Emilia Romagna: la prevenzione del rischio alluvione e il contributo di chi vive sul territorio

Piani civici di adattamento con azioni concrete proposte dai cittadini per rispondere alla sfida del cambiamento climatico, con esercitazioni di protezione c...

21/06/2018

Piani civici di adattamento con azioni concrete proposte dai cittadini per rispondere alla sfida del cambiamento climatico, con esercitazioni di protezione civile, evacuazioni e simulazioni.
È la sperimentazione avviata dal progetto comunitario Life Primes che, in Emilia-Romagna, coinvolge comuni di Lugo e Sant’Agata sul Santerno (Ra), Imola e Mordano (Bo) nel bacino del Santerno; Poggio Renatico (Fe) nel bacino del Reno e Lido di Savio in comune di Ravenna per il rischio di ingressione marina. Stamattina, a Bologna, si è fatto il punto delle attività, avviate nel 2015 e che si concluderanno entro il 2018.

Chi ogni giorno vive e lavora sul territorio - spiega l’assessore regionale alla protezione civile Paola Gazzolo, intervenendo ai lavori- lo conosce a fondo, è portatore di informazioni derivanti dall’esperienza quotidiana fondamentali per la sicurezza delle comunità e può quindi fornire indicazioni, suggerimenti e proposte per affrontare nel modo più efficace ed efficiente i rischi, a fronte delle conseguenze portate dal clima che cambia”.

Lo prevede - ha aggiunto Gazzolo - anche il nuovo Codice di Protezione civile: i cittadini devono essere coinvolti nella stesura dei documenti di pianificazione e i Piani Civici sono una prima sperimentazione delle nuove norme”.

Le attività del progetto Life Primes si sono svolte attraverso workshop di informazione, sensibilizzazione e formazione sul rischio nelle tre regioni coinvolte: oltre all’Emilia-Romagna, anche Marche e Abruzzo.
Tre sono state le esercitazioni di protezione civile e, con l’attivazione di uno specifico sito web, ogni cittadino dei comuni coinvolti ha potuto presentare le proprie proposte per rendere il territorio più pronto a rispondere ai rischi a cui è esposto: in tutto hanno risposto oltre duemila persone.
Un’attenzione particolare è stata rivolta all’uniformazione delle procedure di allertamento, con la creazione della mappa interregionale delle allerte meteo-idrogeologiche-idrauliche delle Regioni partner e del Manuale per condividere i sistemi di prevenzione e allertamento.

La nostra Regione - ha detto l’assessore regionale - ha rivoluzionato il modo di comunicare l’allerta, rendendolo sempre più diretto, veloce e immediato grazie al portale AllertaMeteo Emilia-Romagna: forti dei passi avanti compiuti, candidiamo questo strumento a livello nazionale. Omogeneizzare le procedure, coinvolgere le comunità per divulgare cultura di autoprotezione e di prevenzione, anche con progetti di partenariato come Primes, è importante perché il cambiamento climatico va oltre i confini amministrativi e per affrontarlo serve un’azione di rete e di sistema”.

I partner e gli obiettivi di Life Primes

L'Agenzia regionale per la sicurezza territoriale e la protezione civile dell’Emilia-Romagna è capofila del progetto Life Primes. I partner sono le Regioni Emilia-Romagna, Abruzzo e Marche; Arpae; l'Università Politecnica delle Marche.

L’obiettivo è ridurre i rischi derivanti da piene, alluvioni e mareggiate e costituire comunità resilienti che partecipino attivamente alle politiche di prevenzione del rischio e si facciano parte attiva nella costruzione di strategie di adattamento e di sistemi di allertamento efficaci.

Il Progetto punta quindi ad omogeneizzare le procedure a livello interregionale, rafforzando il coordinamento tra i sistemi locali di protezione civile; a potenziare i sistemi di monitoraggio e integrare le procedure di allertamento, per agire con maggior efficacia anche sui tempi di risposta all'evento; a realizzare uno spazio web condiviso, per favorire la diffusione della conoscenze e una più efficace gestione degli interventi a tutela del territorio e a sensibilizzare la popolazione sui temi dell'adattamento ai cambiamenti climatici e promuoverne la partecipazione alle politiche di prevenzione del rischio.

A cura di Ufficio Stampa Regione Emilia Romagna

© Riproduzione riservata