Debiti P.A.: Boom di domande per circa 60 milioni di euro

Dopo aver fallito il suo primo obbiettivo circa la registrazione delle pubbliche amministrazioni alla piattaforma telematica (sono moltissime le p.a che non ...

09/05/2013
Dopo aver fallito il suo primo obbiettivo circa la registrazione delle pubbliche amministrazioni alla piattaforma telematica (sono moltissime le p.a che non hanno neppure avviato la registrazione e che andranno incontro alle pesanti sanzioni previste dal decreto sblocca-debiti), quello dello sblocco dei pagamenti dei debiti della pubblica amministrazioni rischia di diventare un vero e proprio problema di natura sociale. Con un comunicato di ieri, infatti, la Cassa Depositi e Prestiti (CDP) ha informato che nell'ambito della procedura prevista dal Decreto Legge 8 aprile 2013 n. 35, relativa allo sblocco dei pagamenti della pubblica amministrazione, ha ricevuto un totale di circa 1.500 domande di anticipazione di liquidità, per un importo complessivo di circa 6 miliardi di euro.

La CDP ha, inoltre, comunicato che, considerato che le cifre richieste superano l'importo delle somme del Fondo dedicato agli Enti locali da 4 miliardi di euro (2 miliardi per il 2013 e 2 miliardi per il 2014), si procederà ad un riparto delle somme richieste.

Come previsto dal D.L. n. 35/2013, le anticipazioni di liquidità saranno concesse entro il 15 maggio 2013 e le erogazioni delle stesse saranno effettuate a seguito del perfezionamento dei relativi contratti.

Entrando nel dettaglio delle domande arrivate:
  • 1500 sono le richieste pervenute dalle Amministrazioni Comunali, per un importo complessivo pari a circa 5,8 miliardi di euro.
  • 15 sono le domande presentate dalle Amministrazioni provinciali, per un controvalore di circa 110 milioni di euro.
  • 25 sono le richieste degli altri Enti locali, per circa 53 milioni di euro.

A questo punto sarà interessante capire come verranno effettuati i pagamenti ed in quale ordine. Nel caso, infatti, venga data priorità alle P.A. con maggiori debiti, si determinerebbe una discriminazione verso le P.A. più virtuose che, avendo meno debiti da pagare, si ritroverebbero a dover aspettare il prossimo sblocco.

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