Istat e Indici prezzi al consumo settembre 2017: Frena l’inflazione con un +1,1%

L'Istat ha comunicato il dato definitivo sull'incremento dell'indice dei prezzi al consumo nel mese di Settembre 2017; l'indice dei prezzi al consumo per le ...

16/10/2017

L'Istat ha comunicato il dato definitivo sull'incremento dell'indice dei prezzi al consumo nel mese di Settembre 2017; l'indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai ed impiegati ha avuto una battuta d’arresto per il mese di settembre 2017 con la nuova base 2015 attestandosi sul valore di 101,10 con una sensibile diminuzione rispetto a quello del mese precedente.
La variazione mensile è stata del -0,30% e quella annua del +1,10%. Ai fini della determinazione del trattamento di fine rapporto (TFR) maturato nel periodo tra il 15 Settembre 2017 ed il 14 Ottobre 2017, occorre rivalutare la quota accantonata al 31 Dicembre 2016 del + 1,723205%.

Ricordiamo che a partire dai dati di gennaio 2016, la base di riferimento dell'indice nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettività (NIC) e dell'indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI) è il 2015 (la precedente era il 2010).

Il coefficiente di raccordo dalla base 2010 alla base 2016 dell'indice generale dei prezzi al consumo per le Famiglie di Operai e Impiegati (senza tabacchi) è pari a 1,071.

Nel mese di settembre 2017, l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, diminuisce dello 0,3% su base mensile e aumenta dell’1,1% rispetto a settembre 2016 (era +1,2% ad agosto), confermando la stima preliminare.

La lieve frenata dell’inflazione è ascrivibile per lo più al rallentamento dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (+2,7%, da +4,4% di agosto) e di quelli dei Beni energetici regolamentati (+2,9% da +5,0%), in parte compensato dall’accelerazione dei prezzi dei Beni alimentari non lavorati, la cui crescita si porta a +2,1% (da +0,7% del mese precedente).

L’”inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, scende di tre decimi di punto percentuale (+0,7% da +1,0% di agosto), mentre quella al netto dei soli Beni energetici si attesta a +0,8% (era +0,9 nel mese precedente).

La diminuzione su base mensile dell’indice generale è dovuta principalmente al calo dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (-4,6%) e, in misura minore, alla diminuzione di quelli dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (-0,9%), il cui andamento in entrambi i casi è influenzato da fattori stagionali.

Su base annua la crescita dei prezzi dei beni si attesta a +1,0% (come ad agosto), mentre rallenta quella dei servizi (+1,3% da +1,6%). Il differenziale inflazionistico tra servizi e beni si conferma positivo e pari a +0,3 punti percentuali.

L’inflazione acquisita per il 2017 è pari a +1,3% per l’indice generale e +0,8% per la componente di fondo.

I prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona aumentano dello 0,4% su base mensile e dell’1,1% su base annua (era +0,6% ad agosto).

I prezzi dei prodotti ad alta frequenza di acquisto salgono dello 0,4% in termini congiunturali e dell’1,3% in termini tendenziali (in accelerazione di tre decimi di punto percentuale rispetto al mese precedente).

L’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) aumenta dell’1,8% su base mensile - principalmente a causa della fine dei saldi estivi di cui il NIC non tiene conto - e dell’1,3% su base annua (era +1,4% ad agosto), confermando la stima preliminare.

Per quanto concerne le locazioni l'indice annuale, ridotto al 75%, si è attestato al +0,825% e l'indice biennale al +0,900%
L'Istat spiega che, nel mese di settembre 2017, per quanto concerne l'indice dei prezzi al consumo per l'intera collettività, gli incrementi congiunturali più significativi si sono verificati nei capitoli Comunicazioni (+0,9%), Prodotti alimentari e bevande analcoliche, Istruzione (+0,5% per entrambi), Abbigliamento e calzature, Servizi ricettivi e di ristorazione (+0,2% per entrambi), Abitazione, acqua, elettricità e combustibili,  Mobili e servizi per la casa, Altri beni e servizi (+0,3% per tutti e tre).

Variazioni nulle si sono registrate nei capitoli Bevande alcoliche e tabacchi e Servizi sanitari e spese per la salute.

Variazioni congiunturali negative si sono verificate nei capitoli Trasporti (-2,3%), Ricreazione, spettacoli e cultura (-2.3%),

Gli incrementi tendenziali più elevati si sono registrati nei capitoli Trasporti (+2,6%), Servizi ricettivi e di ristorazione (+2,1%), Abitazione, acqua, elettricità e combustibili (+1,7%),  Prodotti alimentari e bevande analcoliche (+1,4%), Altri beni e servizi (+0,8%).

Quelli più contenuti si sono registrati nei capitoli creazione, spettacoli e cultura (+0,4%), Abbigliamento e calzature (+0,3%), Bevande alcoliche e tabacchi (+0,1%),

Incrementi tendenziali nulli si sono registrati nel capitolo, Mobili articoli e servizi per la casa, Servizi sanitari e spese per la salute, .
Gli incrementi tendenziali negativi si sono registrati nei capitoli Comunicazioni (-1,7%), Istruzione (-0,8%).
Nell'ambito delle 20 città capoluogo di regione, gli aumenti tendenziali più elevati dell'indice NIC si sono verificati nelle città di Bolzano (+2,4%), Milano e Trento (+1,6%), Venezia (+1,4%), Firenze (+1,3%), Genova (+1,2%), Palermo e Trieste (+1,3% per tutte e due), Catanzaro, Perugia e Cagliari (+1,0% per tutte e tre), Roma (+0,9%), Napoli (+0,8%), Bologna, Torino e Aosta e (+0,7% per tutte e tre), Potenza e Bari (+0,5% per entrambe), Ancona (+0,4%),

I prossimi indici saranno pubblicati il 14 Novembre 2017.            

A cura di Redazione LavoriPubblici.it

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