Istat e Indici prezzi al consumo novembre 2018: -0,2% rispetto mese precedente

L'Istat ha comunicato il dato definitivo sull'incremento dell'indice dei prezzi al consumo nel mese di Novembre 2018; l'indice dei prezzi al consumo per le f...

19/12/2018

L'Istat ha comunicato il dato definitivo sull'incremento dell'indice dei prezzi al consumo nel mese di Novembre 2018; l'indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai ed impiegati nel mese di novembre 2018 h avuto una diminuzione dello 0,2% attestandosi, con la nuova base 2015, sul valore 102,30 con una lieve diminuzione rispetto a quello del mese precedente.
La variazione mensile, al lordo dei tabacchi è stata del -0,20% e quella annua del +1,40%. Ai fini della determinazione del trattamento di fine rapporto (TFR) maturato nel periodo tra il 15 Novembre 2018 ed il 14 Dicembre 2018, occorre rivalutare la quota accantonata al 31 Dicembre 2017 del + 2,192024%.

Con gli indici di gennaio 2018, l’Istat avvia, per la stima dell’inflazione, l’utilizzo dei dati sui prezzi registrati alle casse di ipermercati e supermercati mediante scannerizzazione dei codici a barre (scanner data). Questo utilizzo riguarda i prezzi dei beni alimentari confezionati, per la cura della casa e della persona. Come previsto dal Regolamento (CE) n. 1921 (19/10/2001), nel corso del 2018 sarà diffusa la stima dell’impatto di questa nuova fonte di dati sul tasso di variazione tendenziale dell’indice dei prezzi al consumo armonizzato (IPCA).

Ricordiamo che a partire dai dati di gennaio 2016, la base di riferimento dell'indice nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettività (NIC) e dell'indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI) è il 2015 (la precedente era il 2010).

Il coefficiente di raccordo dalla base 2010 alla base 2016 dell'indice generale dei prezzi al consumo per le Famiglie di Operai e Impiegati (senza tabacchi) è pari a 1,071.

Nel mese di novembre 2018, si stima che l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, diminuisca dello 0,2% rispetto al mese precedente e aumenti dell’1,6% su base annua (stabile rispetto al mese di ottobre). La stima preliminare era +1,7%.

La stabilità dell’inflazione è dovuta a dinamiche contrapposte che si compensano: da una parte le lievi accelerazioni dei prezzi di alcune tipologie di prodotto (tra cui Beni alimentari lavorati da +1,0% di ottobre a +1,1%, Beni alimentari non lavorati da +0,8% a +1,1%, Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona da +1,0% a +1,1%, Servizi relativi ai trasporti da +1,8% a +2,0%), dall’altra il rallentamento dei prezzi dei Beni energetici non regolamentati (da +9,5% a +7,8%), la cui crescita rimane però molto ampia e, insieme a quella dei regolamentati (stabili a +10,7%), contribuisce per circa la metà dell’ampiezza al tasso di inflazione e l’accentuarsi della flessione dei Beni durevoli (da -1,4% a -1,9%).

Alla luce di questo quadro l’“inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, è pari a +0,7% (stabile rispetto a ottobre) e quella al netto dei soli beni energetici è in lieve decelerazione da +0,8% a +0,7%.

La diminuzione su base congiunturale dell’indice generale dei prezzi al consumo è dovuta per lo più al calo dei prezzi dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (-1,3%) e dei Servizi relativi ai trasporti (-0,9%), imputabile prevalentemente a fattori stagionali, solo in parte compensato dall’aumento dei prezzi dei Beni alimentari non lavorati (+1,1%).

L’inflazione decelera lievemente per i beni (da +1,8% a +1,7%), così come lievemente accelera per i servizi (da +1,3% a +1,4%); rispetto al mese di ottobre il differenziale inflazionistico tra servizi e beni rimane negativo, ma più contenuto (da -0,5 punti percentuali a -0,3).

L’inflazione acquisita per il 2018 è +1,2% per l’indice generale e +0,6% per la componente di fondo.

Per i prodotti di largo consumo, la crescita dei prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona passa da +0,7% di ottobre a +0,9%, mentre i prezzi dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto decelerano da +2,0% a +1,9%: la crescita dei prezzi dei primi e dei secondi rimane rispettivamente al di sotto e al di sopra dell’inflazione generale.

L’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) diminuisce dello 0,3% su base mensile e aumenta dell’1,6% su base annua (in decelerazione da +1,7% di ottobre). La stima preliminare era +1,7%.

L’indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), al netto dei tabacchi, registra un calo dello 0,2% su base mensile e cresce dell’1,4% rispetto a novembre 2017.

Per quanto concerne le locazioni l'indice annuale, ridotto al 75%, si è attestato al +1,050% e l'indice biennale al +1,650%
L'Istat spiega che, nel mese di novembre 2018, per quanto concerne l'indice dei prezzi al consumo per l'intera collettività, gli incrementi congiunturali più significativi si sono verificati nei capitoli Abitazione, acqua, energia  (+4,8%), Trasporti, (+3,5%), Bevande alcoliche e tabacchi (+3,4%), Altri beni e servizi (+2,5%), Servizi ricettivi e di ristorazione (+1,3%), Alimentari e bevande analcoliche (+0,9%), Abbigliamento e calzature (+0,2%), Mobili, articoli e servizi per la casa, Istruzione (+0,1% per entrambi).

Variazioni nulle si sono registrate nel capitolo Salute

Variazioni congiunturali negative si sono verificate nei capitoli Comunicazioni, (-5,7%), Ricreazione, spettacoli e cultura (-0,5%).

Gli incrementi tendenziali più elevati si sono registrati nei capitoli Beni energetici (+9,2%), Tabacchi (+2,9%), Servizi vari (+2,3%), Servizi relativi ai trasporti (+2,0%).

Quelli più contenuti si sono registrati nei capitoli Beni alimentari e Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (+1,1% per entrambi), Servizi relativi all'abitazione (+0,4%).

Incrementi tendenziali nulli si sono registrati in nessun capitolo.

Gli incrementi tendenziali negativi si sono registrati nei capitoli Servizi relativi agli Altri beni (-0,7%).

Nell'ambito delle 20 città capoluogo di regione, gli aumenti tendenziali più elevati dell'indice NIC si sono verificati nelle città di Reggio Emilia (+2,4%), Bologna (+2,3%), Bolzano (+2,1%), Padova (+1,9%),  Brescia, Genova, Ravenna e Trento  (+1,8% per tutte e quattro), Livorno, Palermo e Trieste (+1,7% per tutte e tre), Modena (+1,6%), Catanzaro, Messina, MIlano e Roma (+1,5% per tutte e quattro), Bari, Cagliari, Firenze, Napoli, Torino e Verona (+1,4% per tutte e sei),  Catania e Parma (+1,3% per tutte e due), Reggio Calabria Venezia (+1,2 per tutte e due), Aosta (+1,1%), Ancona (0,9%), Perugia e Potenza (+0,8% per tutte e due).

I prossimi indici saranno pubblicati il 16 Gennaio 2019.        

A cura di Redazione LavoriPubblici.it

© Riproduzione riservata

Link Correlati

Tassi Istat