Mentre l'OICE sorride, Architetti, Ingegneri e Geologi restano in silenzio

Con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale n. 251 del 6 dicembre 2011 del Decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201 recante "Disposizioni urgenti per la cresc...

09/12/2011
Con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale n. 251 del 6 dicembre 2011 del Decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201 recante "Disposizioni urgenti per la crescita, l'equità e il consolidamento dei conti pubblici", meglio noto come "Decreto Monti", viene accolta una pressante ed esplicita richiesta dell'OICE.
L'art. 44, comma 5, lettera a) del Decreto Monti sopprime, infatti, l'articolo 12 della legge 11 novembre 2011, n. 180 (Statuto delle imprese) con cui era stata innalzata la soglia prevista dall'articolo 91, comma 1 del Codice dei contratti da 100.000 euro a 193.000 euro per l'affidamento dei servizi di architettura e di ingegneria con la procedura negoziata senza previa pubblicazione di bando di gara prevista all'articolo 57 comma 6 del Codice dei contratti. La soglia ritorna quindi a 100.000 euro.

Il ritorno alla vecchia soglia era stato fortemente voluto dall'OICE che nei giorni precedenti all'approvazione del decreto era entrata in pressing sul Governo, affinché venisse abrogata la possibilità di affidare i servizi di architettura e ingegneria con la procedura negoziata senza previa pubblicazione di bando di gara per importi fino a 193.000 euro.
Ricordiamo che la norma era stata approvata appena 1 mese fa grazie ad un emendamento a sorpresa presentato dalla Lega e la stessa era stata salutata positivamente sia dalla stampa che dal Consiglio Nazionale degli Architetti P.P.C. e dei Geologi.
L'innalzamento della soglia a 193.000 euro, nonostante evidenti problemi di discrezionalità che offriva per gli affidamenti, consentiva il ricorso al criterio di aggiudicazione con procedura negoziata senza previa pubblicazione di bando di gara favorendo, di fatto, i liberi professionisti rispetto alle società di ingegneria, di architettura e di consulenza tecnico-economica rappresentate dall'OICE che, hanno più possibilità di partecipare con riteri di aggiudicazione aperti o ristretti dove possono far valere, rispetto ai liberi professionisti, il carattere discriminatorio del requisito del numero medio annuo del personale tecnico utilizzato.

Il ritorno alla soglia dei 100.000 euro rappresenta, dunque, una netta vittoria dell'OICE e quindi delle società di ingegneria e architettura, a scapito dei Consigli Nazionali delle professioni tecniche. "Oltre ad una evidente e drastica riduzione della concorrenza - ha commentato il presidente OICE - la norma proposta avrebbe determinato un danno certo per le finanze pubbliche: il compenso oggetto di una procedura negoziata è infatti, mediamente, ben più elevato rispetto a quello oggetto di un confronto concorrenziale (procedura aperta) dove si registra un ribasso medio del 40%".

La richiesta del ritorno alla soglia dei 100.000 euro è stata giustificata dall'OICE con la precisazione che la soglia dei 193.000 euro avrebbe avuto l'immediato effetto di introdurre non auspicabili criteri di discrezionalità per il 93% del totale degli affidamenti.
L'OICE ha vinto la sua battaglia, quindi, nei confronti dei Consigli Nazionali delle professioni tecniche e nelle more della legge di conversione del DL, non sarà più consentito affidare incarichi da 100.000 a 193.000 con la procedura negoziata con scelta fra cinque soggetti.

La vicenda dimostra la difficile interlocuzione dei Consigli nazionali delle professioni tecniche con i vari Governi tra cambi continui di normativa, eliminazione delle tariffe professionali, ribassi abnormi nei lavori pubblici e per ultimo nei lavori privati il mercato senza regole dei vari portali come Groupon.

Le rappresentanze nazionali, regionali e provinciali degli Architetti degli Ingegneri e dei Geologi, primi protagonisti delle ultime vicende in tema riforma professioni, hanno, forse, fallito il compito istituzionale di tutela dei loro iscritti ed il pericolo (ma per altri, la speranza) è che se entro il 12 agosto 2012 (12 mesi dalla data di entrata in vigore del decreto-legge n. 138/2011) non sarà emanato il DPR che riforma gli ordinamenti professionali, il giorno successivo gli stessi spariranno.
Il Decreto Monti, infatti, fuga ogni dubbio di interpretazione e con l'art. 33 (Soppressione limitazioni esercizio attività professionali) aggiunge un importante periodo al comma 2, art. 10 della legge 12 novembre 2011, n. 183.
In particolare il nuovo articolo riscritto è il seguente:
"All'articolo 3 del decreto-legge 13 agosto 2011, n. 138, convertito, con modificazioni, dalla legge 14 settembre 2011, n. 148, dopo il comma 5 è inserito il seguente: "5-bis. Le norme vigenti sugli ordinamenti professionali sono abrogate con effetto dall'entrata in vigore del regolamento governativo di cui al comma 5, e, in ogni caso, dalla data del 13 agosto 2012".
Ciò vuol dire che se il Governo sarà troppo impegnato a contrastare la crisi mondiale e il rischio default, non riuscendo a riformare gli attuali ordinamenti professionali, a partire dal 13 agosto 2012 gli stessi saranno ufficialmente abrogati, con buona pace di Presidenti, Vice Presidenti, Tesorieri, Segretari e Consiglieri provinciali, regionali e nazionali.

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