La polizza di tutela legale

La polizza di Tutela Legale è quell’assicurazione con la quale l'assicuratore prende in carico le spese legali (compenso dell’avvocato, del CTP, del CTU …), ...

di Cristina Marsetti - 05/07/2018

La polizza di Tutela Legale è quell’assicurazione con la quale l'assicuratore prende in carico le spese legali (compenso dell’avvocato, del CTP, del CTU …), processuali e peritali occorrenti all'assicurato non solo per difendersi contro una richiesta di risarcimento avanzata nei suoi confronti, ma anche per agire legalmente per il risarcimento di danni subiti, garanzia molto interessante per non dover rinunciare al tentativo di far valere i propri diritti solo per timore che le spese legali superino il valore della causa stessa.

Ma l’ambito di operatività della polizza di Tutela legale senz’altro più conosciuto e rilevante è quello penale. Al giorno d’oggi commettere un reato è molto più facile di quanto si possa immaginare. Si pensi ad esempio alla diffamazione, reato che, se perpetrato a voce, può passare inosservato, ma che con Facebook può assumere caratteristiche sanzionabili d’ufficio, anche in assenza di una denuncia da parte dell'interessato. Ed è un reato in cui possono incorrere, ingenuamente, anche i nostri figli di cui siamo responsabili. Evidenzio inoltre la recente introduzione nel Codice Penale dei reati di Omicidio stradale (Art. 589-bis C.P.) e Lesioni personali stradali gravi e gravissime (Art. 590 CP) che prevedono sanzioni ancora più pesanti in caso di “guida in stato di ebbrezza” (concentrazione alcolemica superiore a 0,5 g/litro, cioè, ad esempio, assunzione a stomaco vuoto da parte di un uomo di peso 75Kg di una birra doppio malto). È quindi molto importante potersi garantire un’adeguata assistenza legale e peritale.

Ed oltre al suddetto e tradizionale elemento risarcitorio che contraddistingue tutti i contratti di assicurazione, l’oggetto delle garanzie della polizza di Tutela legale è rappresentato anche e soprattutto dal servizio di assistenza e consulenza legale prestato dalla Compagnia, direttamente o per mezzo di un network di legali fiduciari, che, con un’approfondita analisi dei motivi del contendere e una qualificata assistenza, consente spesso di trovare, già nella fase stragiudiziale, con grande beneficio di tutti, una soluzione bonaria della controversia.

A volte, infatti, è proprio l’intervento degli avvocati di fiducia delle parti ad ostacolare, con ingannevoli promesse di successo, il componimento bonario delle controversie. Segnalo a tal proposito che il c.d. patto di quota lite, cioè l’accordo tra l’avvocato ed il cliente in virtù del quale il compenso del primo risulta calcolato in modo percentuale al risultato ottenuto per il proprio assistito, ritenuto un tempo disdicevole dall’Ordine degli avvocati, è oggi lecito.

Ed infine è noto a tutti che l’esito di una vertenza legale, in Italia, è sempre incerto, anche con il miglior avvocato e con tutte le ragioni dalla propria parte.

La polizza di Tutela Legale è pertanto, a mio giudizio, una forma di tutela assolutamente indispensabile, perché consente di affrontare gli imprevisti con serenità, potendo sempre contare su un legale esperto per risolvere le controversie nel più breve tempo possibile e con la massima soddisfazione, senza l’assillo dei costi legali che, tra l’altro, non sono quasi mai preventivamente quantificabili.

Analogamente alla polizza di Responsabilità Civile, esiste una Polizza di Tutela legale per ogni ambito: vita privata, professione, circolazione stradale, ecc …

È utile rammentare che la polizza di Responsabilità Civile tiene indenne l’assicurato, oltre che per il risarcimento del danno arrecato, anche delle spese legali necessarie a resistere alla richiesta di risarcimento avanzata, come previsto dall’ art. 1917 CC. Dietro questa dicitura però si nasconde qualcosa di diverso da quello che ci si aspetta. La compagnia assicurativa non garantisce la copertura delle spese legali, ma garantisce a sé stessa la scelta di intervenire o meno sostituendosi al proprio assicurato nel procedimento civile che lo interessa. Il motivo è facile da intuire: dall’esito del procedimento deriva la quantificazione del risarcimento, che è la compagnia a dover sborsare. Quindi, a meno che sul contratto non sia scritto diversamente, la compagnia di Responsabilità Civile non paga l’avvocato e i consulenti tecnici di fiducia dell’assicurato.

Inoltre esistono ambiti che esulano dalla copertura prevista dal Codice Civile e ai quali è opportuno sopperire con una buona polizza di Tutela legale. In particolare:

  • l’operatività della tutela legale prevista dall’Art. 1917 CC è subordinata al caso in cui venga avanzata una richiesta di risarcimento per un danno che rientri in copertura, cosa che per certe polizze non è così scontato;
  • la difesa legale prevista dalla polizza di Responsabilità Civile è operativa solo in ambito giudiziale, in quanto trattasi delle “spese di resistenza” previste dall’art. 1917 CC, ma non nella fase stragiudiziale nella quale la consulenza di un buon avvocato potrebbe evitare la citazione in giudizio.

Stipulare quindi una polizza di Tutela legale operativa anche in ambito civile non rappresenta perciò una duplicazione delle garanzie ex articolo 1917 CC.

Purtroppo però la maggior parte delle polizze di Tutela legale operano, in ambito civile, quasi sempre e solo a secondo rischio rispetto ad una eventuale polizza di Responsabilità Civile, quindi sono operative solo:

  • a integrazione e dopo esaurimento da ciò che è dovuto dall’assicurazione di Responsabilità Civile;
  • per la chiamata in causa della compagnia della polizza di Responsabilità Civile nel caso in cui la stessa respinga il sinistro non ritenendo in copertura la specifica tipologia di danno.

Evidenzio infine l’importanza di non stipulare la polizza di Tutela legale con la medesima compagnia con cui si ha la polizza di Responsabilità Civile perché, per conflitto di interesse, non potrebbe essere utilizzata per far valere i propri diritti rispetto alla compagnia di Responsabilità Civile e di verificare che la polizza di Tutela legale preveda il rimborso delle spese legali man mano che l’assicurato le sostiene e non solo a sentenza.

Nell’analisi di una polizza di Tutela Legale è importante verificare:

1. Quali spese sono coperte. Le polizze di tutela legale sono perlopiù a rischi nominati quindi le spese non contemplate sono escluse. In genere sono coperte:

  • spese del legale (in genere uno solo per ogni grado di giudizio)
  • spese di CTU, CTP e di eventuali altri periti
  • spese per il procedimento di mediazione (a volte solo se obbligatorio)
  • spese dell’avvocato domiciliatario (a volte è un’estensione a pagamento, a volte è previsto un limite)
  • spese di giustizia
  • spese di soccombenza (a volte solo l’Avvocato e non il CTU, CTP…)
  • spese per le indagini per ricerca delle prove a difesa
  • spese per il Contributo unificato (se non ripetuto) dalla controparte in caso di soccombenza
  • spese processuali nei processi penali
  • spese di registrazione atti giudiziari (spesso hanno un limite)

2. Quali casi sono coperti. Come già detto, le polizze di Tutela Legale sono a rischi nominati quindi i casi non contemplati sono esclusi. È opportuno fare attenzione al fatto che in alcune polizze relative all’ambito professionale sono escluse le controversie con i clienti, l’opposizione alle sanzioni e le controversie nate a seguito di terremoto.

3. Chi è coperto. In genere sono coperti l’assicurato identificato dalla propria P. Iva e i dipendenti.

4. Quando la polizza è operativa. In genere le polizze di Tutela Legale sono in regime di loss occurrence, non in regime di claims made tipico delle polizze di Responsabilità Civile. Si considera pertanto ai fini della copertura assicurativa il momento in cui è insorto il sinistro e non il momento in cui viene denunciato. Da ciò deriva l’importanza della definizione di “insorgenza del sinistro” che nella maggioranza dei casi coincide col momento in cui l’assicurato avrebbe iniziato a violare norme di legge o contrattuali. Questa definizione, abbinata all’assenza di retroattività, limita notevolmente la copertura assicurativa in quanto, almeno per i professionisti dell’area tecnica, può trascorrere molto tempo tra il momento in cui l’assicurato ha iniziato a violare norme di legge (es. il momento in cui il professionista ha redatto un PSC carente) e il momento in cui si verifica il danno (es. l’infortunio in cantiere). Ne consegue che è opportuno assicurarsi prima possibile per garantire le prestazioni professionali che man mano si svolgono, che non potranno più essere assicurate.

5. Le modalità di gestione dei sinistri. Per la fase giudiziale l’avvocato è scelto dall’assicurato (e solo ratificato dalla compagnia), mentre per la fase extragiudiziale è assegnato dalla compagnia al fine di aumentare le possibilità di addivenire ad un accordo bonario tra le parti senza arrivare alla fase giudiziale.

Ma è evidente che la scelta della polizza di Tutela legale più adeguata alle proprie necessità è tutt’altro che semplice perché l’assenza di una specifica cultura assicurativa non consente generalmente ai tecnici di comprendere le insidie celate nel contratto di polizza, con il rischio di incorrere in errate valutazioni o sottovalutazioni che potrebbero rivelarsi fatali.

È pertanto opportuno affidarsi ad un intermediario, professionista che si assume la responsabilità della propria prestazione professionale la cui qualità è garantita dall’IVASS, Ente Pubblico istituito per garantire ai cittadini la qualità delle prestazioni svolte dagli intermediari e agli intermediari il rispetto degli obblighi deontologici.

A cura di Cristina Marsetti (c.marsetti@allins.it)
Ingegnere libero professionista e intermediario assicurativo

© Riproduzione riservata