Consiglio Nazionale Architetti: quando la deontologia professionale diventa un optional

I fatti di cronaca che quotidianamente leggiamo sui giornali ci hanno sempre più abituati a considerare le leggi nazionali non applicabili a chi quelle stess...

12/01/2015
I fatti di cronaca che quotidianamente leggiamo sui giornali ci hanno sempre più abituati a considerare le leggi nazionali non applicabili a chi quelle stesse leggi le scrive e dovrebbe farle applicare. Per questo motivo, quello che sto per raccontarvi non scandalizzerà probabilmente nessuno.

Ricevo e pubblico (clicca qui) una lettera inviata dai due consiglieri dell'Ordine degli Architetti di Palermo, Emanuele Nicosia e Antonino Polizzi, che in un Paese normale dovrebbe portare alle immediate dimissioni nientemeno che del Presidente del Dipartimento Deontologia Professionale del CNAPPC arch. Raffaello Frasca oltre che ad un azzeramento dell'esecutivo dell'ordine palermitano.

La lettera, inviata al Presidente del CNAPPC Leopoldo Freyrie, a tutti i Presidenti e Consiglieri degli Architetti d'Italia, al Ministero della Giustizia Ufficio VII Libere Professioni, al Consiglio Nazionale degli Ingegneri, alla Cassa di Previdenza Architetti Ingegneri, ad Inarsind e Federarchitetti, parla di quanto accaduto durante le elezioni per il rinnovo del Consiglio dell'Ordine degli architetti di Palermo.

I fatti
1. Nel 2013 gli Architetti di Palermo hanno votato per il rinnovo del Consiglio dell'Ordine degli architetti, scegliendo, in particolare, tra due raggruppamenti contrapposti: ORDINEPUNTOEACAPO e RIPRENDIAMOCI IL FUTURO.

2. Le candidature sono positivamente validate dal Segretario uscente arch. Giovanna D'Attardi (particolare da tenere bene a mente).

3. Mentre Palermo è alle prese con le elezioni, il CNAPPC chiede un parere al Ministero di Giustizia in merito all'applicazione del D.L. n. 225/2010 (convertito dalla legge n. 10/2011) che prevede la possibilità di essere eletti per 3 mandati consecutivi, solo ai componenti in carica alla data di entrata in vigore della legge (27/02/2011).

4. Con tempi record il Ministero di Giustizia rilascia il suo parere il 16/07/2013 ammettendo che la norma fosse applicabile solo a chi alla data del 27/02/2011 fosse in carica e non ai membri successivamente subentrati all'interno dell'esecutivo.

5. Durante i 10 giorni di voto (10-20 luglio 2013) i locali dell'Ordine di Palermo vengono "presenziati" dal Consigliere Nazionale nonché Presidente del Dipartimento Deontologia Professionale del CNAPPC arch. Raffaello Frasca che, in barba alla norma del codice deontologico che impone ai consiglieri nazionali di rappresentare tutti gli architetti iscritti agli albi, effettua aperta campagna elettorale per la lista RIPRENDIAMOCI IL FUTURO.

6. L'esito delle urne decreta l'elezione di 9 consiglieri per la lista RIPRENDIAMOCI IL FUTURO e di 6 per ORDINEPUNTOEACAPO.

7. La prima dei non eletti, arch. Giovanna D'Attardi, propone entro i termini previsti ricorso al CNAPPC contro la proclamazione degli Arch. Nicosia e Polizzi (le cui candidature erano state da lei validate come Segretario), lamentando la violazione dell'art. 2, comma 4-setpies del D.L. n. 225/10.

8. L'11/10/2013 il CNAPPC accoglieva il ricorso della D'Attardi, annullando le elezioni dei due architetti.

9. I due architetti Nicosia e Polizzi propongono ricorso presso la Corte di Cassazione che il 24/09/2014 da loro ragione riammettendoli all'interno dell'esecutivo di Palermo.

Le dichiarazioni dei due Architetti Nicosia e Polizzi
"Quello che la Corte di Cassazione non ci può restituire è un anno difficile nel quale abbiamo dovuto sopportare l'umiliazione di essere ingiustamente estromessi, tra l'altro con metodi privi di ogni eleganza istituzionale, dal Consiglio dell'Ordine di Palermo, con tutto quello che ne è conseguito sul piano istituzionale e sul piano personale e perché no anche sul piano economico.
Questa "brutta storia italiana" ci ha insegnato che ogni tanto la giustizia funziona ed anche con tempi non biblici.
Ci resta l'amaro in bocca nel constatare che il CNAPPC prontamente informato con nota raccomandata delle "performance" di un suo consigliere durante le elezioni, non ha riscontrato le note formali di protesta inviate da alcuni Consiglieri dell'Ordine di Palermo e sino ad oggi non ha preso alcun provvedimento, avallando e condividendo così un modello comportamentale a nostro avviso censurabile e non adeguato a chi si occupa di deontologia.
Siamo certi che il Consiglio Nazionale, il cui presidente in ogni evento pubblico ( almeno in quelli siciliani) non perde l'occasione per dire che gli Ordini sono presidi di legalità, alla luce della sentenza della Cassazione, vorrà esaminare a fondo la vicenda palermitana per valutare i comportamenti del consigliere nazionale che con il suo comportamento, a parere di chi scrive, si è reso incompatibile con la carica di Presidente del Dipartimento Deontologia Professionale.
Restiamo in attesa di sviluppi in tempi rapidi, e ci riserviamo di fornire a tutti gli Ordini d'Italia documentazione a supporto di quanto sostenuto ( pareri del ministero, sentenze, delibere, ecc) per evitare che in un futuro prossimo altri architetti candidati al ruolo di consigliere debbano vivere una storia surreale è mortificante come quella che è toccata a due consiglieri legittimamente eletti ed ingiustamente estromessi dalla carica per più di un anno"
.

La suddetta cronistoria porta a farsi alcune domande:
  1. Per quale motivo il Presidente del Dipartimento Deontologia Professionale del CNAPPC arch. Raffaello Frasca ha apertamente parteggiato per i candidati di una lista?
  2. Come mai il CNAPPC non ha risposto alla denuncia contro la pratica scorretta dell'arch. Raffaello Frasca?
  3. Per quale motivo l'arch. Giovanna D'Attardi ha validato le candidature di Nicosia e Polizzi, pensando ci fossero delle irregolarità?
  4. Come mai l'esecutivo dell'Ordine degli Architetti di Palermo, che nel frattempo ha visto uscire 5 consiglieri ed entrarne altrettanti nuovi (leggi articolo) non è ancora stato azzerato?

Certo che questa storia avrà sconvolto la mente di pochi, mi piacerebbe avere un riscontro diretto del Presidente del CNAPPC Leopoldo Freyrie che, proprio recentemente, mi ha inviato una interessantissima lettera che contestava il lato ironico/sarcastico del mio articolo "Agli Architetti italiani 15 Super Presidenti per tutelare la loro professione" che vi invito a leggere.

Sempre pace e bene a tutti!

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