Aree urbane degradate: che fine ha fatto il bando per la riqualificazione delle periferie?

500 milioni di euro per l'anno 2016 per la riqualificazione urbana e la sicurezza delle periferie delle città metropolitane e dei comuni capoluogo di provinc...

di Danilo Maniscalco - 22/02/2016

500 milioni di euro per l'anno 2016 per la riqualificazione urbana e la sicurezza delle periferie delle città metropolitane e dei comuni capoluogo di provincia.

E’ quanto ha previsto, o forse sarebbe meglio dire avrebbe previsto la Legge di Stabilità per il 2016 (commi 974-977) ma che a pochi giorni dalla scadenza per l’invio dei progetti (1 marzo 2016) non ha ancora il relativo bando che avrebbe dovuto essere emanato entro il 31 gennaio 2016 per definire le modalità e le procedure per la successiva presentazione dei progetti di riqualificazione urbana e la sicurezza delle periferie delle città metropolitane e dei comuni capoluogo di provincia.

Ricordiamo, infatti, che la Legge di Stabilità per il 2016 ha stanziato 500 milioni di euro per l'anno 2016 per il programma straordinario di intervento per la riqualificazione urbana e la sicurezza delle periferie delle città metropolitane e dei comuni capoluogo di provincia, finalizzato alla realizzazione di interventi urgenti per la rigenerazione delle aree urbane degradate attraverso la promozione di progetti di miglioramento della qualità del decoro urbano, di manutenzione, riuso e rifunzionalizzazione delle aree pubbliche e delle strutture edilizie esistenti, rivolti all'accrescimento della sicurezza territoriale e della capacità di resilienza urbana, al potenziamento delle prestazioni urbane anche con riferimento alla mobilità sostenibile, allo sviluppo di pratiche, come quelle del terzo settore e del servizio civile, per l'inclusione sociale e per la realizzazione di nuovi modelli di welfare metropolitano, anche con riferimento all'adeguamento delle infrastrutture destinate ai servizi sociali e culturali, educativi e didattici, nonché alle attività culturali ed educative promosse da soggetti pubblici e privati.

Un programma imponente che avrebbe avuto il grande ardire di riqualificare le tante aree urbane degradate del nostro Paese con gli Enti in prima linea per la predisposizione e trasmissione dei progetti, che avrebbero dovuto essere presentati secondo modalità e procedure stabilite con un bando, che avrebbe dovuto essere approvato e pubblicato in Gazzetta entro il 31 gennaio 2016, definito con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri.

Il programma era stato accolto con grande soddisfazione, ma nessuna attenzione, dal Presidente uscente del Consiglio Nazionale degli Architetti PPC Leopoldo Freyrie che aveva commentato “Siamo soddisfatti che finalmente il Governo cominci a comprendere che le politiche di rigenerazione urbana sostenibile legate alle azioni per porre fine al consumo di suolo, che gli architetti italiani sollecitano da tempo, non si limitino ad essere interventi di tutela ambientale finalizzati a migliore la qualità e la bellezza dell’habitat, ma possono anche rappresentare strumenti per favorire, in termini economici, la ripresa. Così come rigenerare gli edifici da un punto di vista energetico non è solo un obbligo comunitario, ma significa, invece, porre in atto una politica economica intelligente, che aumenta il PIL, contiene i consumi energetici, senza bisogno di grandi investimenti pubblici”.

Se non fosse che, arrivati, al 22 febbraio 2016 ancora nessuno sa nulla di questo bando. Per questo motivo, la deputata Claudia Mannino (Movimento 5 Stelle) ha presentato al Presidente del Consiglio dei Ministri Matteo Renzi un’interpellanza per conoscere esattamente i tempi per l’emanazione del bando e se non ritenga opportuno assumere iniziative per dilazionare i tempi della presentazione delle proposte, che, data la complessità degli interventi, i tempi ristretti renderebbero inevitabilmente di scarsa qualità e scarsa partecipazione.

L’interpellanza della Deputata Mannino ha ricordato il comma 975, art. 1 della Legge n 208/2015 per la quale “Ai fini della predisposizione del Programma, entro il 1o marzo 2016 gli enti interessati trasmettono i progetti di cui al comma 974 alla Presidenza del Consiglio dei ministri, secondo le modalità e la procedura stabilite con apposito bando, approvato, entro il 31 gennaio 2016, con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, con il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti e con il Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, sentita la Conferenza unificata di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281”. Il comma successivo, 976, prevede la costituzione, composizione e modalità di funzionamento, presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, di un nucleo per la valutazione dei progetti di riqualificazione. Per l'attuazione del programma straordinario è istituito un fondo di 500 milioni di euro (comma 978).

A dar forza alla sua tesi, l’on Claudia Mannino ha ricordato il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 15 ottobre 2015 recante "Interventi per la riqualificazione sociale e culturale delle aree urbane degradate" (Gazzetta Ufficiale n. 249 del 26 ottobre 2015) con il quale il Governo, dando attuazione all'articolo 1, comma 431 della legge 23 dicembre 2014, n. 190 (legge di stabilità per il 2015), ha provveduto all'approvazione di un bando con il quale sono state definite le modalità e le procedure per la presentazione, da parte dei comuni, di progetti di riqualificazione, costituiti da un insieme coordinato di interventi diretti alla riduzione di fenomeni di marginalizzazione e degrado sociale, nonché al miglioramento della qualità del decoro urbano e del tessuto sociale ed ambientale. La dotazione del Fondo per l'attuazione del piano nazionale per la riqualificazione sociale e culturale delle aree urbane degradate è di 44 milioni di euro per il 2015 e di 75 milioni di euro per ciascuno degli anni 2016 e 2017, per complessivi euro 194 milioni di euro. Anche per questo tipo di interventi, le tempistiche dettate dal Governo sono state ad avviso dell'interpellante improprie e disattese.

In definitiva, l’interpellanza della Palermitana Claudia Mannino ci ha ricordato la triste realtà di un Paese al condizionale, con tanti vorrei e altrettanti non posso, in cui agli strilli del Governo si sentono sempre le risposte compiaciute di chi a vario titolo negli anni si è sempre preso il merito delle promesse disattese dei politici di professione e mai ha controllato che alle parole fossero seguiti fatti degni di un Paese che vuole definirsi civile.

A cura di Ing. Gianluca Oreto

Dipinto © arch. Danilo Maniscalco

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