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Appalti pubblici: dall'Europa norme per bloccare i ritardi dei pagamenti delle PA

Una delle principali problematiche segnalate da professionisti e imprese, che sta flagellando il mercato delle costruzioni risiede indubbiamente nei ritardi ...

22/04/2010
Una delle principali problematiche segnalate da professionisti e imprese, che sta flagellando il mercato delle costruzioni risiede indubbiamente nei ritardi dei pagamenti delle Pubbliche Amministrazioni. Il problema dei ribassi folli, unito ai problemi di solvibilità delle imprese vincitrici degli appalti che, non riuscendo a recuperare i crediti nei confronti delle PA, versano in una continua crisi finanziaria, ha finalmente portato, lo scorso 8 aprile 2009, la Commissione Europea ad approvare una proposta di Direttiva finalizzata a combattere i ritardi nei pagamenti nell'Unione Europea.

Il testo definitivo della direttiva dovrebbe essere approvato dal Parlamento Europeo nelle prossime settimane, seguiranno l'analisi del Consiglio dell'Unione Europea, l'approvazione finale e la pubblicazione Gazzetta Ufficiale dell'Unione Europea. Dalla data di pubblicazione in Gazzetta, i Paesi dell'UE avranno un periodo di 1 anno per recepire i contenuti della direttiva.
La nuova direttiva europea, che andrà a sostituire la direttiva 2000/35/CE (recepita in Italia con il D.Lgs n. 231/2002), prevede una serie di misure che riguardano i ritardi di pagamento sia per quanto attiene ai rapporti tra privati che per quanto riguarda i rapporti tra privati e Pubblica Amministrazione.
In particolare, la bozza di direttiva europea prevede un tempo massimo di pagamento di 30 giorni sia per i rapporti tra privati che per i rapporti tra privati e Pubblica Amministrazione, fermo restando la possibilità per i contraenti, in ambi due i casi, di fissare per contratto un termine diverso. Per quanto concerne, però, i contratti tra privati e PA, questi potranno avere un termine maggiore rispetto ai 30 giorni solo nel caso vi sia una "necessità obiettiva" di pianificare i pagamenti su un periodo superiore, in particolare per alcune tipologie di contratti come ad esempio i grandi progetti di costruzioni. Mentre per il settore della sanità è previsto un termine di 60 giorni.

In realtà, la nuova direttiva non introduce nulla di nuovo rispetto la direttiva 2000/35/CE, in quanto anche quest'ultima prevedeva un termine di pagamento massimo di 30 giorni. La differenza sostanziale sta nell'irrigidimento del sistema sanzionatorio, che nella nuova direttiva prevede:
  • per tutti i tipi di contratti (Privati-PA e privati-privati), il pagamento di interessi per ritardati pagamenti, calcolati con riferimento al tasso di interesse applicato dalla Banca Centrale Europea alle sue più recenti operazioni di rifinanziamento principali ovvero al tasso di interesse marginale risultante dalle procedure di appalto a tasso variabile per tali operazioni;
  • per tutti i tipi di contratti, l'introduzione di un indennizzo, a titolo di compensazione per i costi amministrativi e burocratici che il creditore deve sostenere per ottenere il pagamento dovuto, pari a 100 euro se la somma dovuta è superiore a 10.000 euro. Per importi inferiori, l'indennizzo è pari a 70 euro per un credito compreso tra 1.000 e 10.000 euro e pari a 40 euro per un credito inferiore a 1.000 euro;
  • per tutti i contratti tra privati e PA, l'introduzione di un indennizzo forfettario automatico, pari al 2% della somma dovuta se il pagamento avviene tra il 31° ed il 45° giorno, al 4% della somma dovuta se il pagamento avviene tra il 46° ed il 60° giorno ed è pari al 5% della somma dovuta se il pagamento avviene oltre il 60° giorno. Questo indennizzo si aggiunge ai due indennizzi citati in precedenza e non deve superare l'importo di 50.000 euro.

Inoltre, la nuova direttiva prevede che i creditori possano ottenere un titolo esecutivo entro 90 giorni, indipendentemente dall'ammontare della somma dovuta, oltre al fatto che viene data la possibilità alle associazioni di categoria delle imprese, in caso di clausole o pratiche illecite, di agire per conto di esse presso le sedi giudiziarie o amministrative opportune, per ottenere la cancellazione o la cessazione di tali clausole o pratiche.

Si prevedono (la speranza è questa) tempi duri, dunque, per i morosi siano essi pubblici o privati.

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