Ania: In Italia quasi 8 abitazioni su 10 a rischio alto tra terremoto e alluvione

L’Ania (Associazione nazionale tra le imprese assicuratrici), presentando i dati di un'analisi di Gfk Eurisko  (Cosa fanno le assicurazioni per prevenire i r...

16/10/2017

L’Ania (Associazione nazionale tra le imprese assicuratrici), presentando i dati di un'analisi di Gfk Eurisko  (Cosa fanno le assicurazioni per prevenire i rischi e proteggere i cittadini?) durante una conferenza stampa organizzata il 13 ottobre scorso a Roma in occasione della giornata mondiale per la riduzione dei disastri naturali ha reso noto che la maggior parte delle famiglie italiane crede di non essere a rischio catastrofi naturali precisando che  "La percentuale effettiva di abitazioni protette da questo genere di pericoli non supera il 2%, a fronte del 34% di case assicurate".

Per le caratteristiche del suo territorio l’Italia è un paese molto esposto alle calamità naturali. Dai dati elaborati da ANIA, infatti, risulta che il 35% delle abitazioni è situato nelle zone 1 e 2 a più alta pericolosità sismica e questa percentuale sale a quasi il 55% quando si considera il rischio alluvionale. Nel complesso il 78% delle abitazioni (quasi 8 abitazioni su 10) è esposto ad un rischio alto o medio alto tra terremoto e alluvione. In particolare sei dei dieci più costosi terremoti verificatisi in Europa nel periodo 1970‐2016 sono avvenuti nella penisola. Tuttavia solo il 17% delle famiglie è consapevole del pericolo mentre circa l'83% non crede o non sa di essere esposto a rischio catastrofale.

La bassa penetrazione dei prodotti assicurativi è la diretta conseguenza del ruolo totalizzante che fino ad oggi lo Stato ha sempre svolto nel risarcimento dei danni subiti per le catastrofi naturali. È un’attività che ha pesato mediamente per 3 miliardi l’anno sulle casse pubbliche, escludendo il picco dell’ultimo periodo. L’apporto dello Stato per il ristoro dei danni al patrimonio immobiliare privato non è stabilito a priori da leggi o regolamenti. È stato sempre deciso ex post da decreti ministeriali che di volta in volta hanno fissato l’entità dei risarcimenti ‐ nel corso degli anni la percentuale è variata tra il 70 ed il 100 per cento ‐ graduandone normalmente l’intensità per le prime e le seconde abitazioni.

In vent'anni, tra il 1996 e il 2016, i danni economici causati da catastrofi naturali hanno raggiunto quota 58 miliardi di dollari - ha precisato l'Ania - ed, ancora oggi si registrano gli impatti dei finanziamenti dovuti a terremoti accaduti più di trent'anni fa. Le vittime accertate di catastrofi naturali in Italia nel medesimo periodo sono circa mille.

Sempre nel rapporto dell’Ania è possibile scoprire che quasi una famiglia su due crede che lo Stato abbia una sorta di obbligo ad intervenire, completamente o parzialmente, per rimborsare i danni subiti dalle abitazioni private in seguito ad una catastrofe naturale. Nel Centro Italia, parte del Paese colpita dal terremoto dello scorso anno, la quota di quanti attribuiscono allo Stato un obbligo di rimborso si attesta al 51% e al 54% fra quanti ritengono di abitare in zone a rischio.

Il presidente Ania, Maria Bianca Farina, presentando lo studio dell'associazione, suggerisce che l'Italia ha bisogno di un "cambio di strategia" che porti a una "gestione preventiva e strutturata dei rischi". I recenti interventi pubblici - ha affermato - "stanno andando nella giusta direzione, ma è anche necessario adottare un sistema regolamentato di gestione globale e anticipata dei rischi".

In allegato il Rapporto Ania e le slide di presentazione del presidente Ania.

A cura di Redazione LavoriPubblici.it

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