Istat e Indici prezzi al consumo maggio 2018: + 0,3% rispetto mese precedente

L'Istat ha comunicato il dato definitivo sull'incremento dell'indice dei prezzi al consumo nel mese di Maggio 2018; l'indice dei prezzi al consumo per le fam...

18/06/2018

L'Istat ha comunicato il dato definitivo sull'incremento dell'indice dei prezzi al consumo nel mese di Maggio 2018; l'indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai ed impiegati non ha avuto alcuna variazione nel mese di maggio 2018 attestandosi, con la nuova base 2015, sul valore 102,10 con un sensibile aumento rispetto a quello del mese precedente.
La variazione mensile, al lordo dei tabacchi è stata del +0,30% e quella annua del +1,00%. Ai fini della determinazione del trattamento di fine rapporto (TFR) maturato nel periodo tra il 15 Maggio 2018 ed il 14 Giugno 2018, occorre rivalutare la quota accantonata al 31 Dicembre 2017 del +1,292656%.

Con gli indici di gennaio 2018, l’Istat avvia, per la stima dell’inflazione, l’utilizzo dei dati sui prezzi registrati alle casse di ipermercati e supermercati mediante scannerizzazione dei codici a barre (scanner data). Questo utilizzo riguarda i prezzi dei beni alimentari confezionati, per la cura della casa e della persona. Come previsto dal Regolamento (CE) n. 1921 (19/10/2001), nel corso del 2018 sarà diffusa la stima dell’impatto di questa nuova fonte di dati sul tasso di variazione tendenziale dell’indice dei prezzi al consumo armonizzato (IPCA).

Ricordiamo che a partire dai dati di gennaio 2016, la base di riferimento dell'indice nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettività (NIC) e dell'indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI) è il 2015 (la precedente era il 2010).

Il coefficiente di raccordo dalla base 2010 alla base 2016 dell'indice generale dei prezzi al consumo per le Famiglie di Operai e Impiegati (senza tabacchi) è pari a 1,071.

A maggio 2018, l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, aumenti dello 0,3% rispetto al mese precedente e dell’1,0% su base annua (da +0,5% registrato ad aprile). La stima preliminare era +1,1%.

La marcata ripresa dell’inflazione si deve prevalentemente ai prezzi dei Beni alimentari non lavorati, la cui crescita tendenziale passa da +0,7% di aprile a +2,4% e dei Beni energetici non regolamentati (da +2,7% a +5,3%). A questi fattori si aggiunge l’inversione di tendenza della dinamica dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (da -0,7% a +1,7%); contribuiscono poi, seppur in misura minore, i prezzi dei Tabacchi (da +2,8% a +3,4%) e quelli dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +1,0% a +1,3%).

L’“inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, e quella al netto dei soli Beni energetici crescono entrambe da +0,5 di aprile a +0,8%.

L’aumento congiunturale dell’indice generale dei prezzi al consumo è dovuto ai rialzi dei prezzi di diverse tipologie di prodotto, tra cui spiccano quelli dei Beni energetici non regolamentati (+2,1%), degli Alimentari non lavorati (+1,9%), dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona e dei Tabacchi (+0,6% per entrambe).

L’inflazione accelera sia per i beni (da +0,7% di aprile a +1,0%) sia per i servizi (da +0,3% a +0,9%); il differenziale inflazionistico tra servizi e beni rimane negativo, ma più contenuto rispetto da aprile (da -0,4 punti percentuali a -0,1 punti percentuali).

L’inflazione acquisita per il 2018 è pari a +0,9% per l'indice generale e a +0,6% per la componente di fondo.

I prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona aumentano dello 0,6% su base mensile e dell’1,7% su base annua (in accelerazione da +1,2% registrato ad aprile).

I prezzi dei prodotti ad alta frequenza di acquisto crescono dello 0,7% sul mese precedente e del 2,0% rispetto a maggio 2017 (da +1,4% del mese precedente).

L’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) aumenta dello 0,3% in termini congiunturali e dell’1,0% in termini tendenziali (da +0,6 di aprile). La stima preliminare era +1,1%.

L’indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), al netto dei tabacchi, aumenta dello 0,3% su base mensile e dello 0,9% rispetto a maggio 2017.

Per quanto concerne le locazioni l'indice annuale, ridotto al 75%, si è attestato al +0,675% e l'indice biennale al +1,725%
L'Istat spiega che, nel mese di maggio 2018, per quanto concerne l'indice dei prezzi al consumo per l'intera collettività, gli incrementi congiunturali più significativi si sono verificati nei capitoli Bevande alcoliche e tabacchi (+3,5%), Trasporti, (+2,6%), Altri beni e servizi (+2,3%), Alimentari e bevande analcoliche (+1,9%), Servizi ricettivi e di ristorazione (+1,5%), Ricreazione spettacoli e cultura (+0,4%), Mobili, articoli e servizi per la casa, Abbigliamento e calzature (+0,2% per entrambi).

Variazioni nulle si sono registrate nel capitolo Salute.

Variazioni congiunturali negative si sono verificate nei capitoli Istruzione (-16,2%), Comunicazioni, (-2,1%), Abitazione, acqua, energia (-0,1%).

Gli incrementi tendenziali più elevati si sono registrati nei capitoli Tabacchi (+3,4%), Beni energetici (+2,1%), Beni alimentari (+2,0%), Servizi relativi ai trasporti (+1,7%), Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (+1,3%).

Quelli più contenuti si sono registrati nei capitoli Servizi relativi all'abitazione (+0,5%), Servizi vari (+0,3%).

Incrementi tendenziali nulli si sono registrati in nessun capitolo.

Gli incrementi tendenziali negativi si sono registrati nei capitoli Servizi relativi alle comunicazioni (-0,5%), Altri beni (-0,2%).

Nell'ambito delle 20 città capoluogo di regione, gli aumenti tendenziali più elevati dell'indice NIC si sono verificati nelle città di Bolzano (+1,8%), Brescia (+1,6%), Padova (+1,5%), Ravenna e Reggio Emilia (+1,4% per entrambe), Reggio Calabria e Trento (+1,3% per entrambe), Bologna e Livorno (+1,2% per entrambe), Firenze, Genova, e Torino (+1,1% per tutte e tre), Milano, Trieste e Verona (+1,0% per tutte e tre), Napoli, Parma e Roma (+0,9% per tutte e tre), Cagliari, Modena e Venezia (+0,8% per tutte e tre), Aosta, Catanzaro e  Perugia  (+0,7% per tutte e tre), Palermo (+0,6%), Bari (+0,5%), Messina (+0,3%), Ancona (+0,2%), Potenza (-0,1%).

A cura di Redazione LavoriPubblici.it

 

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