Appalti, Servizi e Concessioni: Sulla Gazzetta le nuove direttive Europee

Le tre nuove direttive europee relative ad appalti pubblici e servizi in sostituzione delle due direttive 2004/18/CE e 2004/17/CE e la nuovissima direttiva c...

29/03/2014
Le tre nuove direttive europee relative ad appalti pubblici e servizi in sostituzione delle due direttive 2004/18/CE e 2004/17/CE e la nuovissima direttiva concessioni sono state pubblicate sulla Gazzetta ufficiale della Comunità economica europea n. L.94/1IT di ieri 28 marzo 2014.
Le tre direttive entrano in vigore il ventesimo giorno successivo alla pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea e quindi il 17 aprile 2014 e gli Stati membri dovranno mettere in vigore le disposizioni legislative, regolamentari e amministrative necessarie per conformarsi alle presenti direttive entro il 17 aprile 2016.
Alleghiamo alla presente notizia le tre direttive nel testo pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Comunità economica Europea precisando che si tratta:
  • della Direttiva 2014/24/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 26 febbraio 2014 sugli appalti pubblici e che abroga la Direttiva 2004/18/CE;
  • della Direttiva 2004/25/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 26 febbraio 2014 sulle procedure d'appalto degli enti erogatori nei settori dell'acqua, dell'energia, dei trasporti e dei servizi postali e che abroga la direttiva 2004/17/CE;
  • della Direttiva 2014/23/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 26 febbraio 2014 sull'aggiudicazione dei contratti di concessione.

Come abbiamo già detto, gli Stati membri saranno obbligati, entro il 17 aprile 2016 a recepire le nuove disposizioni nella legislazione nazionale.
Si profila, quindi, un nuovo e pesante intervento sul Codice dei Contratti e sul Regolamento.
Sarebbe interessante se Parlamento, Governo, Autorità di vigilanza, Professionisti e Imprese, invece di pensare a rabberciare un Codice dei contratti che, ormai, fa acqua da tutte le parti (vedi, per altro, gli ultimi problemi relativi all’inappicabilità della norma sul costo del personale, l’inapplicabilità dell’articolo 49, comma 6 relativo all’appalto frazionato ed il problema relativo alle categorie specialistiche) risucissero a capire che è necessario recepire, con immediatezza, le nuove direttive senza commettere l’errore (come verificatosi in occasione del codice dei contratti) di inserire nel nuovo provvedimento sia le nuove direttive che i testi nazionali previgenti.
Non voglio minimamente pensare al tempo di due anni che il Parlamento europeo ci dà per il recepimento perché oggi l’unica cosa sensata sarebbe quella di ripartire, immediatamente, dalle nuove direttive realizzando un testo unico (composto da norme di legge e da norme regolamentari) semplice evitando testi enciclopedici che non fanno altro che andare contro l’intellegibilità delle norme e la trasparenza delle stesse.
Chi ha responsabilità di Governo dovrebbe capire che non è più possibile andare avanti con modifiche (con decreti-leggi e leggi di modifica che molto spesso abrogano modifiche precedenti), deliberazioni, determinazioni, segnalazioni, risoluzioni, emendamenti, interpretazioni, sentenze e che è giunta l’ora di mettere un punto alla farraginosità, pessima comprensione ed applicazione delle norme dui lavori pubblici che, di fatto, hanno provocato i problemi che conosciamo ed hanno portato l’Italia al primo posto in Europa per la corruzione negli appalti pubblici.

Le nuove direttive in materia di appalti pubblici e concessioni garantiranno una qualità e un rapporto qualità-prezzo migliori. Sarà inoltre più facile per le piccole e medie imprese presentare offerte mentre le nuove regole contengono disposizioni più severe in materia di subappalto.
Le nuove direttive modificano le norme attuali sugli appalti pubblici comunitari e per la prima volta, sono stabilite norme comuni UE in materia di contratti di concessione.

Migliore rapporto qualità-prezzo
Grazie al nuovo criterio di "offerta economicamente più vantaggiosa" (MEAT) nella procedura di aggiudicazione, le autorità pubbliche saranno in grado di mettere più enfasi su qualità, considerazioni ambientali, aspetti sociali o innovazione, pur tenendo conto del prezzo e dei costi del ciclo di vita dei prodotti o dei servizi.

Più soluzioni innovative
I deputati si sono battuti con successo per l'introduzione di una procedura del tutto nuova, volta a rafforzare soluzioni innovative negli appalti pubblici. I nuovi "partenariati per l'innovazione " consentiranno alle autorità pubbliche di indire bandi di gara per risolvere un problema specifico, senza pregiudicarne la soluzione, lasciando così spazio alle autorità pubbliche e all'offerente per trovare insieme soluzioni innovative.

Meno burocrazia per gli offerenti e accesso più facile per le piccole imprese
La procedura di gara per le imprese sarà più semplice, grazie a un "documento unico europeo di gara" standard, basato sull'autocertificazione. Solo il vincitore dovrà fornire la documentazione originale. La Commissione stima che l'onere amministrativo per le imprese sarà ridotto di oltre l'80%. Per facilitare l'accesso delle piccole e medie imprese agli appalti pubblici, le nuove norme incoraggiano anche la suddivisione dei contratti in lotti.

Regole più severe in materia di subappalto
Per combattere il dumping sociale e garantire che i diritti dei lavoratori siano rispettati, le nuove leggi comprenderanno norme per il subappalto e disposizioni più severe sulle "offerte anormalmente basse". I contraenti che non rispettano la normativa UE sul lavoro possono essere esclusi dalla presentazione di offerte.

Nessuna accelerazione per privatizzare i servizi pubblici
L'accordo sulle nuove norme UE per le concessioni ricorda che gli Stati membri restano liberi di decidere come desiderino siano eseguiti i lavori pubblici o erogati i servizi. - in-house o esternalizzandoli a società private. La nuova direttiva "non impone la privatizzazione delle imprese pubbliche che forniscono servizi al pubblico", aggiunge il testo. Inoltre, i deputati hanno riconosciuto la particolare natura dell'acqua come un bene pubblico, accettandone l'esclusione dal campo di applicazione delle nuove regole.

Incrociamo le dita e speriamo bene


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