Confedertecnica, duro attacco a Ordini e Casse Previdenziali

Mentre in Parlamento si continua a parlare di IMU, Service Tax e TUC (non il famoso cracker salato ma il "Tributo unico comunale") oltre che delle solite pro...

12/11/2013
Mentre in Parlamento si continua a parlare di IMU, Service Tax e TUC (non il famoso cracker salato ma il "Tributo unico comunale") oltre che delle solite problematiche che hanno interessato gli ultimi mesi (decadenza Berlusconi, caso Cancellieri, etc...), gli Ordini professionali sono alle prese con il nuovo orpello (per i professionisti) della formazioni continua e le casse di previdenza cominciano a domandarsi (?) l'utilità degli aumenti contributivi, la Confederazione Sindacale delle Professioni Tecniche (Confedertecnica) ha inviato al Governo le proprie osservazioni susseguenti al patto di stabilità 2014.

La nota di Confedertecnica parte dalla considerazione che attribuire alla crisi degli Stati Uniti del 2007 la causa della situazione di precarietà del sistema produttivo, strutturale, sociale del sistema Italia, è certamente errato. A dimostrazione di questa affermazione Confedertecnica evidenzia come il tasso di crescita del Pil pro-capite, dal 2007/2010 è stato dell'1,3%, tra i più bassi al mondo, ma nell'intero periodo 2000/2010 è stato dell'1,57% sempre al fondo della classifica, peggio di Spagna e Grecia.

Ciò premesso, parte un tackle a piedi uniti contro Ordini e Casse di Previdenza, colpevoli di gravare inutilmente sul portafoglio dei professionisti. In particolare:
  • Gli Ordini hanno un costo altissimo, di milioni di euro, caricato sui professionisti per funzioni di controllo su se stessi: venute meno le competenze relative all'applicazione delle tariffe, si sono caricati di nuovi compiti di controllo e di tutela collettiva, di per sé scontati nella ordinaria legislazione, come nella formazione continua, nell'assicurazione obbligatoria, nei nuovi codici deontologici, introducendo norme ripetitive e penalizzanti fino all'esclusione dall'attività professionale con le conseguenze che ne derivano, nell'applicazione di principi oligarchici.
  • Le Casse Previdenziali si dotano in genere di provvedimenti autoreferenziali e penalizzanti, attuando provvedimenti che condizionano ulteriormente i professionisti nell'accesso agli affidamenti, negandone di fatto la possibilità di recupero, richiedendo contributi aggiuntivi ai pensionati con provvedimenti dichiarati discriminatori dalla Corte Costituzionale se riferiti ai soli pensionati o nell'ipotesi del congelamento dei contributi versati in caso di interruzione forzata dell'attività:tutte procedure sulle quali il sindacato sollecita adeguate modificazioni.
Senza considerare il proliferare, con notevoli investimenti, per Ordini e Casse Previdenziali, della istituzione delle immancabili Fondazioni, con lo scopo di rafforzare una presenza "politica" unilaterale, foriera di una ulteriore confusione di cui forse non se ne avvertiva la necessità.

Da qui la proposta di favorire uno sviluppo complessivo con accesso ad un mercato aperto e trasparente che sia effettivo arbitro di sviluppo, senza creare nuovi paletti o limiti a libere scelte di esercizio della professione.

Di seguito la sintesi delle proposte di Confedertecnica che, come precisato nella nota, non necessitano di oneri finanziari per essere attuate:
  • i costi delle prestazioni devono derivare dal confronto con le rappresentanze associative nazionali a carattere sindacale, con determinazione, anche per i privati, dei costi minimi reali occorrenti all'espletamento dei servizi, eliminando valutazioni unilaterali della sola committenza;
  • una revisione delle norme di affidamento, che oggi premiano capacità economiche e strutturali o soggette alla più ampia discrezionalità clientelare a scapito dei fattori di merito, ma anche incentivare l'integrazione tra differenti strutture professionali favorendone un processo di trascinamento verso una maggiore consistenza ed inserendo i giovani in rapporto alla dimensione dei lavori;
  • ottimizzare le procedure della P.A. con:
    1. l'eliminazione delle forme di concorrenza degli Uffici pubblici, ulteriore elemento destabilizzante il mercato del lavoro ed i procedimenti amministrativi;
    2. rinnovamento degli organici, dando continuità in primis alle esperienze delle diverse tipologie di contrattisti già attivi nella P.A. in forma precaria, per assicurare il necessario ricambio generazionale e la continuità delle competenze;
    3. introdurre criteri di rotazione e mobilità tra gli Enti dei i dirigenti, per scardinare nuclei di potere locale che chiudono a se stesse le realtà locali.
  • Soppressione degli elenchi comunali quale adempimento propedeutico alle procedure di assegnazione degli incarichi, con sostituzione con solo elenchi Provinciali/Regionali attestanti annualmente la disponibilità dei professionisti a concorrere agli affidamenti.
  • Introduzione di lettera liberatoria e fattura del professionista dell'avvenuta corresponsione dell'onorario, ad integrazione degli atti inerenti la documentazione tecnico-amministrativa prevista per l'approvazione degli stessi;
  • rivisitazione delle finalità della formazione continua che, nella valutazione dei crediti, non può non riconoscere le attività effettive svolte dai professionisti ed essere indirizzata sulle carenze che il singolo professionista ritiene, liberamente, di voler colmare.

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