguare le procedure e gli strumenti alla situazione specifica di ognuno;
    • la promozione degli appalti elettronici, in grado di generare importanti risparmi e migliorare i risultati delle procedure, riducendo contemporaneamente sprechi ed errori;
    • la modernizzazione delle procedure, tramite ad esempio l'abbreviazione di termini o la distinzione tra criteri di selezione degli offerenti e di aggiudicazione dell'appalto;
    • l'uso strategico degli appalti pubblici tramite ciò che la Commissione europea definisce un "approccio attivo", che fornisce agli enti appaltatori gli strumenti necessari per contribuire a raggiungere gli obiettivi della strategia "Europa 2020"
  • miglioramento dell'accesso al mercato delle piccole e medie imprese e delle imprese in fase di avviamento, tramite ad esempio la semplificazione degli obblighi di informazione, la maggiore accessibilità agli accordi-quadro conclusi nei settori di pubblica utilità e la possibilità di pagamento diretto dei subappaltatori;
  • vigilanza della correttezza delle procedure, arginando le possibilità di conflitti di interessi, favoritismi e corruzione;
  • misure in materia di governance.

I principali argomenti che saranno trattati nel corso dell’audizione del 28 gennaio prossimo presso l’Autorità di vigilanza sono dettagliatamente descritti nel documento predisposto dall’Autorità ed allegato alla presente notizia a cui alleghiamo, anche le tre proposte di nuove direttive nel testo integrale presentato alla Commissione Europea.
Successivamente all’approvazione delle tre direttive, gli stati membri dovranno adeguare la propria legislazione ed, in particolare l’Italia dovrà apportare pesanti modifiche al Codice dei contratti di cui al D.Lgs. n. 163/2006 ed al relativo Regolamento di attuazione di cui al D.P.R. n. 207/2010.


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