Istat: Indici prezzi al consumo luglio 2016
L'Istat ha comunicato il dato definitivo sull'incremento dell'indice dei prezzi al consumo nel mese di Luglio 2016; l'indice dei prezzi al consumo per le fam...
L'Istat ha comunicato il dato definitivo sull'incremento
dell'indice dei prezzi al consumo nel mese di Luglio
2016; l'indice dei prezzi al consumo per le famiglie di
operai ed impiegati si è, dunque, attestato per il mese di
luglio 2016 con la nuova base 2015 sul valore di
100,00 con una lieve variazione positiva rispetto
a quello del mese precedente.
La variazione mensile è stata del +0,1 % e quella
annua del -0,1%. Ai fini della determinazione del
trattamento di fine rapporto (TFR) maturato nel
periodo tra il 15 Luglio 2016 ed il 14 Agosto 2016, occorre
rivalutare la quota accantonata al 31 Dicembre 2015 del +
0,945093%.
Ricordiamo che a partire dai dati di gennaio 2016, la base di
riferimento dell'indice nazionale dei prezzi al consumo per
l'intera collettività (NIC) e dell'indice nazionale dei prezzi al
consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI) è il 2015 (la
precedente era il 2010).
Il coefficiente di raccordo dalla base 2010 alla base
2016 dell'indice generale dei prezzi al consumo per le
Famiglie di Operai e Impiegati (senza tabacchi) è pari a
1,071.
Il ridimensionamento della flessione su base annua dell’indice
generale è principalmente dovuto all’accelerazione della crescita
dei prezzi degli Alimentari non lavorati (+1,5%, da +0,7% di
giugno), dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della
persona (+0,8% da +0,4%) e dei Servizi relativi ai trasporti
(+0,7%, da +0,2%); inoltre, si riduce il calo dei prezzi degli
Energetici regolamentati (-5,9% da -6,8%).
Il persistere della diminuzione dei prezzi dei Beni energetici (-7,0% rispetto a luglio 2015), sebbene meno ampia di quella registrata a giugno (-7,5%), continua a spiegare la seppur contenuta flessione tendenziale dei prezzi al consumo a luglio. Al netto di questi beni l’inflazione risulta positiva e accelera rispetto a giugno (+0,6%, da +0,4%). Anche al netto degli alimentari non lavorati e dei beni energetici l’”inflazione di fondo”, accelera e si porta a +0,6% (da +0,5% di giugno). L’inflazione acquisita per il 2016 è pari a -0,1% (era -0,2% a giugno).
L’aumento dell’indice generale dei prezzi al consumo rispetto a giugno è dovuto principalmente a fattori stagionali che determinano la crescita congiunturale dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (+2,5%) e dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (+0,7%).
I prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona diminuiscono dello 0,7% su base mensile e aumentano dello 0,4% su base annua (da +0,2% di giugno).
I prezzi dei prodotti ad alta frequenza di acquisto diminuiscono dello 0,4% in termini congiunturali e registrano, in termini tendenziali, una flessione pari a -0,1% (era -0,2% a giugno).
L’indice dei prezzi al consumo armonizzato (IPCA) diminuisce
dell’1,9% su base mensile – principalmente a causa dei saldi estivi
di cui il NIC non tiene conto – e (come a giugno) dello 0,2% su
base annua (la stima preliminare era -0,1%).
Per quanto concerne le locazioni l'indice annuale,
ridotto al 75%, si è attestato al -0,075% e
l'indice biennale al -0,150%.
L'Istat spiega che, nel mese di luglio 2016, per
quanto concerne l'indice dei prezzi al consumo per l'intera
collettività, gli incrementi congiunturali più
significativi si sono verificati nei capitoli Ricreazione
spettacoli e cultura (+1,4%), Trasporti (+1,1%), Servizi ricettivi
e di ristorazione, (+0,3%), Abitazione acqua elettricità e
combustibili, Altri beni e servizi (+0,2% per tutti e due).
Variazioni nulle si sono registrate nei sei
capitoli Bevande alcoliche e tabacchi, Mobili articoli e servizi
per la Servizi sanitari e spese per la salute, Istruzione
Variazioni congiunturali negative si sono
verificate nel capitolo Comunicazioni (-0,9%), Prodotti alimentari
e bevande analcoliche (-0,7%) e Abbigliamento e calzature
(-0,1%).
Gli incrementi tendenziali più elevati si sono
registrati nei capitoli Bevande alcoliche e tabacchi (+2,1%),
Comunicazioni (+1,5%), Istruzione (+1,2%), Servizi ricettivi e di
ristorazione (+0,8%), Prodotti alimentari e bevande analcoliche
(+0,6%).
Quelli più contenuti si sono registrati nei
capitoli Ricreazione spettacoli e cultura (+0,5%), Abbigliamento e
calzature, Altri beni e servizi (+0,4% per entrambi), Mobili
articoli e servizi per la casa e Servizi sanitari e spese per la
salute (+ 0,3% per entrambi), ,
Incrementi tendenziali nulli si sono registrati in
nessun capitolo.
Gli incrementi tendenziali negativi si sono
registrati nei capitoli Trasporti (-2,2%),. Abitazione acqua
elettricità e combustibili (-2,0%),
Nell'ambito delle 20 città capoluogo di regione, gli aumenti
tendenziali più elevati dell'indice NIC si sono verificati soltanto
nelle città di Bolzano e Trieste (+0,4%), Perugia, Bologna e Napoli
(+0,3% per tutte e tre), Venezia (+0,2%), Trento (+0,1%), Aosta ha
registrato un incremento nullo mentre nelle altre città sono tutti
negativi: a Cagliari (-0,1%), a Torino, Genova, Roma e Firenze
(-0,2% per tutte e quattro), a Catanzaro (-0,3%), a Palermo
(-0,4%), ad Ancona, Potenza e Bari (-0,5% per tutte e tre), a
Milano (-0,6%).
I prossimi indici saranno pubblicati il 14 Settembre
2016.
A cura di Redazione LavoriPubblici.it
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