Fonti rinnovabili: l’autorizzazione non spaventa gli ingegneri

Il Centro Studi del CNI ha elaborato una ricerca dal titolo "Per il rilancio del Paese: sussidiarietà e semplificazione. Le opinioni degli ingegneri". Si tra...

04/09/2013
Il Centro Studi del CNI ha elaborato una ricerca dal titolo "Per il rilancio del Paese: sussidiarietà e semplificazione. Le opinioni degli ingegneri". Si tratta di uno studio basato su una serie di questionari sottoposti ad un numero significativo di ingegneri: 8421. Particolarmente rilevanti sono state le risposte relative alle procedure che i professionisti sono tenuti a seguire nell'esercizio della loro attività. Una di queste è quella relativa alla realizzazione di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili.

I procedimenti in materia di autorizzazione per gli impianti alimentati da fonti rinnovabili sono stati avviati, nell'ultimo anno, dal 12% circa degli ingegneri. Per il 46,5% si è trattato della procedura più semplice, la comunicazione al Comune, destinata come detto in precedenza ai piccoli impianti. Il 20,2% ha presentato la Procedura abilitativi semplificata (Pas), più articolata rispetto alla Comunicazione, e destinata ad impianti sotto una certa soglia di potenza. Il restante 33,3% si è cimentato con la procedura, relativamente più complessa, definita autorizzazione unica (Au) per gli impianti al di sopra prefissate soglie di potenza.

Le comunicazioni al comune hanno riguardato nella grandissima maggioranza dei casi l'installazione di impianti fotovoltaici (88,2%). Pur non essendo numerosissime le "amministrazioni digitali", sono il 25,5% gli ingegneri, che hanno potuto inviare la domanda per via telematica. Le amministrazioni hanno richiesto nuova documentazione ad integrazione della domanda solamente nel 34,7% dei casi, un numero considerevolmente inferiore rispetto a quelli osservati per quasi tutte le altre procedure.

La "relativa" semplicità della procedura si riflette nella valutazione che gli ingegneri danno sul suo essere business friendly. In una scala da 1 (poco) a 5 (molto) gli intervistati assegnano al procedimento un voto medio di 2,64. Il 31,8% ha dato 3 e il 15,9% ha indicato 4. Tale valutazione, essendo comunque ancora sbilanciata verso il basso, lascia intendere che anche per tale procedura siano possibili ampi margini di miglioramento.

Fonte: Centro Studi CNI
© Riproduzione riservata