Fondo Salva Opere: istanze entro il 24 gennaio 2020

Per accedere al c.d. Fondo Salva Opere, i creditori potranno inviare la relativa istanza entro il 24 gennaio 2020. Lo ha chiarito il Ministero delle Infra...

23/12/2019

Per accedere al c.d. Fondo Salva Opere, i creditori potranno inviare la relativa istanza entro il 24 gennaio 2020.

Lo ha chiarito il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti con Decreto 19 dicembre 2019, n. 16864 che ha sanato l'errore inserito nel Decreto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti 12 novembre 2019, n. 144 recante “Regolamento recante la definizione dei criteri di assegnazione delle risorse e delle modalità operative del «Fondo salva opere»" (leggi articolo). Il lungo processo di approvazione del decreto n. 144/2019 e un po' di approssimazione legislativa, avevano portato a prevedere una data per l'invio delle istanza di assegnazione delle risorse previste per l'anno 2019, ormai trascorsa (il decreto è stato pubblicato sulla Gazzetta n. 294 del 16 dicembre 2019, mentre la scadenza era il 10 dello stesso mese).

Pronto è arrivato il decreto del MIT che ha sanato l'errore posticipando la scadenza per l'invio delle istanze al 24 gennaio 2020.

Ricordiamo che il Fondo, istituito dall'art. 47 del Decreto-Legge 30 aprile 2019, n. 34 recante "Misure urgenti di crescita economica e per la risoluzione di specifiche situazioni di crisi" (c.d. Decreto Crescita), convertito in Legge di 28 giugno 2019, n. 58, prevede una dotazione di 45,5 milioni di euro, di cui 12 milioni per il 2019 e 33,5 milioni per il 2020, utili a ristorare i crediti verso le aziende interessate da crisi avviate dopo il primo gennaio 2018. Le risorse saranno utilizzate per soddisfare, nella misura massima del 70%, i crediti insoddisfatti dei sub-appaltatori, dei sub-affidatari e dei sub-fornitori nei confronti dell’appaltatore ovvero, nel caso di affidamento a contraente generale, dei suoi affidatari di lavori, quando questi sono assoggettati a procedura concorsuale, nei limiti della dotazione del Fondo.

A cura di Redazione LavoriPubblici.it

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