Expo 2015, Authority LLPP all'attacco del Governo

L'occasione degli ultimi scandali sugli appalti di EXPO 2015 non poteva non essere utilizzata dall'Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici di lavori...

03/06/2014
L'occasione degli ultimi scandali sugli appalti di EXPO 2015 non poteva non essere utilizzata dall'Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture per pesanti critiche alle deroghe concesse più volte dai Governi al Codice dei contratti. In verità vorremo sperare che la presenza negli ultimi giorni dell'Autorità sugli organi di stampa possa essere spontanea, ma resta il forte dubbio che questa sia legata alla recenti ipotesi di soppressione dell'Autorità stessa (Piano Cottarelli).

Ma andiamo con ordine.
Il Presidente dell'Autorità Sergio Santoro, negli ultimi giorni, è intervenuto sugli scandali relativi all'EXPO 2015 con varie interviste in cui ha precisato di non essere d'accordo, in generale, con la logica dei Grandi Eventi e con le connesse deroghe al Codice dei Contratti precisando, anche, che "Col sistema Grandi eventi non si accelerano gli affidamenti, si scavalcano invece regole che sono a garanzia del mercato del lavoro e dei servizi. Se non c'è una reale urgenza, come nel caso di una calamità naturale, si turba il mercato, perché si impedisce a molte imprese di partecipare alle gare".

Questi rilievi, in tempi non sospetti, erano stati già segnalati nel corso di un'audizione del 16 Aprile alle Commissioni lavori pubblici e territorio del Senato relativamente all'esame della legge di conversione del decreto-legge n. 47/2014 (Misure urgenti per l'emergenza abitativa, per il mercato delle costruzioni e per Expo 2015); in riferimento alla citata audizione svoltasi tre settimane prima dell'inchiesta giudiziaria che ha portato agli arresti e allo scandalo sugli appalti dell'Expo, il Presidente Santoro precisava ”In termini generali, al riguardo, si rileva che, come diverse volte e già da lungo tempo messo in evidenza dall'Autorità di Vigilanza sui Contratti Pubblici e dalla Corte dei Conti l'attuazione, anche giustificata dalla presenza di figure Commissariali, di deroghe, talvolta consistenti, alla normativa sui contratti pubblici, rischia di sottrarre una fetta rilevante di spesa pubblica investita per grandi interventi alla disciplina naturalmente preordinata a garantire l'efficiente impiego di danaro pubblico e attività di rilevazione e controllo da parte dell'Autorità di Vigilanza".

Ricordiamo che le deroghe al Codice dei contratti per EXPO 2015 nascono con l'Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri 19 gennaio 2010, n. 3840, prima soppresse con il decreto-legge n. 1/2012 (cosiddetto delle liberalizzazioni) e successivamente confermate sia nella legge di conversione n. 27/2012 che nel decreto-legge 15 maggio 2012, n, 59 che recava disposizioni urgenti per il riordino della Protezione civile.

E' opportuno, anche, notare come le ultime deroghe relative agli articoli 26 e 30 (inerenti, il primo, i contratti di sponsorizzazione e, il secondo, le concessioni di servizi) del Codice dei contratti sono diventate legge dello Stato con la legge 23 maggio 2014, n. 80, successivamente agli arresti relativi all'inchiesta per l'EXPO.
Si tratta, come afferma Santoro, in totale di ben 82 disposizioni del Codice dei contratti a cui è possibile derogare per realizzare opere pubbliche che vengono sottratte alle norme ed ai controlli del Codice dei contratti.

Le denunce di Santoro sembra che siano state già consegnate a Raffaele Cantone, il magistrato che guida l'Authority anticorruzione che dovrà vigilare sulle procedure degli appalti per l'EXPO. Cantone e Santoro s'incontreranno oggi per esaminare insieme il rapporto da cui emerge che, in nome dell'urgenza e dell'emergenza, lavori per 959 milioni di euro sarebbero stati sottratti alle procedure ordinarie e 72 appalti sarebbero stati affidati senza previa pubblicazione del bando. Finora, precisa Santoro, non sono emersi profili penali, ma "le 82 disposizioni del Codice degli appalti abrogate con quattro ordinanze della Presidenza del Consiglio, dal 2007 in poi, hanno di fatto escluso noi da ogni tipo di reale controllo".
Tutto ciò mentre iniziano le prime defezioni.
Hanno già rinunciato a partecipare alla manifestazione la Danimarca, la Norvegia, la Finlandia, la Svezia, l’Islanda, l’Olanda, il Portogallo, l’Australia, il Canada, il Sudafrica, la Turchia, l’India e l’Ucraina.

Ricordiamo che EXPO 2015 è soltanto l'ultimo caso di deroghe al Codice dei contratti che fa seguito a quelli della "Riqualificazione e messa in sicurezza edifici scolastici", dei "Mondiali di nuoto a Roma", della "Ricostruzione L'Aquila", del "G8 Maddalena" con un fiume di denaro pubblico relativo ad appalti di lavori e servizi affidati in deroga alle norme ordinarie del Codice dei contratti.
Ma le deroghe erano veramente necessarie?

Sembra, comunque, che tutta l'attenzione sia rivolta all'attuale scontro sulla possibilità di soppressione dell'Autorità ed il Presidente Santoro, in una recente intervista alla Rai, ha precisato: "L'Italia avrebbe potuto spendere meno soldi pubblici per gli appalti di Expo se si fossero rispettate le leggi invece di consentire le gare in deroga. L'effetto delle deroghe è nel fatto che Expo è stato programmato otto anni prima, con delle deroghe vistose che normalmente sono utilizzate per motivi di urgenza. Si è arrivati a ridosso e quindi si è insistito con le deroghe". Aggiungendo poi sui poteri a Cantone: "Non è che c'è bisogno di un personaggio alla Superman, basta chiunque che sia dotato dei mezzi utili, che risponda però direttamente al Parlamento facendo intendere che il ruolo avrebbe potuto essere ricoperto dall'Autorità stessa che, in questa maniera, viene delegittimata.

Riportiamo, di seguito, una parte dell'intervista effettuata da Repubblica al Presidente dell'Autorità di Vigilanza sui LLPP.

Presidente Santoro scorrendo la lista degli appalti aggiudicati e quelli ancora da aggiudicare dell'Expo 2015 che cosa nota dal suo punto di vista?
Ma, io non noto nulla di nuovo rispetto a tanti altri appalti che seguono le stesse logiche di aumento ingiustificato dei costi.
Dove negli appalti ordinari in cui ci sono aumenti ingiustificato dei costi noi possiamo intervenire e spessissimo ci riusciamo anche efficacemente. In questo caso non è stato possibile perché c'era un'ordinanza che lo impediva. Un'ordinanza del Governo, del Presidente del Consiglio dei Ministri del 2007 che impediva tutto questo.
Oggi quello che si può fare è controllare la congruità di questi prezzi, controllare la congruità di questi aumenti di costi laddove si sono verificati e noi verifichiamo, scorrendo l'elenco, che si sono verificati molti aumenti di costo a volte anche del 20-30 per cento.
Ecco se questi aumenti sono giustificati e lo dobbiamo verificare cioè lo verificherà chi sarà competente in quel momento potremo, naturalmente, stabilire, appunto, la liceità di queste operazioni; altrimenti, viceversa, si chiederà, appunto, di non pagare opere che non sono in linea con i costi.
Quanti milioni di euro di lavori sono stati dati in deroga?
A occhio e croce, All'incirca 500 milioni ad oggi, 500 milioni di appalti dati in deroga
.

Quanto è giustificato in questo caso, nel caso dell'Expo la legislazione in deroga di un evento che, comunque, si sa che avremmo fatto l'expo, 6-7?
Ecco, allora, dunque noi, si parliamo di otto anni prima perché dal 2015 partiamo nel 2007. Dunque, sappiamo che molto tempo si è perso per l'individuazione per la location, per l'individuazione dei siti. Ecco, naturalmente, se noi avessimo avuto tempi più ristretti la giustificazione sarebbe stata somma. In questo caso abbiamo, comunque, diciamo interventi che debbono precedere, il cui affidamento deve precedere di 2-3 anni ecco li francamente l'urgenza non la vedrei. Quasi nella totalità di questi interventi non c'è urgenza.

Uno dei metodi spesso negli appalti per aumentare i soldi in entrata delle ditte sono le opere complementari o le varianti i corso d'opera. Ce ne sono per l'Expo?
Ci sono, anche lì il controllo e la vigilanza sono mancate per effetto dell'ordinanza di deroga e debbo dire che sono la via attraverso la quale si realizza quell'extra profitto che, poi, alimenta la corruzione, può, in ipotesi, alimentare la corruzione.

Cosa può fare secondo Lei Cantone?
Cantone può, innanzitutto, fare una revisione, un riesame di tutti i contratti fatti, può vedere i prezzi di riferimento e può, ovviamente, suggerire, in quei contratti in cui i prezzi si discostano da quelli di riferimento, può suggerire le misure idonee quali potrebbero essere, ad esempio, la riduzione dei pagamenti o la riduzione dei compensi.

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