Sblocca Italia e shock edilizia: Renzi risponde all'ANCE

L'approvazione da parte del Consiglio dei Ministri del decreto legge Sblocca Italia, come per ogni provvedimento, ha portato i commenti degli operatori del s...

03/09/2014
L'approvazione da parte del Consiglio dei Ministri del decreto legge Sblocca Italia, come per ogni provvedimento, ha portato i commenti degli operatori del settore che ne hanno contestato non tanto la forma, quanto la portata degli investimenti per il rilancio del settore delle costruzioni.

Una delle critiche è arrivata da Paolo Buzzetti Presidente dell'Associazione Nazionale Costruttori Edili (ANCE), secondo il quale il provvedimento, pur andando nella giusta direzione, risulta essere inadeguato per rilanciare il settore delle costruzioni e far ripartire il Paese. Secondo il Presidente Buzzetti, infatti, "servirebbe uno choc da almeno 100 miliardi, modulato in più anni. Ci aspettavamo un Piano Marshall, invece per ora ci sono solo buone intenzioni".

Pronta è arrivata la risposta del Premier Matteo Renzi che in fatto di comunicazione non è secondo a nessuno. Renzi, con il suo consueto aplomb da primo della classe sempre pronto a rispondere a tutte le domande, ha affermato "Abbiamo preso provvedimenti molto seri: ci possono essere dubbi, ma all'Ance rispondo che le risorse fresche superano i 3 miliardi"

In effetti, come anche rilevato dal Ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi, il decreto legge è stato approvato solo dopo aver apportato delle opportune sforbiciate ai fondi inizialmente stanziati, con il risultato che più che parlare di Sblocca Italia sarebbe stato più opportuno parlare di Sblocca Burocrazia per le caratteristiche del provvedimento, volte ad eliminare la burocrazia e semplificare gli adempimenti in materia edilizia.

Considerato che l'Italia è stata collocata al 112° posto tra i 185 Paesi analizzati nel 2014 dall'indagine Doing business sull'ottenimento del permesso di costruire, dare una scossa all'economia attraverso una seria rivisitazione delle mostruosità burocratiche che regolano il Paese potrebbe essere certamente positivo. Ma come dar torto al Presidente Buzzetti per aver richiesto una seria pianificazione a 3-4 anni e non la solita "ministra riscaldata" fatta di parole e buone intenzioni che è già stata bocciata da tutti gli economisti?

Come spiegato dal docente di Economia della Bocconi Tito Boeri, l'agenda del Governo è partita con troppa carne al fuoco mentre "sarebbe stato meglio fare una cosa sola e farla bene". Secondo Boeri il Governo sarebbe partito in quarta con una serie di riforme ambiziose che non sarebbero andate oltre i semplici annunci. Il Governo "doveva fare un'altra cosa: doveva cominciarne una e portarla avanti fino in fondo. Bastava fare una cosa e farla bene".

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