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Ddl libertà d'impresa: ANIEM, legge ad hoc per contratti di rete e applicazione direttiva UE su tempi di pagamento

Sebbene per Aniem il disegno di n. 2626 concernente "Norme per la tutela della libertà d'impresa" sia particolarmente rilevante per i principi e gli elementi...

10/06/2011
Sebbene per Aniem il disegno di n. 2626 concernente "Norme per la tutela della libertà d'impresa" sia particolarmente rilevante per i principi e gli elementi che introduce e per il coinvolgimento dei degli operatori economici privati nelle diverse fasi degli interventi, l'Associazione in audizione oggi al Senato, ha ribadito il grande nodo dei ritardi di pagamento (una media di 8 mesi secondo l'Osservatorio dell'Associazione) e l'urgenza di introdurre strumenti operativi come i contratti di rete, in grado di modernizzare e di agevolare il sistema economico.

Proprio perché emerge una costante diminuzione dei lavori di piccolo e medio importo (40% per i lavori fino a 500.000 Euro), mentre cresce marcatamente la tendenza ai bandi di importo superiore ai 100 milioni di euro, tecnologicamente più complessi, sostanzialmente più che raddoppiati dal 2003 ad oggi, fino a rappresentare attualmente oltre un terzo dell'importo complessivo posto in gara, è necessario dare un impulso determinante che favorisca i processi di aggregazione, attraverso lo strumento delle reti di impresa.

Secondo Aniem, considerando che alle imprese non viene più chiesta unicamente una capacità realizzativa, ma si sollecitano conoscenze integrate che coinvolgono anche le fasi propositive, finanziarie, progettuali e gestionali degli interventi, i contratti di rete risultano fondamentali per la ripresa. Lo strumento assume ancora più rilevanza se si prendono in esame i dati allarmanti dell'Osservatorio dell'associazione: primo semestre del 2011 molto negativo, con una diminuzione del fatturato medio per impresa del -16% e una previsione del -11% nel secondo semestre.

Ma poiché l'operatività dei contratti di rete nel settore dei lavori pubblici non è di fatto possibile, perché manca una disposizione che ne coordini e ne disciplini l'applicazione nell'ambito della generale regolamentazione normativa del settore contenuta nel Codice dei Contratti, Aniem ha annunciato alla Commissione la necessità di introdurre una specifica norma che ne consenta l'utilizzo nel settore dei lavori pubblici.

Alcuni benefici che scaturirebbero sono la trasparenza nella fase di affidamento e di esecuzione dei lavori (il contratto di rete ed i soggetti coinvolti verrebbero messi a conoscenza della stazione appaltante e sarebbero vincolati da responsabilità solidale), la semplificazione dell'attività di

controllo facilitata dalla prevedibile riduzione del ricorso ai subappalti ed ai subcontratti (con conseguenti agevolazioni anche in tema di sicurezza e controllo della correttezza contributiva), l'impulso al sistema produttivo territoriale che verrebbe coinvolto dal soggetto aggiudicatario nell'esecuzione dei lavori, nel pieno rispetto dei principi generali posti a tutela della libera concorrenza. Secondo Aniem inoltre la "rete", infine, consentirebbe di non intervenire sulla quota lavori subappaltabile e non costringerebbe operatori economici già strutturati in aggregazioni stabili ad associare decine di imprese sparse sull'intero territorio nazionale, assumendo in tal modo una ingestibile e mastodontica struttura inidonea a fornire risposte efficaci ed adeguate garanzie contrattuali.

Aniem è poi intervenuta sulle misure contro i ritardi nei pagamenti (art.10) delle Pubbliche Amministrazioni. Il disegno di legge prevede la delega al Governo ad emanare, entro un anno, un provvedimento di aggiornamento della disciplina legislativa sulla base dei principi deliberati in sede europea.

L'Associazione ha evidenziato come la questione dei ritardi di pagamento costituisca un problema prioritario per le imprese: in particolare, l'esasperazione del problema (la media dei ritardi raggiunge ormai gli 8 mesi – fonte Osservatorio Aniem), la sua diffusione, le ripercussioni dirompenti sul sistema delle pmi rendono insufficiente l'attuale previsione di delega.
Il vincolo al rispetto dei parametri connessi al patto di stabilità, inoltre, induce gli enti locali a prevedere clausole, già inserite nei bandi di gara, che spostano di due o tre anni i pagamenti alle imprese.
Aniem ha quindi richiesto l'immediato recepimento della direttiva europea, entrata in vigore il 15 marzo 2011, che prevede espressamente, a differenza della precedente, il settore delle opere pubbliche tra i suoi ambiti di applicazione.

In merito alle ulteriori disposizioni relative al settore degli appalti pubblici (artt. 12 e 13), è stato espresso apprezzamento per l'incremento della possibilità di ricorso alla procedura negoziata.

Aniem ha evidenziato, su quest'ultimo aspetto, l'opportunità di un coordinamento con la recente misura avanzata dal Governo nel D.L. sullo sviluppo che fissa la possibilità di ricorrere alla procedura senza bando fino a 1 milione di euro con consultazione minima di 10 imprese.

Pur apprezzando, infine, l'impegno ad una suddivisione in lotti degli appalti, l' Associazione ha sottolineato come, in un sistema caratterizzato da circa 40.000 imprese qualificate nel settore dei lavori pubblici, la scelta strategica fondamentale debba essere quella di favorire una crescita competitiva del sistema imprenditoriale attraverso lo sviluppo di forme di aggregazione stabili, organizzate e strutturate.

A cura di Ufficio Stampa Aniem
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